Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel
Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/289563
GIOVEDÌ 3 APRILE 2014 www.italoamericano.com 18 GIOVEDÌ 3 APRILE 2014 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Quiliano, comune ligure di 7.354 abitanti della provin- cia di Savona. Dodicesimo della provincia per numero di abitanti, è situato nell'immediato entroterra fra Savona e Vado Ligure, sulla riva sinistra della piana fertile del tor- rente omonimo. Il territorio comunale comprende i due nuclei principali di fondovalle, sulle rive opposte del tor- rente, di Quiliano e Valleggia e dalle tre frazioni collinari di Cadibona, Montagna e Roviasca. Chiamata anticamen- te Aquilianum durante la dominazione dell'Impero roma- no, nel suo territorio ha resti tangibili dell'epoca quali ponti databili al I e II secolo lungo l'antico tracciato della via Julia Augusta. Storicamente e fino ai primi del Novecento, il comune ha avuto una striscia di terreno comunicante con il mare, adiacente al torrente Quiliano, con cui poteva accedere alla produzione del sale e al commercio locale senza la necessità di pagare dazi comu- nali. Poche rovine sussistono, ai margini dell'abitato, del castello medievale costruito intorno al 600. Su un'altura di fronte a Valleggia si trova il complesso monumentale di San Pietro a Carpignano, detta popolarmente "San Pè dè Coi" (San Pietro dei Cavoli), la cui chiesa presenta un campanile quattrocentesco e originarie strutture romani- che. Le più antiche notizie di questo sito risalgono al 1180. La Chiesa e il terreno circostanti a causa di nume- rosi ritrovamenti archeologici sono sottoposti a vincolo e ancora oggi gli scavi continuano ad offrire una serie di ritrovamenti archeologici e ceramici di epoche assai ante- riori al mille. Il complesso sicuramente risale all'epoca preromanica, ma costruito su preesistenze ben più anti- che, è gradevole ed estremamente romantico, con il cam- panile emergente dal verde dei frutteti circostanti. La par- rocchiale di San Lorenzo, con un bel campanile barocco è invece affiancata dall'Oratorio della Confraternita del diciassettesimo secolo. Da visitare è il All About Apple Museum, un'esposizione unica in Italia dedicata all'infor- matica. Rapagnano è un comune marchigiano di 2.060 abitanti della provincia di Fermo. Il piccolo centro abitato di Rapagnano sorge sopra un'altura sul versante sinistro della valle del fiume Tenna, a circa 15 minuti dal mare Adriatico e 35 minuti dai Monti sibillini. Si fa risalire l'e- timologia del nome al fatto che sulla sommità del colle del paese sarebbe sorto un tempio dedicato al dio Giano. Altra ipotesi comunemente accettata è che Rapagnano abbia tratto il nome dalla coltivazione nel suo territorio di rape o ravanelli. Quest'idea è palese mente espressa dallo stemma comunale posto al centro della facciata del palaz- zo civico, il quale riporta un cipresso che s'innalza da tre monti all'italiana, alla destra del quale si leva una stella cometa ed alla cui sinistra campeggia una rapa. Rapa- gnano è citata in alcuni scritti dello storico Plinio il vec- chio. Fu abitato già in epoca preromana. A testimonianza di ciò, nel 1880 in località San Tiburzio (e oggi conserva- ti nel Museo Archeologico di Ancona), vennero alla luce materiali piceni come scudi, lance, elmi di bronzo e il Disco Corazza, di notevole importanza, databili intorno al VI sec. avanti Cristo. Rapagnano viene registrato come possedimento del vescovo di Fermo in un documento del 1059. Nel medioevo (nel XIV secolo fu circondato da mura) è stato un castello alle dipendenze di Fermo dichia- ratamente filopapale, come dimostrano i merli guelfi dei suoi torrioni. Non solo. Ha dato i natali a Giovanni XVII, eletto pontefice nel 1003. Intorno al 600-700 un terremo- to ha costretto il paese ad una ricostruzione con l'amplia- mento della piazza e la ricostruzione di alcune chiese e del palazzo comunale. È famoso il "Corpo Bandistico città di Rapagnano". Non si conosce con esattezza l'anno a cui risale la formazione del primo nucleo musicale ma in un vecchio diario, manoscritto ed inedito, si narra che nel 1861 la banda rapagnanese tenne un concerto nella pubblica piazza. Altri documenti testimoniano che nel 1924 la banda operava con solerzia e passione, parteci- pando a molte feste patronali e patriottiche, scandendo così, con la musica, i passi della vita sociale del paese. Sagama, comune sardo di 204 abitanti della provincia di Oristano. Il paese sorse in epoca preistorica nella ferti- le vallata denominata "Badde 'e Sagama", in una felice posizione strategica, su un gradino calcareo dove fu edifi- cato il nuraghe Muristene. Nell'area dove attualmente insiste la chiesa seicentesca intitolata all'Arcangelo Gabriele vi era probabilmente un preesistente santuario pagano. A breve distanza e posti a "corona" di questo primo nucleo di Sagama, furono edificati in posizione strategica difensiva numerosi nuraghi: il nuraghe Funtanedda (a ovest), i nuraghi Mura de Canes e Moli- neddu (a est), il nuraghe de sos Pascialzos (a sud-est) e il nuraghe Nuratolu con il nuraghe Giannas di Flussio (a sud-ovest). Sono disposti a corona intorno alla vallata della Badd'e Sagama. In epoca fenicia, punica e romana il villaggio fu dotato di mura, ancora parzialmente visibili nei lati sud e nord. In località Murenda si possono inoltre ammirare le tombe