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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 www.italoamericano.com 8 GENEROSO D'AGNESE In volo fino a Milano e poi co- modamente in auto per pochi chilometri, puntando verso sud e verso la pianura Padana. Ci vuole poco tempo per raggiungere Mantova e Sermoneta ma costerà fatica lasciare queste due città. Sarà successo anche agli esper- ti dell'Unesco, chiamati a decide- re sulle due realtà italiane, e sicu- ramente affascinati da un sito che esprime alla massima potenza possibile il gusto e la bellezza del arricchì anche di dimore della fa- miglia Gonzaga (Palazzo Te, la Palazzina di Caccia, Villa della Favorita) e iniziò a espandere il suo influsso architettonico sui comuni vicini, trasformando l'in- tera area, prima di iniziare un lento declino culminato con il saccheggio da parte dei Lanzi- chenecchi nel 1630. Un saccheggio che non rispar- miò nulla alla furia dei mercenari contadini. Decimata nella popo- lazione e spoliata dei propri teso- ri, la città tentò di risorgere nel Galleria degli Antichi o Corridor Grande a Sermoneta regnante, i Gonzaga". Con questa dichiarazione l'Unesco inserì le città di Man- tova e Sabbioneta nel patrimonio culturale universale. Sabbioneta fu fondata da Vespasiano Gon- zaga Colonna tra il 1554 e il 1591, anno della sua morte, e munita di una formidabile cinta muraria. La cittadina divenne in poco tempo la capitale di un pic- colo stato incastonato tra Ducato di Milano, Ducato di Mantova e Ducato di Parma e Piacenza e co- stituiva un crocevia obbligatorio per i traffici commerciali nel me- dio corso del Po. Divenuta residenza del princi- pino Vespasiano Gonzaga Co- lonna, la cittadina fu edificata secondo i dettami umanistici del- la città ideale e accolse entro i propri confini straordinari monu- menti quali il Palazzo Ducale, il Teatro all'Antica, la Galleria de- gli Antichi, il Palazzo Giardino, le chiese dell'Assunta, Incorona- ta, del Carmine, la Sinagoga e lo storico quartiere ebraico, che ac- colse una comunità dedita alla stampa. Scelta come set di pellicole ci- nematografiche ("Strategia del ragno" di Bernardo Bertolucci, "I Promessi Sposi" e "Marquise") Sabbioneta si presenta oggi come uno degli scrigni più belli del tes- suto urbanistico italiano e mon- diale cui fanno da contraltare tre specchi d'acqua ricavati nell'ansa del fiume Mincio, capaci di dare all'area mantovana una connota- zione "acquatica". Anche per questa sua particola- rità geografica, la città virgiliana ha stretto un gemellaggio con Madison (Michigan). I laghi di Mantova rappresentano un'ulte- riore attrattiva per chi decide di visitare lo splendido sito protetto dall'Unesco con crociere che per- mettono di vedere tutta la città dall'acqua: un'oasi naturale più unica che rara che si somma ai tesori artistici e urbanistici del sito patrimonio dell'umanità. E che conduce all'ultimo segmento di questo straordinario viaggio vissuto con i cinque sensi. LA TERRA DELLE PERE - La cucina mantovana affonda le proprie radici in alcuni piatti risa- lenti ai tempi dei Gonzaga, apprezzati fin dal Cinquecento fuori dal territorio. Quella man- tovana è una cucina vincolata alla terra dalle tradizioni contadi- ne, con varianti locali di uno stesso piatto. Salame mantovano, coppa, pancetta, gras pistà, chiscela, ti- rot trainano l'appetito verso un'altrettanta ampia scelta di mi- nestre che sono le pietre miliari della cucina mantovana: agli a- gnolini, quadretti e maltagliati, pasta trita, panàda e bevr'in vin, fanno da contraltare i tortelli di zucca, tortelli amari tipici di Castel Goffredo, bigoli con sar- delle, gnocchi di zucca, capun- sei, risotto alla pilota, risotto con le rane, risotto con i saltaréi. Stracotto o brasato, stracotto d'asino, bollito misto, cotechino e pisto, luccio in salsa, pesce gatto, faraona arrosto, e polenta rappresentano i secondi piatti caratteristici di Mantova e Sab- bioneta, da accompagnare con i vini elogiati fin dall'epoca roma- na: "Garda", "Garda Colli More- nici" e "Lambrusco Mantovano", rappresentano i marchi Doc del- l'offerta enologica locale e per- mettono di assaporare al meglio anche i dolci e la frutta