L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-26-2015

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GIOVEDÌ 26 MARZO 2015 www.italoamericano.com 24 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | La celebre scultura realizzata da Michelangelo Buonarroti, tra il 1501 e l'inizio del 1504, che ritrae David Le opere di Michelangelo? Veri testi poetici P erché il D avid del Buonarroti è un gigante e non quel ragazzino bello e fragile che la tradizione figurativa ha tra- mandato? Perché il colosso mar- moreo non tiene accanto a sé, com'è d'uso, la testa di Golia, testa che è l'attributo iconografi- co principale nell'iconografia di David (ovvero David lo ricono- sciamo sempre dalla testa di Golia)? Michelangelo scolpisce, per la prima volta da quel che è dato sapere, un David fuori dai cano- ni e la spiegazione è in alcuni passaggi biblici. Il gigante David non si riconosce immediatamen- te nella sua identità, mancano la testa del Golia e la spada, e il riconoscimento avviene soltanto dal laccio della fionda, che però corre lungo la schiena, e dalla pietra che tiene quasi nascosta nella mano. In occasione dei 450 anni dalla morte di Michelangelo, Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, ha presen- tato un percorso iconologico teso a offrire una nuova lettura di due tra le più celebri opere del gran- de artista, entrambe collegate al M us eo fiorentino: la S acra F amiglia, nota come Tondo Doni, uno dei più importanti dipinti conservati agli Uffizi, e il David, posto originariamente tra la piazza della Signoria e il piaz- zale degli Uffizi, dove tutt'ora è presente in copia. Attraverso saggi scritti nel- l'arco di più di vent'anni, Natali propone un approccio che vede i due capolavori come 'testi poeti- ci' composti con il linguaggio visivo e plastico, sottraendoli così alla sorte di opere-feticcio a cui s ono s tati cons egnati da un'accezione turistica dell'arte. Di questi 'testi' Natali svolge un'approfondita lettura, osser- vandone i particolari per rintrac- ciare le fonti iconografiche e testuali, arrivando a motivare gli esiti formali, poetici e ideologici delle opere sulla base di precise e documentate determinazioni del- l'artista. In particolare, la lettura ico- nologica del Tondo Doni porta alla probabile identificazione dei modelli antichi impiegati per le pose delle figure e a formulare un'ipotesi più precisa di datazio- ne dell'opera. Per quello che riguarda il David, l'attento raf- fronto con i passaggi biblici dedicati al personaggio sollecita un'interpretazione più complessa e fondata delle fattezze 'gigante- sche' assegnate al giovane ebreo. La pubblicazione rientra nel contes to delle celebrazioni michelangiolesche, cui gli Uffizi hanno voluto contribuire non aggiungendo altri eventi al nove- ro delle manifestazioni organiz- zate, ma con un gesto particolar- mente significativo e destinato a perdurare: l'apertura di due nuove sale all'interno del percor- so espositivo, dedicate una a Michelangelo 'e ai suoi amici', l'altra al 'G iardino di S an Marco' e al contesto di forma- zione dell'artista. La riorganizzazione delle opere (in primis il Tondo Doni) che l'apertura delle due sale ha comportato, è un invito a una let- tura più pacata, profonda e non convenzionale delle opere. Il libro "Michelangelo. Agli Uffizi, dentro e fuori" va nella stessa direzione. Le opere di M ichelangelo trattate, insieme ad altre di con- fronto, sono documentate nel volume grazie agli scatti origina- li di Antonio Quattrone, raffinato fotografo già collaboratore della Soprintendenza fiorentina e degli Uffizi. Il volume esce in doppia edizione, in italiano e in inglese, è stampato a colori, rilegato, con veste editoriale di pregio. Il volume inaugura la nuova collana di studi "Iconologia", diretta da Antonio Natali, che si prefigge di gettare nuova luce sulle opere del passato e in parti- colare di analizzare il rapporto tra esiti visivi e fonti testuali. Tutti i volumi escono in italiano e in inglese e hanno un apparato iconografico originale. Il secondo volume è affidato a Sefy Hendler, docente presso l'Università di Tel Aviv, e s'inti- tola "Un mostro grazioso e bello. Bronzino e l'universo burlesco del Nano Morgante". L'uscita è prevista per l'ottobre 2015. Il Tondo Doni è un dipinto a tempera di Michelangelo Buonarroti, databile al 1503-1504 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze Ceccato, l'anti-filosofo che studiò l'intelligenza artificiale e l'ingegneria della felicità Una lettura drammatizzata in piena regola di una dozzina di testi umoristici tutti centrati sui paradossi del linguaggio e del pensiero, collegati da brevi intro- duzioni e commenti dello scritto- re Gianclaudio Lopez e dialogan- ti con l'attore Carlo Ettorre, il tutto preceduto e accompagnato da improvvisazioni al piano del Maestro Claudio Maioli. È quanto andato in scena al Teatro Arciliuto di Roma, per presentare "Il sogno delle tre faraone - S ilvio Ceccato da Filosofo a Tecnico della Mente". La biografia con antologia appena pubblicato da Stampa alternativa nella collana "ereti- ca", presenta un personaggio straordinario della cultura del '900: Silvio Ceccato, musicista mancato che, alla ricerca dell'"essenza dell'Arte" da filo- sofo si fece anti-filosofo, "tecni- co della mente", prospettando e, in parte, realizzando progetti anticipatori nel campo della tra- duzione automatica, dell'intelli- genza artificiale, dell'estetica sperimentale, della comunicazio- ne didattica, dell'ingegneria della felicità. Il suo pensiero-discorso è spesso stato all'insegna dell'iro- nia, dell'umorismo, della presa in giro sorridente dei vicoli cie- chi e dei piccoli e grandi imbro- gli e autoimbrogli in cui si è fic- cata l'umanità quando si è messa a descrivere la mente, il logos e i suoi rapporti con la psiche e il corpo. Prima di lui umoristi di tutti i tempi hanno, in qualche modo, avvertito e rappresentato alcune di queste trappole e para- dossi del pensiero e del linguag- gio. Questa biografia di Ceccato ne ripercorre la vita avventurosa intessuta di incontri con le più geniali figure del XX secolo, piena di passione, sogno, succes- so ma anche di delusioni, morti- ficazioni, sconfitte (dimostrate dall'oblio generale in cui è cadu- ta la sua opera), con un lascito straordinario per i giovani che va ben oltre i risultati delle sue ricerche e applicazioni in campo mentale, linguistico e didattico. Nel libro si racconta la vita dell'uomo che, giovane musici- sta rinunciatario, volendo capire la natura dell'Arte si invischiò nella filosofia, temendo però di non poterne più uscire. Invece ne uscì – ecco la proposta innovati- va – inventando una tecnica nuova di analisi del mentale e concludendo molto in diversi ambiti della conoscenza. Scrive Pier Luigi Amietta nella prefazione: "È stato il solo, nel secolo ventesimo, ad assesta- re il colpo decisivo alle illusioni teoretico-conoscitive dei metafi- sici ufficiali e ufficiosi, pubblici e occulti che, ovviamente, non glielo hanno mai perdonato e, non sapendo come attaccarlo, lo hanno ripagato con la congiura del silenzio". Il filosofo veneto Silvio Ceccato

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