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GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2014 www.italoamericano.com 22 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Dalla testolina rasata dei ragazzini al vaso di coccio che poi è diventato un Carosello LUIGI CASALE Per lungo tempo si era credu- to che la parola Carosello (la prima parte dell'articolo è sull'e- dizione della scorsa settimana, ndr) fosse di origine straniera. Forse francese: "carrousel", che indica la gios tra s frenata di cavalli o di altri veicoli in un'a- rea circoscritta; perciò come tale la si considerò derivata dal latino carrum [carretto] o, meglio ancora, currus [carro]. Semplicemente perché le parole si assomigliavano; e anche i significati in qualche modo, ché nell'uno e nell'altro caso riman- davano ai carri. Ma non si era preso in consi- derazione né l'area di diffusione della parola, né la sua storia riportare anche il lemma "caro- sello" del Dizionario della lingua italiana di Devoto e Oli (Firenze 1971): "Carosello, 1. Specie di torneo o parata di cavalieri, con vari giochi ed esercizi, introdotto a Napoli dagli Spagnoli nel sec. XVI. 2. Giostra (per divertire i ragazzi nelle fiere). 3. Movimento vorticoso di vettu- re in uno spazio limitato. 4. Carosello tranviario, l'anello formato dai binari a un capoli- nea. [Dal napoletano carusiello "palla di creta" (equivalente a "tes tolin a d i caru s o" o ragazzo) perché i cavalieri gio- stranti si lanciavano reciproca- mente palle di creta]". Nel Seicento quindi si prati- cava a Napoli, importato dalla Spagna, come detto, ma di origi- ne araba, il gioco delle canne o dei cavalli, in cui dei cavalieri lanciavano punte di canne o palle di creta ("i carusielli"). Ancora oggi noi chiamiamo "carusiello" un identico oggetto di creta offerto ai bambini per cus todirvi le poche monete risparmiate durante la giornata (altrove chiamato "il porcellino" o "il kirieleison"). Quindi il carusiello è una p iccola tes ta rap ata. M a "testa", prima di significare capo, significa terracotta: infat- ti oggi chiamiamo "testa" pro- prio il vaso di terracotta dove coltiviamo le piante ornamentali. Quindi se il coccio di terracotta è passato a significare anche capo è solo perché già nell'anti- chità si producevano terrecotte a forma di capo umano (o per le statuette votive o per le urne cinerarie, oppure per conservare nei loro lineamenti le immagini di persone trapassate). Concludiamo: carusiello = vaso di terracotta dalla forma di testa rapata, da carosare o carusare (tosare), a sua volta dal latino cariosu(m) (corroso). E rimando alla voce sicilia- na: "caruso" (ragazzo). Una volta quando c'era il bar- biere di quartiere all'angolo della strada tutti i ragazzi fino ad una certa età portavano il "caruso", forse per necessità pratica (o più esattamente igienica). Ma ancora mio padre usava il termine "scaruso" per dire che ero uscito senza aver preso il cappello. Prima di siglare questo artico- lo vorrei segnalare la pagina di lettura da cui ho tratto la mag- gior parte di queste informazio- ni, diciamo: da dove ho tratto lo spunto per parlarne. L'opera è L'Etimologia di A lberto Zamboni, Ed. Zanichelli (Bologna 1979). Basta andare a pagina 160. Con questo voglio dire ai lettori e ricordare a me stesso che non sempre quello che produco è farina del mio sacco; mentre invece è tutta mia la sen- sibilità, insieme ad alcune argo- mentazioni. legata a manifestazioni praticate (e perciò presenti) in certe realtà sociali. Fu Benedetto Croce che mise in discussione la ricostruzione fatta da W. Meyer-Lübke nel Romanisches Etymologisches Wörterbuch (REW) giungendo ad altra conclusione, riconosciuta ormai anche dagli stessi dizionari francesi. (Vedi: Dictionnaire de la lan- gue française – Le Robert pour tous – [1994], secondo il quale "carosello" è una voce di origine napoletana: "Nome di un gioco – da "caruso", testa rasata – nel quale i giocatori si lanciavano delle palle dalla forma di teste"). Ho tradotto alla meglio. A questo proposito mi piace