L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-30-2015

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GIOVEDÌ 30 APRILE 2015 www.italoamericano.org 35 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Dal Getty Museum di Los Angeles a Palazzo Strozzi di Firenze 'fondamentale salvare la memoria storica' Fino al 21 giugno Firenze sarà sede della grande mostra "Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico" concepita e realizzata con il J. Paul Getty M us eum di Los A ngeles , la N atio nal G allery of A rt di Washington e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. L'Italo-Americano ha intervi- stato Ludovica Sebregondi, diret- trice scientifica della Fondazione Palazzo Strozzi che ospita 50 capolavori provenienti dai più importanti musei archeologici italiani e stranieri. Storica del- l'arte ha svolto attività didattica in diverse università italiane e straniere. Tra le mostre curate più recentemente: "V irtù d'Amore. Pittura nuziale nel Quattrocento fiorentino" alla Galleria dell'Accademia; "Il mercante, l'Ospedale, i fanciulli" al Museo degli Innocenti. Al Bunkamura Museum di Tokyo si è aperta nel mese di marzo l'e- sposizione "Money and Beauty. Botticelli and the Renaissance in Florence", da lei curata. Si tratta della versione, adeguata al pub- blico giapponese, dell'esposizio- ne "Denaro e Bellezza. I ban- chieri, Botticelli e il rogo delle vanità" tenutas i nel 2011 a Palazzo Strozzi. C ome è n ata l'id ea d ella mostra "Potere e pathos" e la collab orazion e con illu s tri musei statunitensi? La mostra nasce da un'idea dei curatori, J ens D aehner e Kenneth Lapatin, del J. Paul Getty Museum di Los Angeles, che sono partiti da una conside- razione: gli straordinari bronzi ellenistici sono talmente rari che in genere sono esposi nei musei in uno splendido isolamento e non dialogano tra loro. La mostra doveva essere l'occasione sia per mos trare al grande pubblico opere straordinarie le une accan- to alle altre, ma doveva anche offrire l'opportunità di studiarle e analizzarle. Il J. Paul Getty Museum si è dunque rivolto alla Soprintendenza archeologica per la Toscana e a Palazzo Strozzi per riuscire a portare in porto l'ambizioso progetto. Queste col- laborazioni confermano la repu- tazione di eccellenza a livello internazionale di Palazzo Strozzi. Quali sono le caratteristiche salienti di questa mostra? La mostra presenta cinquanta opere in bronzo dell'età ellenisti- ca, datate tra il IV secolo avanti Cristo e il primo secolo dopo Cristo. Per comprendere l'impor- tanza dell'operazione bisogna considerare che in tutto il mondo ne sono conservate duecento. D unque un quarto di ques te opere s ono oggi a P alazzo Strozzi! Le s tatue in bronzo s ono rarissime e i bronzi antichi in gran parte perduti perché fusi nei secoli al fine di ottenere metallo da utilizzare per monete, armi o anche nuove opere d'arte. Cos ì, per es empio, papa Urbano VIII Barberini ordinò di fondere le decorazioni in bronzo del Pantheon per farne il baldac- chino di San Pietro e cannoni per Castel Sant'Angelo da cui la celebre pasquinata "quod non fecèrunt Barbari fecerunt Barberini" (quel che non fecero i barbari fecero i Barberini, ndr). Già questo può rendere l'idea della fine che hanno fatto le opere in bronzo, molto diffuse nell'antichità, poiché è un mate- riale duttile, che si adattava a composizioni dinamiche molto più del marmo. Le opere, inserite a Strozzi in un suggestivo allestimento di Luigi Cupellini, sono emozio- nanti, commuovono per la loro capacità di restituire con intenso naturalismo e raffinata sapienza psicologica volti, espressioni, sentimenti di uomini del passato. Ma anche corpi vigorosi e idea- lizzati, accanto ad altri restituiti con impietoso realismo. Ed è poi pos s ibile notare come molti sommi