L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-29-2015

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/453712

Contents of this Issue

Navigation

Page 22 of 27

GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 www.italoamericano.com 23 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SABINA BRODOLINI È bellissimo passeggiare nei boschi del Parco di Veio, una grande oasi naturale protetta alle porte di Roma nord. E avventu- rarsi in quel dedalo di sentieri e a volte, camminare per un bre- vissimo tratto, lungo il percorso della Via Francigena, quella strada maestra che in una piccola area del Parco, lo attraversa. È sulla Via Francigena che si incontrano spesso piccoli gruppi di pellegrini che, zaino in spalla, stanno per affrontare l'ultima tappa del loro lunghissimo pelle- grinaggio lungo la V ia Francigena, che li porterà final- mente a Roma, alla tomba di Pietro, dopo centinaia di chilo- metri percorsi a piedi discenden- do gran parte dell'Italia. La Via Francigena è una via l'A ppennino vers o Berceto, attravers ava la Tos cana e il Lazio per raggiungere Roma. Una delle prime narrazioni di pellegrinaggio lungo questa via è di S igerico, arcives covo di Canterbury che giunse a Roma per ricevere l'investitura da Papa Giovanni XV, nel 990 dopo Cristo. Sigerico raccontò il suo viaggio di ritorno a cas a da Roma in un diario molto detta- gliato dove descrisse le 80 loca- lità che incontrò lungo il cammi- no verso Canterbury, compiuto fra il 990 e il 994. La Via Francigena divenne rapidamente un'arteria importan- tissima per gli scambi commer- ciali e culturali fra i popoli non solo europei. Anche le merci provenienti dall'Oriente, spezie, sete, pietre preziose, dirette in nord Europa, la percorsero il lungo e largo passando per la Via Francigena nel suo tratto ita- liano. Il tragitto originale della Via F rancigena o F ranchigena o Francesca è lungo circa 1600 km e va da Canterbury a Roma. Il tratto italiano che va dal San Bernardo a Roma è lungo circa 945 chilometri. A partire dal 1994 è stata dichiarata "Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa" assu- mendo, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela, dignità sovranazionale. Anticamente, intraprendere il pellegrinaggio significava espor- si a mille pericoli, animali selva- tici, intemperie e difficoltà da superare, che di fatto, rappresen- tavano di per sè una atto di peni- tenza che consegnava simbolica- mente e materialmente il pelle- grino nelle mani di Dio. Lungo il percorso si svilupparono villaggi e strutture di accoglienza che divennero poi paesi e città come Siena o San Gimignano, veri gioielli del territorio italiano. O ggi, non s i corre più il rischio di essere assaliti dai lupi durante la notte. Il percorso è ampiamente organizzato e pro- tetto. Si possono trovare ostelli e Bed&Breakfast lungo il cammi- no e acquistare guide complete e soddisfacenti. Si può scegliere di percorrere solo un tratto del cammino, visi- tare i luoghi che si preferisce e magari compiere il cammino in varie tappe. Si avrà l'opportunità di incontrare anche genti di tutte le nazionalità, di godere di pae- s aggi incantati, lontano dai rumori e dalla frenesia delle città, di stare assorti nei proprio pensieri, in compagnia della pro- pria fede o di un raggio di sole che spunta dietro una nuvola solitaria. La Via attraversava le Alpi in Valle d'Aosta e scendeva dal P iemonte e dalla Lombardia nella pianura Padana, valicava In pellegrinaggio dal Medioevo a oggi lungo la via Francigena per arrivare alla tomba di Pietro Oggi la Via Francigena è un itine- rario culturale europeo L'itinerario storico da Canterbury a Roma è lungo 1600 km Il tragitto originale in Italia è lungo circa 945 chilometri e va dal passo del Gran San Bernardo a Roma L'antico monastero francescano di Santa Filippa Mareri maestra percorsa fin dal Medievo da migliaia di pellegrini in