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GIOVEDÌ 22 MAGGIO 2014 www.italoamericano.com 23 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | gENEROSO D'AgNESE Un paesaggio che profuma di miele di nespola nel Piemonte cuneese: tra i paesi, i vigneti e i frutteti del Roero E alla fine scopri il Roero. Quando pensi che l'Italia ti abbia offerto tutti gli scorci sug- gestivi, le vedute più accattivanti e i luoghi più incantati, ti ritrovi sulla strada che costeggia il Ta- naro e ti accorgi dello straordina- rio patrimonio naturale che si dipana verso le colline. Ti fermi al primo crocicchio e chiedi in- formazioni per sentirti raccontare che non sei più nelle Langhe ma nel Roero, e che per conoscere bene i mille rivoli della sua straordinaria storia, devi arrivare a Bra e poi da qui ripartire alla volta degli altri caposaldi di que- sto angolo di Piemonte cuneese. Meglio arrivarci in primavera o in autunno, senza disdegnare le altre stagioni. Ma in quelle di mezzo le colline e i paesi del Roero dispiegano al meglio la loro ricchezza fatta di profumi e colori, di mura secolari e filari geometricamente allineati. In un territorio punteggiato da graziosi agriturismi e piccoli al- berghi sarà però altrettanto sug- gestivo viaggiare con un Camper angolo di Piemonte, formato da orridi, forre, pinnacoli di nuda sabbia delle Rocche, boscosi contorni e reliquati dell'antica silva popularis. Nelle aziende agricole è possi- bile osservare da vicino le fasi del processo di lavorazione del dolcificante più antico conosciu- to dall'uomo. Altrettanto istrutti- va è la conoscenza dei vari tipi di prodotti dell'alveare e il miele attraverso la flora apistica. A Sommariva del Bosco (che in estate ospita il Festival dei Mieli - Amél'Amèl -) vale la pe- na fermarsi al Trovarobe di To- nino Strumia, che ha trasformato il suo caffè-gelateria nella prima mieloteca d'Italia. Tra un assag- gio di Sombo (dolce al cioccolato morbido) e un Sorriso al vino di Roero, tra un gelato all'Arneis e uno al Birbèt , uno sabajone al Passito d'Arneis o un gelato al Moscato o alle mele cotte del Roero, è possibile acquistare miele di nespolo (varietà rarissi- ma), di trifoglio, limone, erica, biancospino o di santoreggia. Il Sentiero del Tartufo rappre- senta un altro itinerario che per- un altro percorso ecologico. È punto di partenza del sentiero della Pera madernassa, la produ- zione frutticola di maggior pregio del Roero. L'itinerario si snoda tra vallette coltivate a frutteto e mor- bide pianure tra le borgate Socco e Madernassa dove nel 1784, nacque il fortunato innesto che dà origine alla croccante varietà di pera autoctona del Roero. Negli stessi appezzamenti, sul finire dell'Ottocento, l'avvocato-agrono- mo Ferrio sperimentò varietà di pesche americane a maturazione precoce che diedero inizio a una vera rivoluzione agro-economica. Il sentiero della Castanga Granda caratterizza invece il ter- ritorio di Monteu (balconata na- turale su alcune fra le più belle Rocche del Roero), permettendo di arrivare a una radura di castani secolari, dove è possibile am- mirare un vero e proprio monu- mento vegetale avente 400 anni. L'altezza dell'esemplare è di 12 mt, la circonferenza del tronco a petto d'uomo di 10,50 mt, mentre la circonferenza alla base del tronco è di 14,70 metri. Nell'ultima parte del sentiero, si attraversano i tipici boschi roerini (la "silva popularis" dei romani), tra cui svettano maestosi pini sil- vestri, per arrivare in un punto panoramico di grande impatto visivo, da cui, nelle giornate lim- pide, la vista spazia dal castello medievale di Monteu Roero ai centri storici di altri borghi di sommità delle Rocche. LA TERRA DELL'ARNEIS Miele, pesche, peri e castagne rappresentano prodotti tipici di un territorio che ha nel vino il pro- prio punto di forza. Favorita, Nebbiolo (rosso ru- bino), Barbera (rosso) rappresen- tano le punte di diamante della produzione territoriale che si offre ai degustatori con prodotti molto localizzati come il Brachetto (con il nome di Bir- bet), il Dolcetto, la Bonarda Pie- montese, il Moscato bianco e vitigni internazionali come il Cabernet Franc, il Sirah, il Rie- silng