artisti abbiano tratto ispi- razione dalle opere ellenistiche: PAOLA ORRICO Statuetta di Alessandro Magno a cavallo del I secolo a.C. Bronzo con intarsi in argento appartenente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli La storica dell'arte Ludovica Sebregondi direttrice scientifica della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze Eros dormiente, III-II secolo a.C. Bronzo con base al Metropolitan Museum of Art di New York si può così capire da dove abbia- no desunto suggerimenti scultori tanto divers i tra loro come D onatello, G iambologna, Bernini, Gemito, fino a Mitoraj. Nell'arte ellenistica c'era già tutto. Un altro tema affascinante è quello dei ritrovamenti: storie avventurose di recuperi casuali in mare, anche recenti; statue che restano impigliate nelle reti dei pescatori, o sono rinvenute da sommozzatori. In mostra i video di Rai Teche danno conto di questi fortunati eventi. Un significativo restauro, che si deve alla generosità della Fondazione non profit Friends of Florence, e che è stato condotto da Nicola Salvioli e diretto da Mario Iozzo sulla Testa di caval- lo Medici Riccardi, ha consenti- to di ridare leggibilità all'opera, facendo anche reperire frammen- ti della doratura originaria. La Testa ci permette pure di ricor- dare come queste opere fossero ricercate dai collezionisti già nel passato più lontano: sicuramente appartenuta a Lorenzo il Magnifico, fece forse già parte delle "anticaglie" di suo nonno Cosimo de' Medici intorno alla metà del Quattrocento. Quali sono state le difficoltà organizzative o logistiche nella raccolta dei cinquanta bronzi ellenistici, in mostra appunto a Palazzo Strozzi? Le difficoltà sono state nume- rose, dato che le opere proven- gono da musei di tutto il mondo: dal Prado di Madrid, dal Museo A rcheologico di N apoli, dal British Museum di Londra, dal Metropolitan di New York, dal Museo Archeologico Nazionale di Atene, da quello di Creta e da quello di Salonicco (con le pro- blematicità legate alla attuale s ituazione greca), dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, dal Louvre, dai Musei Vaticani. L'ultima, drammatica, difficoltà è collegata all'opera che doveva giungere dal Museo del Bardo di Tunisi, proprio nei giorni dell'attentato. Non sappia- mo ancora s e s arà pos s ibile esporla. Palazzo Strozzi, diventa per un periodo importante (la mostra "Potere e pathos" sarà visitabile fino al 21 giugno) un fulcro importante di cultura e risonanza internazionale. È un bel traguardo. Palazzo Strozzi è spesso al centro dell'interesse internazio- nale: abbiamo organizzato mos tre come P rimavera del Rinas cimento, Bronzino, Pontormo e Rosso, straordinarie e irripetibili, e proprio in questo periodo Palazzo Strozzi è pre- sente a Tokyo, al Bunkamura Museum of Art con Money and Beauty, e a Sao Paulo, dove si è aperta Picasso a Modernidade Espanhola: Obras primas do Museo Reina Sofía. Due nuovi grandi successi a livello mondia- le. Si parla moltissimo di tutela del patrimonio culturale ed artistico nazionale, anche a livello parlamentare. Cosa, a suo parere, si può migliorare e cosa, anche a livello interna- zionale, si può fare per riuscire a mantenere intatta, la memo- ria storica che i nostri prede- cessori ci hanno lasciato? La salvaguardia della memo- ria storica è fondamentale e la conoscenza è l'elemento princi- pale per poterla attuare: non si rispetta ciò che non si conosce o ciò di cui non si comprende il valore. Questo è valido politica- mente poiché sarebbero necessa- ri maggiori investimenti nel campo dei restauri, della tutela e valorizzazione, ma la conoscen- za deve essere diffusa a tutti i livelli e, se la scuola ha una fun- zione essenziale, compito fonda- mentale lo hanno anche le fami- glie.

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