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GIOVEDÌ 30 APRILE 2015 www.italoamericano.org 42 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Dopo 150 anni una mostra riunisce i 20 arazzi medicei Il Quirinale è stato aperto per le visite dei cittadini alla mostra di venti arazzi esposti nel Salone dei Corazzieri. Si tratta della famosa serie "Il Principe dei Sogni, Giuseppe negli arazzi m e d i c e i d e l P o n t o r m o e d i Bronzino". L'arte della manifattura degli arazzi fu introdotta in Italia da C o s i m o I d e ' M e d i c i c h e i m p o r t ò d a l l ' O l a n d a t e c n i c i e s p e r t i e m a c c h i n e t e s s i l i . Realizzarono capolavori come la f a m o s a s e r i e d e l l a S t o r i a d i Giuseppe, narrata nella Genesi (Firenze 1545-1553). Cosimo de' Medici commis- sionò gli arazzi con la Storia di Giuseppe per decorare la Sala dei Duecento a Palazzo Vecchio in Firenze celebrando il raggiun- to potere politico della famiglia. I c a r t o n i p r e p a r a t o r i f u r o n o commissionati ai maggiori arti- sti del tempo, il Pontormo, il Bronzino e Francesco Salviati. F u r o n o t e s s u t i d a i m a e s t r i fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher alla metà del XVI seco- lo nella manifattura granducale, tra le prime istituite in Italia. Si tratta di venti arazzi, detti all'e- p o c a p a n n i . D i e c i d i q u e s t i rimasero in Palazzo Vecchio a Firenze, altri dieci, invece, per volere dei Savoia dal 1886 furo- no trasferiti al Quirinale. Cosimo de' Medici predilige- va la figura di Giuseppe, figlio di Giacobbe, ed in lui in qualche modo si identificava. Come è n o t o d a l l a n a r r a z i o n e d e l l a Bibbia, Giuseppe, figlio predi- l e t t o e d a m a t i s s i m o d a Giacobbe, riuscì, nonostante le avversità ed il tradimento dei fratelli, a perseguire posizioni di prestigioso potere politico come consigliere ed interprete dei sogni del Faraone d'Egitto, gra- zie alle sue alte doti intellettuali ed all'abilità di parlatore. Mise in salvo la popolazione dalla carestia e diede intelligente e lungimirante prova di clemenza perdonando i fratelli che lo ave- vano tradito. Questi arazzi sono una delle più alte testimonianze dell'arte e dell'artigianato rinascimentale. Stupefacente l'intreccio e la complessità della illustrazione della storia narrata, che si può c o g l i e r e c o n u n a n e c e s s a r i a informazione preliminare, osser- vando attentamente la organiz- zazione del disegno, la rappre- s e n t a z i o n e d e i p e r s o n a g g i e degli ambienti, i tanti particola- ri, anche piccolissimi, che li arricchiscono, ed il sapiente uso del colore. Giuseppe è rappre- sentato con i capelli biondi, il viso ovale regolare ed espressi- vo e con una veste rossa, le cui tonalità variano a seconda delle luci. Ricchissima la gamma dei colori, tante sfumature di beige, celeste, azzurro e verde. Straordinaria maestria di chi li ha pensati e realizzati allora, ed oggi restaurati. Basti pensare che serve una giornata di lavoro per ricavare appena un centime- tro quadrato di arazzo. Gli arazzi esposti in mostra sono stati restaurati in tempi recenti, all'Opificio delle Pietre Dure in Firenze, ed al Centro Operativo per la Manutenzione ed il Restauro degli Arazzi fon- dato nel Quirinale nel 1995, che li ha recuperati in laboratori attrezzati e con personale specia- lizzato. Per la prima volta sono stati esposti tutti e venti insieme al Quirinale. Prossimamente saranno trasferiti all'Expo di Milano. Gli arazzi furono commissionati quasi 500 anni fa da Cosimo