e il Merlot. Il Vitigno autoctono del Roero è "l'Arneis". Questo vino bianco nasce dalle uve di un vitigno antico ricordato con il nome la- tino "Renexium" nelle zone viti- cole del Piemonte, viene citato a partire dalla fine del '400 in vari documenti che si riferiscono al territorio, oggetto di esperimenti di vinificazione come vermout verso la fine del '700. Fino al- l'800 era considerato uno dei viti- gni più validi e radicati nella mentalità produttiva, tanto che il suo vino era citato espressamente negli inventari contabili come "bianco Arnesi" mentre il resto andava sotto la voce di "bianco di uve diverse". I vignaioli piantavano viti di Arneis per avere un grappolo dolce in anticipo da consumare come uva da mensa, ma soprat- tutto perché alcune piante inseri- te nei filari, con l'aroma e la dol- cezza dell'uva primaticcia, at- Il Ciabòt è un piccolo fabbricato caratteristico dei vigneti piemontesi e ospita i contadini durante la vendemmia Il territorio piemontese del Roero ha nei vigneti il suo punto di forza per assaporare al meglio anche una sosta in una stradina di cam- pagna tappezzata di pescheti o di castagni. Dormire nel silenzio delle colli- ne del Roero e spostarsi con la bicicletta rappresenta il must di una vacanza che è anche viaggio all'interno della storia, ad esem- pio alla scoperta dei borghi di sommit, piccoli centri accerchiati dalle Rocche ( fenomeno geolo- gico di erosione che caratterizza la porzione centrale del Roero) che erano usate come fossato di difesa. Tra essi spiccano Cisterna d'Asti, Montà, Santo Stefano Roero, Montaldo Roero, Monteu Roero, Baldissero, Sommariva Perno e Pocapaglia, sorti dopo l'anno mille e riuniti in una rete ecomuseale che si offre ai visita- tori con sentieri tematici di gran- de suggestione. Da Montà si dipana il sentiero dell'apicoltura, percorribile a piedi oppure in bicicletta, che permette di conoscere una delle attività che da sempre fanno parte del territorio. Partendo da Bra, il percorso si snoda per 40 km pas- sando per Ceresole d'Alba e arri- vando infine a Cisterna d'Alba. L'itinerario, creato per poter avere la massima fruibilità, per- mette di visitare 11 comuni legati dall'apicoltura e di godere dell'e- cosistema straordinario di questo mette di scoprire una tipicità del territorio: il tartufo bianco delle Rocche. Si snoda lungo le piste, risalendo lungo vigne coltivate su terreni sabbiosi e caratterizza- te dai ciabòt (piccoli fabbricati caratteristici dei vigneti piemon- tesi nati per ospitare i contadini durante la vendemmia) in un per- corso naturalistico ad anello. Il Sentiero del Castagno conduce verso Montà d'Alba, nel cui terri- torio vivono oltre duemila esem- plari aventi come punto di forza la cultivar a precoce maturazione settembrina detta "castagna della Madonna". Il percorso di 11,5 km in totale, permette di cono- scere il lavoro dei contadini della frazione di S. Rocco, che garanti- scono la sopravvivenza della mil- lenaria cultura del castagno. Vezze d'Alba si propone con Ciabòt San Giorgio in Monteu Roero immerso in un paesaggio di vigneti traevano la golosità degli uccelli, che di conseguenza risparmiava- no le uve rosse (ritenute al tempo più importanti) per la vendem- mia. Quanto veniva risparmiato da- gli uccelli, si vinificava dolce per tenerlo in serbo per gli ultimi giorni di Carnevale. Le ultime bottiglie arrivavano fino a Pasqua per il rituale paga- no della "questua delle uova". Colpito dalla crisi della viticol- tura e dallo spopolamento delle campagne a cavallo delle due guerre mondiali, alla fine degli anni sessanta l'Arneis era ridotto a pochi ettari di impianto, filari sparsi qua e là tra quelli di Nebbiolo. Grazie alla perspicacia di alcu- ni viticoltori, questo vitigno è diventato negli ultimi decenni l'unico bianco autoctono piemon- tese ottenendo il Docg (la deno- minazione di origine controllata e garantita). Va gustato con il pesce, so- prattutto quello di lago e di fiu- me, con le carni bianche, le ver- dure, i primi delicati di pasta e di riso. Nella versione passita, che profuma deliziosamente di miele e di frutta secca, accompagna i dolci più sontuosi con sicura per- sonalità.