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GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014 www.italoamericano.com 43 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Noi abitanti della terraferma siamo abituati a vedere una pre- cisa linea di confine fra mare e terra, la spiaggia segna il passag- gio dalla terraferma all'acqua. Bellissime ad esempio le spiagge abruzzesi: profonde ed ampie consentono lunghe passeggiate fra sabbia ed acqua. Singolare il caso di Grado, provincia di Gorizia, regione Friuli Venezia Giulia. È un'isola nella laguna del Nord Adriatico, situata fra Venezia e Trieste. G e n e r a l m e n t e i n t e n d i a m o l a p a r o l a l a g u n a i n r e l a z i o n e a V e n e z i a , c o m e u n m a g i c o intreccio di acqua e merletti di pietra bianca. Andando oltre, lungo la costa nord dell'Adriatico, quando da Cervignano del Friuli, stazione di Grado, ci dirigiamo verso la città, ad un certo punto ci accor- giamo che la strada non è più ritagliata nella campagna, ma è un terrapieno costruito sull'ac- qua della laguna, e così all'im- provviso sfuma l'idea di una pre- cisa linea di confine fra terra ed acqua. Acqua su ambo i lati, dalla misteriosa profondità, ci porta verso il centro di Grado. I l t e r r a p i e n o d e l l a s t r a d a attraversa le rovine di Aquileia, oggi l'intreccio di eleganti viali alberati, ed una pregevole omo- geneità architettonica, qua e là interrotta da interventi recenti. Caratteristica la diga, un ter- r a p i e n o c h e d i f e n d e l a c i t t à dall'acqua del mare aperto, una via che collega la spiaggia di G r a d o c e n t r o , c u i s i a c c e d e attraverso una serie di ingressi numerati, con quella vastissima e quasi tutta libera della perife- ria. Con il pavimento di pietra bianca, quasi accecante nelle ore del sole pieno, la diga è una pas- seggiata piacevolissima, popola- ta di gente di ogni età. M e m o r a b i l e a G r a d o u n a pista ciclabile, piatta e larga, fiancheggiata da cespugli odoro- si di lavanda ed oleandri, adatta a gente che vuole provare l'e- mozione di una pedalata senza troppi sforzi. Ricavata tagliando una parte della strada statale per M o n f a l c o n e , e n t r a a G r a d o Pineta, dove si può prendere una stradina costruita su un terrapie- no che costeggia la laguna e conduce verso il mare. Da un lato l'acqua, la sabbia, la terra vaga e misteriosa che si vede e non si vede, dall'altro la vegeta- zione selvatica, il silenzio inter- rotto solo dal fruscio delle ruote e della pedalata. Ad un certo punto sullo sfondo, appare una terra lunga protesa sul mare, fino a sparire in un azzurrino Mosaico delle gallerie del Lapidario nella città romana di Aquileia Frequentatissima località turistica d'estate, Grado è attraversata dai canali e dalla laguna adriatica EMANUELA MEDORO si vede la zona archeologica con reperti in pietra di epoca classi- ca, a ricordare ancora oggi la presenza di una città romana ricca e popolosa distrutta dalle scorrerie di popoli invasori. Per sfuggire a distruzione e morte gli abitanti di Aquileia si nasconde- vano nei posti più lontani della laguna, ambiente poco praticabi- le da gente forestiera, una terra vaga ed incerta, insicura, che appare appena sul pelo dell'ac- qua, e può sparire da un momen- to all'altro. E c o s ì n a c q u e l a c i t t à d i Grado, un'isola della laguna attraversata da canali che condu- cono al mare aperto, creando dei singolari scenari naturali. Non solo naturali, anche artistici. Nella parte vecchia della città svetta alto il campanile della cat- tedrale di S. Eufemia, una chiesa paleocristiana, dalla struttura essenziale, semplice e suggesti- va, sostenuta da un colonnato pregiatissimo, raffinato, dove ancora si cammina su un pavi- mento a mosaico, fatto con tas- selli bianchi e neri, simili a quel- li della cattedrale di Aquileia. D'estate Grado è un frequen- tatissimo luogo di villeggiatura, iniziato come tale