romane con reperti quali embrici, frammenti di bronzo e sepolture, monete dell'età di Marco Aurelio. In epoca medioevale la villa o "bidda" di Sa- gama fece parte con il vicino paese (poi scomparso) di Nuraki Triganu, della Curatoria della Planargia. Dopo la caduta del giudicato il centro passò ai Malaspina, ai giu- dici di Arborea, agli Aragonesi fino a divernire, nel 1464, feudo della famiglia Villamanna. Ma il vero tesoro di Sagama è la sua bellissima chiesa parrocchiale, dedicata all'arcangelo Gabriele, edificata nel 1604 da maestranze sassaresi. Restaurata di recente, oltre alla statua del 1500 dell'arcangelo possiede meravigliosi dipinti. Degne di menzione la chiesa medioevale della Nostra Signora del Carmelo, quella cinquecentesca della Santa Croce, quella campestre di San Michele, riedificata di recente. Il calen- dario delle manifestazioni prevede, il 17 gennaio, la festa di Sant'Antonio Abate detto "Sant'Antonio e su fogu", con l'accensione dell'imponente falò nel piazzale della chiesa di Santa Croce. Il 24 marzo si celebra la festa in onore del Sant'Arcangelo Gabriele, patrono del paese. Il piccolo centro di Rapagnano Panoramica dell'abitato di Quiliano La chiesa di San Gabriele Arcangelo a Sagama Dipinti, disegni, reperti archeo- logici, documenti e oggetti pro- venienti da prestigiose collezioni come quelle del British Museum e della residenza di Holkham Hall racconteranno in una grande mostra allestita a Cortona, negli spazi di Palazzo Casali fino al 31 luglio, la passione per l'antico e gli Etruschi nel mondo anglosas- sone e la moda del Grand Tour. Esposte per l'occasione circa 150 opere, tra cui i più noti capo- lavori etruschi come l' 'Arringa- tore' e il 'Putto Graziani', che sa- ranno affiancate ai disegni origi- nali del De Etruria (una sorta di catalogo generale settecentesco dei reperti riemersi dai primi scavi), e uno straordinario nucleo di oltre 40 opere prestate dal grande museo londinese per la prima volta. L'importante esposi- zione intitolata 'Seduzione Etru- sca. Dai segreti di Holkham hall alle meraviglie del British Mu- seum' è stata promossa dal Maec- Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona con il Bri- tish Museum e Halkam Hall in- sieme alla Regione Toscana e con la collaborazione di tanti musei italiani e in particolare della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. A curarla Paolo Bruschetti, Bruno Gialluca, Paolo Giulierini, Suzanne Reynolds e Judith Swaddeling, che, sull'onda di re- centi fondamentali scoperte, sono riusciti a raccogliere meraviglio- se testimonianze capaci di resti- tuire al visitatori il clima efferve- scente dell'etruscologia del XVIII e XIX secolo, quando lo studio e la moda per gli Etruschi con i loro misteri, la loro arte, i tesori ancora nascosti nelle viscere della terra, infiammò l'Europa. La miccia che fa esplodere que- sta grande passione intellettuale fu, nel 1726, la pubblicazione a Firenze, finanziata da Lord Coke, del 'De Etruria Regali libri VII' di Thomas Dempster, il primo cata- logo illustrato delle principali opere etrusche in Italia. Quasi 300 anni più tardi, il ri- trovamento dei disegni originali e delle lastre di rame incise per il volume in un corridoio d'attico di Holkham Hall, la residenza fatta erigere in Norfolk da Coke, dive- nuto conte di Leicester, e la re- centissima scoperta di nuovi do- cumenti sulla pubblicazione han- no fornito l'occasione per una mostra storica e forse irripetibile, ideata a Cortona dove nacque (l'anno successivo alla pubblica- zione del 'De Etruria') la prima Accademia di Studi etruschi d'Europa. La mostra, dopo un tuffo nel clima del Grand Tour settecente- sco, ripercorrerà la figura di Coke e i suoi soggiorni in Italia, nel corso dei quali visitò musei e gal- lerie, collezionò opere d'arte e libri antichi, come le preziose edi- zioni miniate del Tito Livio. Ecco una selezione dei disegni in cui il giovane fece riprodurre monumenti e antichità ammirati in Italia, dall' 'Athena Chigi' alla 'Iuno Lanuvina, e gli acquerelli e i dipinti che volle portarsi in In- ghilterra. Fra questi i fogli di Ga- sper Wan Wittel con diversi 'Pa- FABRIZIO dEL BIMBO Seduzione etrusca, una mostra a Cortona con le opere dei musei britannici norami'. Quindi il percorso prose- guirà con l'allestimento dell'unica copia del manoscritto originale del 'De Etruria' di Thomas Dem- pster, accanto a lettere e docu- menti chiarificatori di quel pro- getto di grande respiro, nonché disegni preparatori originali e delle matrici in rame realizzati per le tavole integrative dell'edi- zione a stampa, che Lord Coke finanziò con oltre 2.000 scudi fiorentini. Oltre ai capolavori etruschi concessi in prestito dai maggiori musei italiani (la grande statua bronzea ad altezza naturale del- l''Arringatore', lo specchio fine- mente inciso noto come 'Patera cospiana', il 'Putto Graziani'), si potranno ammirare i 40 reperti provenienti dal British Museum. Fra questi, statuette votive di pregevole fattura, urne, bronzi, ceramiche, gioielli, steli. In parti- colare arriverà a Cortona la fa- mosissima statuetta dell''Of- ferente', l'importante 'Testa bron- zea a grandezza naturale" scoper- ta in un'isola del lago di Bolsena nel 1776 e, ancora, la 'Statua- cinerario' in pietra calcarea, addi- rittura alta quasi un metro e mez- zo. Fino al 31 luglio le collezioni del British Museum e della Holkham Hall