L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-18-2014

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GIOVEDÌ 18 DICEMBRE 2014 www.italoamericano.com 23 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | All'avvicinarsi del Natale, a l l e r a c c o m a n d a z i o n i c h e l a mamma sempre preoccupata per noi figli faceva a tutta la fami- glia quando dovevamo uscire da soli o intraprendere una attività di un certo rischio, (ma anche a nostro padre nello svolgimento del suo lavoro e nell'esercizio delle responsabilità di capo- famiglia), aggiungeva questa espressione: "… E statevi accor- to! Ca 'i chiesti juorni vanno camminànno i riàvoli": state bene attenti, ché di questi giorni vanno camminando i diavoli. Questo avvertimento ce lo sentivamo ripetere solo per la durata dell'Avvento. Ora, che il diavolo fosse sem- pre in agguato per tentarci, lo avevamo appreso dal catechismo della prima Comunione; così c o m e s a p e v a m o a n c h e c h e , nell'agonia della morte, di ogni nici dell'indottrinamento parroc- chiale, bensì da quella che a noi appariva una libera elaborazione popolare. Solo l'amore per la mamma e la paura di darle qual- che dispiacere ci faceva accetta- re la sua apprensione e, con essa, l'accorata raccomandazio- ne alla prudenza e alla saggezza. La scoperta in età adulta di due manifestazioni culturali mi hanno svelato l'origine di quel m o d o d i s e n t i r e p o p o l a r e ; entrambe le tradizioni risultano legate al clima, o meglio al folk- lore, natalizio: una del meridio- ne d'Italia, l'altra di derivazione nordica; tutte e due formatesi nell'alveo della fede cristiana e della devozione ai santi. La prima è un'opera dram- matica, classica del Meridione d'Italia, la Cantata dei pastori, quella sacra rappresentazione del mistero della Natività rac- c o n t a t a c o m e s f o n d o d i u n a vicenda di uomini (commedia), La Cantata dei pastori portata in scena dal maestro Gaetano Stella con la sua compagnia salernitana Struffoli cosparsi di miele sono cotti in olio bollente e ricoperti di codette LUIGI CASALE uomo, Satana e l'Angelo custode si contendessero l'anima. A dire il vero, tutti i giorni dell'anno nell'Ave Maria recitavamo (e recitiamo): "Prega per noi pecca- t o r i , a d e s s o e n e l l ' o r a d e l l a nostra morte". Ma che diavoli a schiere se ne andassero in giro nei giorni lieti dell'approssimar- si delle festività natalizie, era un messaggio che ci giungeva dalla coscienza popolare attraverso la voce della mamma, quasi che ci invidiassero la gioia spontanea della fanciullezza all'avvicinarsi d e l l i e t o a v v e n i m e n t o d e l l a nascita di Gesù. Dal punto di vista della dot- trina, certamente era un fatto plausibile, anche indiscutibile, ma resta che all'epoca non ave- vamo ancora tanta capacità di discernimento, e poi, per quanto fondata dal punto di vista dog- matico, la notizia non ci veniva dai canali ufficiali, quelli cano- che si metteva in scena nei gior- ni dell'attesa del Natale in ogni città del nostro circondario, se non addirittura in ogni parroc- chia; alla quale nessuno doveva mancare. Oggi è una preziosa rarità poterla ritrovare in qualche rione di Napoli, o in qualche città della provincia. La seconda è la festa di San Nicola (6 dicembre), che nei paesi di lingua tedesca si chiama Nikolaus. L a C a n t a t a d e i p a s t o r i h o fatto in tempo a vederla. Non solo nella mia infanzia e nella mia giovinezza; ma, ancora una volta nel 2007, avendo avuto la fortuna di partecipare ad una replica che si dava durante le feste natalizie nella parrocchia di Sant'Antonio a Castellammare di Stabia. Il corteo del santo vescovo Nikolaus (san Nicola), che la vigilia del 6 dicembre distribui- sce dolci, mandarini e frutta secca ai bambini lungo le strade della città, ho cominciato a fre- quentarlo invece da adulto, trat- tandosi di una tradizione viva dei centri della provincia di Bolzano, dove dopo aver forma- to famiglia, sono andato a vive- re. E questa festa è ancora molto partecipata in tutte le realtà sociali dei paesi dell'area geo- grafica di lingua tedesca, com- preso, in Italia, l'Alto Adige- Südtirol. Tutte e due le manifestazioni pubbliche mostrano, fisicamente rappresentata, l'allegoria dei diavoli, impegnati