L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-13-2014

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GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE 2014 www.italoamericano.com L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | 19 IL MARE RESTITUISCE IL 'TRIPOLI' Il piroscafo Tripoli prima del suo ultimo viaggio La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani Non è la prima volta che il mare della Sardegna riconsegna i relitti di navi da guerra che, in questo ampio spazio d'acqua, facevano rotta nell'ambito dei due conflitti mondiali. Al largo di Castelsardo, davan- ti al golfo di Alghero, venne ritrovata la carcassa della Corazzata Roma. Rividero la luce pure i relitti del Vivaldi e del Da Noli, caccia- torpedinieri della Marina Regia. Poco più su, nelle infide acque delle Bocche di Bonifacio, fu poi ritrovato, dopo decenni, la sagoma del dragamine francese Cassini. Insomma, c'erano tutti gli ingredienti per riavvolgere la storia di un'altra nave scomparsa. Nei giorni scorsi - grazie al lavoro sofistica- to della nave della Marina Vieste, di stanza a La Spezia, specializzata in questo genere di ricerche - è stato avvistato, davanti al golfo di Olbia, a venti miglia da Capo Figari, il relitto del piroscafo 'Tripoli', colpito da un sommergibile tedesco in una notte di metà marzo del 1918. Una storia ammantata di mistero e, purtroppo, di morte. Quasi trecento furono, infatti, le persone che persero la vita in quel dram- matico naufragio: tra questi molti militari della Brigata Sassari, rima- sti senza nome perché non registrati nei registri di bordo essendosi evidentemente imbarcati pochi minuti prima che la nave salpasse da Olbia in direzione di Civitavecchia. Il 'Tripoli' era adibito al trasporto postale e già nel precedente mese di ottobre era stato oggetto di un attacco notturno, condotto da un altro sommergibile tedesco. In quell'occasione morirono due persone, ma evidentemente il destino aveva deciso che, di lì a poco, il piroscafo avrebbe dovuto inghiottire - portandole in fondo al mare - centinaia di altre persone. Una storia - come tutti i resoconti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale - zeppa di malinconia. Merito della nave Vieste averla riportata alla luce: una magra consolazione per gli eredi di coloro che, quasi cento anni fa, in divisa o in borghese, uomini, donne e bambini persero la vita, annegando o restando incastrati all'interno del 'Tripoli'. Era evidentemente destino che l'inizio di novembre dovesse ripor- tare alla luce storie di mare e di morti ingiuste e improvvise. Nel can- tiere di Voltri, vicino a Genova, infatti, sono stati rinvenuti - sommer- si dal mobilio di una cabina - i resti dell'ultima vittima del naufragio della nave 'Concordia', appartenenti a un cameriere indiano, l'ultimo, tra le trentadue vittime, ad avere finalmente, dopo quasi tre anni, una tomba. Da Voltri a Olbia, quindi, dalla Liguria alla Sardegna: un tratto di mare maledetto, talvolta, per centinaia di persone. La nave Vieste - specializzata, nello specifico, a individuare sui fondali la presenza di relitti di navi naufragate nel corso delle due guerre - non ha in serbo di tornare alla base. Ricomincerà, tra qualche giorno, la sua attività di ricerca: non solo di navi scomparse, ma pure di ordigni bellici adagiati in fondo al mare, svolgendo evidentemente pure un meritorio compito di tutela e salvaguardia della società civi- le. Per adesso, i pronipoti di coloro che persero la vita a bordo del piroscafo 'Tripoli' possono ammirare la sagoma della nave adagiata sul fondo di Capo Figari. Non hanno conosciuto i loro avi, ma da adesso potranno immaginare le loro ultime ore di vita. Nel centenario della Grande Guerra sui sentieri di Asiago Nel centenario della Grande Guerra tante sono le iniziative promosse in Italia, soprattutto nei luoghi teatro delle battaglie che hanno caratterizzato il con- flitto. In Veneto c'è una visita che è quasi un pellegrinaggio. Ad Asiago si cammina lungo i sentieri del primo conflitto