viag- gio per Roma. Ebbe origine dalle antiche strade romane, in gran parte decadute do po la fine dell'Impero Romano e le inva- sioni barbariche. Fu completata dai Longobardi che, evitando le zone controllate dai Bizantini, collegarono il regno di Pavia con la Tuscia, realizzando la cosid- detta via di M onte Bardone. Q uan do la do minazione Longobarda lasciò il posto a quella dei Franchi, anche la Via di M onte Bardone cambiò il nome in Via Francigena, ovvero "strada originata dalla Francia". In quel periodo crebbe il traf- fico lungo la Via che si affermò come il principale asse di colle- gamento tra nord e s ud dell'Europa, lungo la quale tran- sitavano mercanti, eserciti e pel- legrini. Durante il Medioevo, il pelle- grinaggio assunse un'importanza crescente: frotte di fedeli comin- ciarono ad attraversare l'Europa per recarsi a Roma, sulla tomba di Pietro, o scendevano fino al porto di Brindis i da dove s i imbarcavano per la Terra Santa. A quell'epoca il viaggio non era una semplice avventura, ma portava con sé un aspetto devo- zionale ai luoghi santi della reli- gione cristiana: Gerusalemme, Santiago di Compostela e Roma, dove si arrivava percorrendo la Via Francigena. Nel Lazio il monastero sommerso della prima santa francescana Nel Lazio, sulle sponde del Lago del Salto, sorge l'antico monastero francescano di Santa Filippa Mareri. Il monastero femminile di origine francescana di San Pietro de Molito, detto anche di Santa Filippa Mareri, è situato a Borgo San Pietro di Petrella Salto. L'edificio fu rico- struito sulle sponde del lago arti- ficiale del Salto, le cui acque nel 1940 hanno ricoperto le strutture originarie. Il monastero è legato, almeno nelle sue fasi iniziali, alla storia della famiglia baronale dei Mareri, che tra il XIII e il XV secolo esercitò una forte egemo- nia nel Cicolano. La baronessa Filippa Mareri trasformò nel 1228 l'originario monastero benedettino in un monastero femminile francescano. Filippa morì poi in fama di santità nel 1236. Il suo culto fu riconosciuto nel 1248 da Papa Innocenzo IV, divenendo la prima santa france- scana. Le prime fasi della vocazione di Filippa furono caratterizzate da un'esperienza eremitica vissu- ta in una grotta naturale che sovrasta il monastero attuale. Alla grotta si accede da un sen- tiero suggestivo per il panorama che si apre sul lago artificiale e sulla Valle del Salto. Nella visita al monastero da non perdere è il piccolo museo che raccoglie alcune delle principali memorie legate alla vita spirituale della santa e del convento: arredi e oggetti sacri, raffigurazioni della santa, oggetti di uso comune, vasi, libri e ricettari della farma- cia, eccezionali tessuti. Tutte queste opere furono sal- vate prima che l'antico comples- so venisse sommerso dalle acque del lago. Importante è la cappella che conserva le reliquie della fondatrice, interamente smontata e traslata nelle nuove strutture prima che le acque la invadesse- ro. Di grande interesse gli affre- schi tardo rinascimentali che ornano la cappella: nel sottarco sono raffigurate le principali vicende della vita di Filippa, le lunette ospitano figure di santi e sante degli Ordini Mendicanti, la volta accoglie la gloria del para- diso. Tra il 1999 ed il 2000 si è pro- ceduto ad un nuovo allestimento che ha ricontestualizzato 'vec- chio' e 'nuovo' monastero, attra- verso la creazione di un collega- mento mediato dall'antico porto- ne cinquecentesco che introduce alla zona monastica suddivisa in modo quasi immateriale tra sacro (idealmente ricostruito con forme che si richiamano alla chiesa ed alle celle monastiche, nel quale è inserita una campionatura di oggetti liturgici e di uso quotidia- no) e profano (alcuni oli di De Chirico, con gli spazi metafisici che aprono orizzonti infiniti) che paiono contrastare, con l'angustia della clausura monastica.

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-1-29-2015