ad ostacolare in tutti i modi la realizzazione del bene. Nello spettacolo tea- trale della Cantata dei pastori, i n g a n n a n d o , f u o r v i a n d o , e minacciando in maniera fasti- diosa i personaggi della comme- d i a u m a n a , e l e f i g u r e d e l l a s a c r a r a p p r e s e n t a z i o n e : Giuseppe e Maria, e gli Angeli. Mentre nel codazzo che si forma al seguito del corteo di Nikolaus vi s'intrufolano sotto forma di Krampus (i diavoli), degli esseri mostruosi maschera- ti da caproni, che anziché offrire a i b a m b i n i l e c c o r n i e e c o s e buone come fa San Nicolò, li percuotono a colpi di verghe (sarebbero quelli i bambini che non si sono comportati bene nel corso dell'anno). Le due scene della rappresen- tazione del male, proposte alla r i f l e s s i o n e d e l l a c o s c i e n z a morale, sono visibili a tutti: o nella sala del teatro, nel caso d e l l a C a n t a t a d e i p a s t o r i ; o lungo le strade della città, nel caso del passaggio di s. Nicolò. È dai tratti comuni di queste due manifestazioni della tradi- zione natalizia che molto proba- bilmente è derivato anche il convincimento popolare che faceva dire a mia madre: 'I chi- sti juorni vanno camminanno i riavuli". Anche se il diavolo, nella forma del serpente, è presente ancora una volta in un'altra rap- presentazione simbolica (e ico- nografica) del periodo natalizio: q u e l l a l e g a t a a l l a f e s t a dell'Immacolata (8 dicembre). In questo caso essa trova la sua origine direttamente nella pagi- na della Bibbia in cui si legge che il Creatore condannò il ser- pente a strisciare nella polvere e ad essere vinto (calpestato) dalla Donna, la tutta pura. 'Stasera vanno camminànno i riavoli': durante l'Avvento Bene e Male si contendono le anime Il Natale negli antichi sapori della dolce tradizione napoletana Non ho una conoscenza né s torica, né s cientifica della tradizione culinaria napoletana, compresa quella dei dolci. Ma mi resta il ricordo vivo dei miei Natali dell'infanzia, per cui mi sono rimasti fissi nella memoria colori, sapori, emozioni, legati a quei dolci che la mamma ci met- teva a tavola; ma era papà a por- tarli a casa, a parte gli struffoli che in casa si facevano spesso senza dover aspettare per forza il Natale. Perciò non chiedetemi di darvene la ricetta, perché, esclusi gli struffoli, erano tutti acquista- ti: prodotti dalla rinomata Pasticceria Di Francesco di Torre Annunziata. Tuttavia mi piace elencarveli, descriverli; per il resto i nome, tra chi li ha visti e li ha provati, avrà potere evocativo. Pasta reale: dolcetti di varie forme geometriche compresa la mezzaluna, fatti di pasta di man- dorle o marzapane, ricoperti di glassa di colori vivaci. Mostaccioli: biscotti abbas- tanza grandi, a forma di rombo, ricoperti di glassa di cioccolato fuso. All'origine erano preparati con mosto, da cui il nome. Susamielli: biscotti a forma di esse (S), di pasta dura conte- nente nocciole intere, il cui nome, sesamelli, ricorda di quan- do erano fatti di pan di spezie. Roccocò: biscotto dello stesso impasto dei "susamielli", a forma circolare però, col buco al centro (tarallo). Oltre alla forma, la variante era anche negli ingredi- enti, per cui si presentavano più duri da rosicchiare. Cassatine: uno dei numerosi formati di paste della pasticceria napoletana, che si producevano tutto l'anno; forse il più ricercato dai consumatori. A Natale, però, andavano i raffioli. Raffioli: dolci giganti, più grandi della cassatina, preparati solo in occasione delle feste natalizie, con la stessa tecnica della cassatina, tanto da essere chiamati raffioli alla cassata. Base di pandispagna ricoperto da spesso strato di crema di ricotta, con pezzi di frutta candita e cioccolato; il tutto rivestito da un consistente strato di glassa al pistacchio. Struffoli: gnocchetti di pasta dolce cotti in olio bollente. Si servivano in un unico piatto, oppure in porzioni individuali, ricoperti di "codette e palline colorate" (che da noi chiamiamo i cunfettielli), ed erano cosparsi di abbondante miele. Gli unici che si preparano in casa senza difficoltà. LUIGI CASALE La tradizione nordica di S. Nikolaus con i Krampus, i diavoli I Roccocò natalizi

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