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GIOVEDÌ 9 OTTOBRE 2014 www.italoamericano.com 26 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com S'ignora la differenza tra signorina e signora se oggi si preferisce dire 'single' per tutti i non sposati LuIGI cASALE La pubblicazione, la scorsa settimana, dell'articolo su celibe e nubile, dati i tempi e con essi tutte le questioni che si dibatto- no intorno al matrimonio e alla sua definizione, ha rischiato di sollevare un polverone con diverse reazioni. E non solo di chi serenamente accetta il matri- monio nella sua forma istituzio- nalizzata, o di quanti, pur negan- dolo, poi lo vivono in maniera coerente ed originale nelle situa- zioni praticate di fatto; ma anche, e soprattutto, di quelli che, istituzionalizzato o meno, lo vorrebbero estendere a tutte le possibili condizioni di vita, le più svariate, su cui si anima oggi il dibattito. neato le implicazioni connotati- ve (nonché i conseguenti risvolti psicologici e comportamentali) che caratterizzano la differenza tra scapoloe zitella. Ulteriore discriminazione di genere! Ma il linguista si attiene allo studio del fenomeno lingua, nella sua specificità, nella sua dimensione sociologica, nella sua evoluzione storica, nelle sue implicazioni psicologiche, filo- sofiche ed estetiche. Con questo, senza voler sottrarsi al suo dove- re, civico e morale, di portare un contributo al dibattito politico. Le parole, i significati, la conno- tazione, sono conseguenze, pre- ziose, ma rischiose, dei compor- tamenti umani. La loro traspa- renza e, a seconda dei casi, l'opacità, determina a sua volta nuovi comportamenti producen- do cultura. E qui si inserisce la semantica storica o etimologia che cerca di recuperare il pro- cesso di formazione dei signifi- cati. Per quanto riguarda il tema odierno cercheremo di vedere dove hanno origine i termini signore, signora, signorina,uti- lizzati per indicare la persona adulta, caratterizzata nella sua condizione di genere e nella sua posizione di stato. Sulla scia di Benveniste [Emile Benveniste: Il vocabola- rio delle istituzioni indeuropee (1969) – Tr. Italiana (Torino 1976)], partiremo da marito e moglie(latino: maritus, uxor). Se *mari, secondo la ricostru- zione del Benveniste, significa "ragazza in età da marito, mari-tus significherà, provvisto di mari, quindi "colui che pos- siede una fanciulla". A maritus corrisponde uxor. Uk-sor sarebbe la donna abitua- le, l'essere femminile al quale si è abituati". Per indicare il padrone di casa – rispettivamente, la padrona – i Romani avevano dominus e domina, conservati nella lingua italiana nella forma don – e, rispettivamente, donna; – e anche madonna. Mentre da femina (latino: "che è succhiata", allatta), viene femmina (francese: femme = donna, moglie). L'uso di signore (sir) – e delle parole derivate signora e signo- rina – (dal latino senior = più vecchio, anziano) lascia chiara- mente intendere la diffusione, all'origine, in una società gerar- chizzata, dove cioè al vertice c'è il "più anziano". La distinzione tra signora e signorina, banalizzazione abba- stanza arbitraria, è andata poi a significare (scivolamento di significato) lo stato della donna sposata e della non sposata, arricchendosi di connotazioni a volte negative, che la letteratura frivola delle parodie ci presenta. Vedi l'uso malevolo di zitella (piccola sposa) riservato alle signorine di una certa età. Quando ancora pesavano le implicazioni di carattere sessista della definizione di signora o signorina, era attuale una bar- zelletta che utilizzava il doppio senso generato dall'errata seg- mentazione. Essa diceva grosso modo così: Allo sportello: l'impiegato chiede: -Scusi, signorina o signora ? -S'ignòra ! Tuttavia, il fatto che l'aggetti- vo celibe, che indica l'uomo- non-sposato, sia attestato al fem- minile, contrariamente a nubile, usato esclusivamente per le donne, ha portato qualcuno a proporre, come soluzione più facile, di eliminare dalle registra- zioni anagrafiche la differenza tra uomini e donne. Suggerendo perciò di adottare per tutti "il più moderno single". E che dire di quelli che hanno rimarcato la discriminazione tra uomini e donne, attiva fino a pochi anni fa, che anche nella pratica comune distingueva le donne tra signorine e signore, mentre gli uomini sono sempre stati semplicemente signori? Qualcuno ha addirittura sottoli-