mon- diale, sull'altopiano che ha visto versare tanto sangue italiano ed austriaco. È un luogo che ha vis- suto tutti i 41 mesi della Grande Guerra in prima linea. Tutte le montagne, per oltre tre anni, divennero campi di bat- taglie, teatri di stragi orrende e scenari di gesta eroiche. Alcuni scrittori, a quel tempo soldati, le hanno descritte e le hanno rese celebri: dalle memorabili pagine di "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu alle narrazioni di E r n e s t H e m i n g w a y , R o b e r t Musil e Franz Kafka. Il Sacrario Militare di Asiago sorge sul colle Leiten nella città in provincia di Vicenza, a 1.058 metri di quota. Fu progettato dall'architetto veneziano Orfeo Rossato ed è stato ultimato nel- l'ottobre 1936. L ' i m p o n e n t e m o l e d e l Sacrario rispecchia la migliore architettura romana, con linee sobrie e solenni che ben si scor- gono sia osservandolo da lonta- no, sia ammirandone i particola- ri. Il monumento è a pianta qua- drata e ha quattro fronti, perfet- tamente simmetrico rispetto ai due assi ortogonali e appare in tutta la sua grandiosità da qua- l u n q u e p u n t o d i v i s t a v e n g a osservato. La struttura si compone di due parti essenziali: la cripta inferiore e il grandioso Arco Trionfale superiore. La cripta, a base quadrata con lato di 80 metri, si articola in a m p i e g a l l e r i e p e r i m e t r a l i e a s s i a l i , l u n g o l e q u a l i s o n o distribuiti i loculi con i resti dei Caduti; le gallerie assiali con- f l u i s c o n o a l c e n t r o d e l l a Cappella ottagonale nelle cui pareti sono collocati i resti di 12 c a d u t i d e c o r a t i d i M e d a g l i a d'Oro al Valor Militare. La parte centrale superiore è costituita dal grandioso Arco Trionfale quadrifronte alto 47 metri, con scalinate di base lar- ghe 35 metri per lato. Al centro dell'arco è posta un'Ara Votiva. A l S a c r a r i o s i a c c e d e mediante un'ampia scalinata che termina con una cancellata di bronzo; ai lati dell'ingresso prin- cipale, due rampe simmetriche portano alla terrazza soprastante la Cripta, dalla quale si può a m m i r a r e i l p a n o r a m a dell'Altipiano di Asiago che fu teatro di sanguinose battaglie. Sul parapetto della terrazza, apposite frecce indicatrici sono volte verso le cime storicamente più importanti: Pasubio, Spitz di Tonezza, Zebio, Verena, Malette di Gallio, Sisemol, Valbella, Lemerle, Cengio. Nel Sacrario sono sepolti i resti dei caduti italiani prove- nienti dai 35 cimiteri di guerra prima Armata di avanzare nel- l'altopiano di Asiago e aprire così il fronte al centro, sugli Altipiani, secondo il disegno di Cadorna, e aggirare le forti com- pagini laterali in Valsugana e Val Lagarina. p r i m a e s i s t e n t i n e l l a z o n a dell'Altipiano di Asiago. I caduti noti sono custoditi in loculi indi- viduali posti in ordine alfabetico lungo le gallerie perimetrali ed assiali; gli ignoti sono raccolti in tombe collettive poste lungo le gallerie assiali. Nella cripta sono stati raccolti anche molti caduti austro-ungarici noti ed ignoti. Asiago fu uno dei principali teatri di azioni belliche nel corso della Grande Guerra. Dal 27 maggio al 27 giugno 1916, ad esempio, vi iniziò una grande offensiva austro-ungarica: nei primi giorni l'esercito nemico occupò diverse posizioni, come Arsiero e Asiago; il 2 giugno, p e r ò , v e n n e d a t o o r d i n e a l Generale Pecori-Giraldi e alla Il successo italiano si ebbe grazie all'intervento russo che allargò il fronte e costrinse il generale austro-ungarico von Hötzendorf a ripiegare. Tali fatti portarono l'esercito italiano ad attestarsi su una nuova linea di fronte, che si trovava, per pochi c h i l o m e t r i , d a v a n t i a q u e l l a mantenuta prima della battaglia. Il Sacrario è aperto i giorni feriali, escluso il lunedì, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle ore 17 e i festivi dalle 9 alle 13. Il sacrario militare di Asiago, in Veneto FABRIZIO DEL BIMBO

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