L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-29-2015

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GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 www.italoamericano.com 18 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | La cittadina toscana di Capannori come San Francisco: con 'zero waste' diventa sempreverde Il business dei rifiuti che l'Italia spreca: lo smaltimento dentro i confini nazionali San Francisco e Capannori sono due città che differiscono per molte cose, ma che hanno una comunanza inaspettata quan- to importante: sono entrambe impegnate a diventare città eco- logiche e a trovare la loro sussi- stenza attraverso un sistema basato sul riciclo e sul riutilizzo dei prodotti. Ciò che accomuna le due città da un capo all'altro dell'emisfero pare essere un elisir di lunga vita (se si intendono lungimiranza e longevità in senso ampio), capa- ce di renderle sempre giovani o, è il caso di dire, "sempre verdi". Il pensiero che sta alla base della politica cittadina di entrambe è chiamato zero waste, tradotto in italiano letteralmente con "rifiuti zero", e si riassume in tre concet- ti concatenati: riduzione dei rifiuti, riciclo delle materie, riuti- lizzo dei materiali. Il comune di Capannori, circa 45 mila abitanti nella provincia di Lucca, si è contraddistinto nel- l'ultimo decennio per aver adot- tato proprio la strategia dei rifiu- ti zero. Il merito di aver creduto fortemente e di aver conseguen- temente aperto la strada a questo pens iero è s tato Ros s ano Ercolini, un insegnante della cit- tadina della lucchesia impegnato nella politica ambientale, che da anni si batte contro la facile soluzione degli inceneritori e che allo stesso tempo si impegna nella realizzazione di ambienti (e anche di una mentalità) sosteni- bili. La dedizione di Ercolini, che spesso lo porta a fare conferenze nei comuni italiani insieme al fondatore della zero waste, il Prof. Paul Connett, è stata "ripa- gata" nel 2013 con il prestigioso "Goldman Environmental Prize" consegnatogli a San Francisco. P erché proprio a S an Francisco questa strategia, se così si può chiamare, ha trovato una piena quanto inattesa realiz- zazione, facendo di una delle metropoli più popolose e cono- s ciute degli S tati U niti un modello di città "sostenibile". Quando si parla di sostenibi- lità, di economia verde o di bioe- conomy si pensa spesso a singoli casi, ad aziende o iniziative che, soprattutto dall'inizio del nuovo millennio, si sono affacciate sul mercato per promuovere o ven- dere materiali e prodotti ecologi- ci. Non si pensa invece, o per lo meno raramente, a un' intera struttura, come può essere una città, che sia propriamente ecolo- gica. Zero waste sembra un motto propagandistico e forse utopico. È riuscito invece a imporsi non solo come grido di cambiamen- to, ma come efficace metodo di miglioramento della vita cittadi- na. Le città "pioniere" di San F rancis co e Capannori, cos ì Ercolini presiede Zero Waste Europe ed è il principale promotore, insieme a Paul Connett, della rete italiana per Rifiuti Zero come tutte le altre che nel mondo lo hanno adottato, si prefiggono obiettivi concreti pluriennali circa il raggiungimento di un'e- conomia a spreco ridotto o inesi- stente (e le percentuali raggiunte sul riciclo sono spesso al di sopra delle aspettative). Il motore di questa strategia è molto semplice, come dice già il nome, e si basa su un'unica idea: quella di non creare – perché qui, sì, la creazione è tutta nostra – rifiuti. Ma non produrre rifiuti non significa smettere di produr- re in sé, vuol dire semplicemente impegnarsi a reimpiegare. È in fondo l'attuazione più prossima del vecchio concetto per cui tutto si trasforma, o meglio, tutto si può trasformare. Ecco allora che insieme alla differenziata, alla raccolta porta a porta, all'incentivazione di installazioni ecologiche e alla riduzione degli sprechi delle risorse, entra in atto un nuovo concetto: il riutilizzo. E questo nasce proprio là dove il consumo dei beni e la logica dell'usa e getta hanno preso vita, dove si guarda, in genere, alla fruizione del prodotto presente. Se San Francisco è uno dei simboli dell'America e del con- sumismo, essa è anche una città che si è impegnata a rinnovarsi e a guardare alla bellezza in termi- ni non solo di conservazione ma di rinascita ogni volta possibile, proprio come una fenice che questa volta risorge, occorre sot- tolinearlo, non dalle ceneri. La strategia "rifiuti zero" e le città che hanno creduto e attuato il suo potenziale fanno nutrire la speranza che quel circuito di frecce divenuto simbolo del rici- claggio non si chiuda mai e che, al contrario, possa portare a inve- stire su una ricerca delle tecniche verdi ampiamente auspicabile. Rossano Ercolini vincitore del prestigioso Goldman Enviromental Prize dotti dall'industria e che si calco- la frutti alle ecomafie intorno ai 3,1 miliardi di euro. Altro problema è legato allo s maltimento all'es tero della spazzatura italiana. Secondo l'Ue, se solo non si smaltissero rifiuti nazionali oltre i confini ma in impianti cos truiti a cas a nostra, si potrebbero risparmiare 72 miliardi di euro l'anno. Inoltre, considerando che dai rifiuti è possibile ricavare ener- Si calcola che annualmente l'Italia produca 32 milioni di tonnellate di rifiuti gia termica ed elettrica in parte rinnovabile, si potrebbe ottenere un ulteriore guadagno. Per dare un'idea del peso che il settore ambiente può avere sul Prodotto interno lordo di un paese, basta considerare che nel 2009, in Italia, per la gestione integrata dei rifiuti urbani sono stati spesi quasi 8 miliardi e mezzo di euro, ovvero 140 euro ad abitante. V icevers a, l'A genzia Europea dell'Ambiente calcola che le spedizioni transfrontaliere di rifiuti (in gran parte speciali o pericolos i) da paes i europei verso altri paesi Ue ed extra Ue (soprattutto verso Cina e India) sono cresciute del 175% in dieci anni: nel 1999 si attestavano intorno ai 3 milioni di tonnellate, nel 2009 erano già a 11 milioni. La dotazione impiantistica, un corretto smaltimento differenzia- to e una drastica riduzione del ricorso alle discariche si rivela fondamentale, anche in vista di una lotta efficace contro interessi illegali in questo settore e crimi- nalità organizzata, non solo in termini di benefici ambientali ma anche di vantaggi economici. In base alle cifre evidenziate dalla Commissione Europea, la piena attuazione delle indicazio- ni comunitarie in termini di rifiu- ti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro l'anno, incre- mentando di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore rifiuti e del settore del riciclaggio e creando oltre 400 mila posti di lavoro entro il 2020. VALENTINA GERI È di oltre tre miliardi di euro il business "legale" che ruota attorno allo smaltimento dei rifiuti urbani in Italia. Si calcola che ogni anno si produca nel nostro Paese una montagna di immondizia dal peso esorbitante di 32 milioni di tonnellate. Il gros s o problema che s i affianca a quello dello smalti- mento in discariche e biostabiliz- zatori è rappresentato dal traffico illegale dei rifiuti speciali pro-

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