più di un seco- lo fa, dagli austriaci. Conserva lontano. È l'Istria. Il barista del luogo mi dice che nelle giornate chiare si vede bene il porto di Pola. Si può avere un colpo d'oc- c h i o c o m p l e s s i v o s u q u e s t o straordinario paesaggio arrivan- d o a l l a t e r r a z z a d e l l ' h o t e l Astoria. L'occhio spazia dalla laguna al mare fino alla costa di terraferma, e da questa fino ai monti lontani. Una singolare varietà e ricchezza dello scenario naturale che stupisce ed emozio- na. Dall'acqua proviene il cibo principale di Grado, pesce fresco dal sapore delicato. Il boreto è la ricetta classica e tradizionale di Grado, si tratta di un brodetto misto di parecchie varietà di pesce servito con la polenta, tagliata a fettine. Tradizionale a f i n e l u g l i o L a S a r d e l a t a , l a popolare festa di mezza estate in cui quintali di pesce azzurro rapidamente nuotano dal mare verso la padella ed i piatti. Devo un ringraziamento di cuore all'amica Marilena Iancis e sua figlia Virginia, che avvici- nate e conosciute durante un viaggio negli Usa, mi hanno invitata a conoscere Grado. Un'isola nella laguna friulana: a Grado sfuma la linea di confine tra terra e mare A seconda delle maree ci sono zone sommerse o percorribili nella laguna Passeggiate romane tra passato e presente alla scoperta delle eredità storiche EMANUELA MEDORO "Ibam forte Via Sacra…", si traduceva dal latino nel liceo classico. Calpestare ancora oggi millenari massi lisci, poter vedere solide mura di mattoni ancora in piedi, è una emozione carica di ricordi ed esperienze. Tante sono le scoperte che si pos- sono fare in zone ricche di storie. Studiate e meditate al liceo, in età matura suscitano paralleli con il mondo odierno. Per esempio, veniamo a sapere che la povera gente alle origini della città di Roma viveva in ricoveri elementari, in capanne che a mala pena proteggevano dal freddo e dalla pioggia; molte cose si facevano all'aperto, com- preso mangiare. Ancora oggi si fa. L'esempio più popolare e dif- fuso di dolce vita romana, non è un bel pasto all'aperto? Enormi e odorosi piatti di pasta, arrosti e fritti croccanti si consumano fra vie e piazze del centro storico, in memorabili momenti di relax, meditazione e contemplazione. Le case più importanti, solide ed in pietra, si costruivano sul colle Palatino, donde le parole palatium/palazzo. E che dire di una notizia riguardante Giulio Cesare? Starà senz'altro scritta sui libri di sto- ria, ma mi fece sorridere sentire che conquistate le Gallie (Gallia est omnis divisa in partes tres…) lui aumentò a Roma il numero dei senatori, dando questa onorif- icenza ai personaggi più rilevanti delle terre appena sottomesse. Geniale esempio di esercizio del- l'arte del potere. Nelle vicinanze della curia, appena sotto la finestra dello stu- dio del sindaco di Roma in Campidoglio, si può vedere l'ombelico di Roma, il centro geografico dell'urbe, oggi un ammasso di pietre coperto da una tettoia. È il punto da cui parte la misurazione chilometrica delle vie consolari. Tra un museo e l'altro capita di vedere statue che mostrano le tappe della storia di Augusto, personaggio di eccezionale caris- ma e intuito politico. Le statue illustrano, fra guerre, vincitori e vinti, il processo di diviniz- zazione di lui, fatto modificando particolari significativi nel modo di rappresentarlo, l'espressione del volto, il gesto, la posizione delle braccia e delle mani studi- ate per comunicare ai contempo- ranei ed ai posteri valori, fedi e credenze. In parole povere, la rappresentazione dell'aureola della santità, come noi la conos- ciamo adesso, ha origini prece- denti il cristianesimo, e si è sviluppata ed evoluta nel corso della storia. Quello che oggi fanno i media, allora lo facevano artisti ed artigiani dell'immagine, scolpendo pietre e marmi. Mi chiedo, non senza qualche timo- re, quali immagini prodotte oggi saranno ancora a disposizione del pubblico fra duemila anni.