I de' Medici La mostra "Il sogno e la glo- ria" è un omaggio a Frederick Stibbert (1838-1906) e alla sua opera: lo straordinario Museo fiorentino che porta il suo nome e che racchiude una delle più vaste collezioni al mondo di armi e armature antiche. Ecco in mostra alcuni dei capolavori rac- colti in tutto il mondo, attraverso un allestimento che non solo ne evidenzia la bellezza e le parti- colarità, ma introduce il visitato- re nell'atmosfera culturale otto- centesca in cui nacque la visio- ne, anche didattica, di questo eclettico collezionista. N o n s o l o s p a d e , p i s t o l e e armature cesellate e sbalzate, vere opere d'arte italiane e stra- niere, ma oggetti, dipinti, schizzi e fotografie che testimoniano il gusto dell'epoca per il revival romantico della vita medioevale e documentano il profondo inte- resse di Stibbert per la storia del c o s t u m e c i v i l e e m i l i t a r e . È s t a t o r i c r e a t o a n c h e u n o d e i ultimi anni secondo il progetto originale, il Museo, che era stato i d e a t o c o m e u n v i a g g i o n e l tempo e in paesi lontani, in cui o g n i s a l a e r a s t a t a c o s t r u i t a nell'intento di rievocare periodi storici e ambiti culturali diversi, si presenta di nuovo com'era nel 1884 quando venne visitato dai Duchi di Teck e da molti ospiti illustri, tra i quali la Regina Vittoria, Oscar Wilde e Gabriele D'Annunzio. Il Museo conta circa 50.000 oggetti e si articola in sezioni allestite su una super- ficie di oltre 3.000 metri quadra- ti. I l M u s e o è s t a t o c r e a t o a Firenze negli anni dell'Unità d'Italia da Stibbert, come rac- conta la mostra, che riporta l'at- tenzione su questo brillante col- lezionista inglese, espressione della cultura europea ottocente- sca, appassionato alla storia del costume civile e militare. N i p o t e d i G i l e s S t i b b e r t , Comandante della Compagnia d e l l e I n d i e n e l B e n g a l a , Orafi, armaioli, cesellatori, ebanisti: l'arte tra spade e armature a Firenze I 20 arazzi compongono il ciclo delle storie dell'eroe biblico Giuseppe Frederick aveva una delle più prestigiose scuderie di Firenze, e presenziava a tutti gli eventi arti- stici e mondani. Nel 1866 si arruolò nelle Guide di Garibaldi nella campagna del Trentino ed ebbe una medaglia d'argento al valore, ma alla vita militare pre- f e r ì i v i a g g i , i n R u s s i a , i n Turchia, in Egitto, negli Stati Uniti, in Germania e in Francia o a Londra. Nella creazione del Museo, Stibbert spese una fortuna, ma fu anche oculato uomo di affari, che non smise mai d'investire in avvedute operazioni finanziarie. Alla sua morte il 10 aprile 1906 Frederick Stibbert, cittadino bri- tannico dal cuore italiano, citava come primo legatario dell'ere- d i t à m u s e a l e i l G o v e r n o B r i t a n n i c o , c o n l ' o b b l i g o d i m a n t e n e r e l a c o l l e z i o n e a Firenze e di istituire il Museo a suo nome. In caso di rinuncia sarebbe subentrato il comune di Firenze, come effettivamente accadde nel 1908. EMANUELA MEDORO laboratori dei tanti artigiani: orafi, armaioli, cesellatori, fab- b r i e e b a n i s t i , i n c a r i c a t i d e i restauri e delle ricomposizioni delle collezioni, spesso veri arti- sti che aiutarono Stibbert nella r e a l i z z a z i o n e d e l g r a n d i o s o i m p i a n t o s c e n o g r a f i c o d e l Museo nei magnifici ambienti d e l l a s u a v i l l a d i M o n t u g h i , come il sorprendente Salone della Cavalcata. Restaurato negli FABRIZIO DEL BIMBO Spada da lato, Paesi Bassi (1620 – 30), acciao inciso e traforato