caratteri- Rinascimento italiano. Siamo nella terra dei Gonzaga, una delle famiglie più celebri della storia "comunale" italiana, ma la prima tappa sarà rappresen- tata dal poeta romano Publio Virgilio Marone, autore dell'E- neide e nato nel 70 a.C. Fondata dagli Etruschi nel VI secolo a.C. (alcuni studiosi deri- vano il suo nome dalla divinità infernale chiamata Mantus), Mantova rimase sempre al margi- ne della storia romana e durante la denominazione dei Canossa, subì una trasformazione idraulica da parte dell'architetto Alberto Pitentino (nel 1198) il quale mo- dificò il percorso del Mincio per- mettendo nuovi insediamenti abi- tativi. Nel 1328, con l'aiuto del Signore di Verona Cangrande della Scala, Luigi Gonzaga prese il potere, legando indissolubil- mente il proprio destino a quello della città. Capitani del Popolo, poi Marchesi (1433) ed infine Duchi nel 1530 (nominati dal- l'Imperatore Carlo V), per tre se- coli i Gonzaga guidarono e tra- sformano Mantova e la vicina Sabbioneta nelle più belle realtà delle corti europee. Pisanello, Mantegna, Perugino, Correggio, Leon Battista Alberti, Luca Fancelli, Giulio Romano, G.B.Bertani ed altri artisti dell'e- poca lasciarono la loro impronta rinascimentale. Abbellita con nuove chiese (S.Andrea, San Se- bastiano, Santa Barbara, San- t'Orsola, San Maurizio), palazzi (il Castello, la Domus Nova, la Torre dell'Orologio), la città si Mantova e Sermoneta, perle del Rinascimento e patrimonio Unesco Dall'origine etrusca al gemellaggio con Madison, nel Michigan stici di questa terra: Sbrisolona, Elvezia, Bussolano, Anello di Monaco, chisol, zabaione e sugo- lo possono essere degustati con il nocino, mentre merita un'atten- zione particolare la pera tipica mantovana Igp, già celebrata ai tempi dei Gonzaga. IL BEVR'IN VIN Secondo una tradizione dell'e- poca dei Gonzaga, i pasti devono essere preceduti da una minestra che costuisce l'aperitivo e l'anti- pasto tipico della cucina locale. Il bevr'in vin viene sempre servito in scodella preriscaldata, che vie- ne preparato in tre differenti mo- di, in funzione del successivo primo piatto. Secondo la tradizio- ne andava mangiato in piedi da- vanti al camino acceso, dandosi vicendevolmente le spalle, per evitare la vista agli altri commen- sali, ritenendosi poco piacevole il colore del brodo mescolato al vi- no rosso. Se il primo piatto è costituito da agnoli o cappelletti, in brodo o asciutti, il bevr'in vin viene com- posto da un mestolo di brodo bol- lente, contenente alcuni agnoli o cappelletti. La temperatura verrà diminuita dal commensale ag- giungendo a piacere vino rosso di forte corpo e preferibilmente friz- zante, come il Lambrusco. Se il primo piatto è costituito da tortelli di zucca, il bevr'in vin viene composto da cinque o sei tortelli appena cotti, con un goc- cio d'acqua di cottura, ai quali viene aggiunto mezzo bicchiere di vino. Questa versione è defini- ta "turtei sguasarot", ovvero "sguazzanti", sottolineando la stranezza dei tortelli di zucca in minestra, differentemente sempre serviti asciutti. Per gli altri primi piatti, il bevr'in vin è semplice- mente preparato con brodo di carne e mezzo bicchiere di vino. Secondo la tradizione popolare questo tipo di aperitivo-antipasto costituisce una sorta d'elisir di lunga vita. Un antichissimo pro- verbio mantovano, tuttora molto in uso, recita: "Al bervr'in vin l'è la salut ad l'omm", ovvero, "il bere nel vino è la salute dell'uo- mo". Galleria del Teatro Olimpico di Sermoneta La città di Mantova, fondata dagli Etruschi lungo il fiume Mincio, divenne una perla rinascimentale sotto i Gonzaga Settecento, ma solo quando finì nei domini degli Austriaci potè ritrovare un minimo di stabilità. Sono questi gli anni in cui l'ar- chitetto Juvarra riprogettò l'attua- le cupula di S.Andrea, anni in cui furono costruite l'attuale facciata del Duomo e in cui sorsero Pa- lazzo Cavriani, Palazzo degli Studi, Palazzo Bianchi (oggi Pa- lazzo Vescovile), il teatro Scien- tifico e palazzo dell'Accademia. "Mantova e Sabbioneta offrono una testimonianza eccezionale di realizzazione urbana, architetto- nica e artistica del Rinascimento, collegate tra loro attraverso le idee e le ambizioni della famiglia