L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-14-2015

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m o n u m e n t o c o m m e m o r a t i v o sulla deportazione, rappresen- tante fiumane avviate verso i convogli della morte con a fian- co altre incisioni di quella dram- matica epoca. Lì, nel bronzo, è incisa una delle pagine più nere dell'umanità. Poco sopra, un emblematico filo spinato da cui t a l v o l t a s i e r g e d e l l a v e g e - tazione. Come se Madre Natura volesse dare il proprio contribu- t o n e l l ' a f f e r m a r e c h e l a v i t a saprà sempre trionfare sull'or- rore. Passeggiare nel Gheto Novo è come andare a scuola. Si sco- pre per esempio la storia del livornese Adolfo Ottolenghi, rabbino di Venezia dal 1919 al 1944. Catturato, fu deportato ad Auschwitz dove perì. Altrettanto commovente la lapide dedicata a Giuseppe Jona (1866-1943), p r e s i d e n t e d e l l a c o m u n i t à ebraica veneziana, che pur di non consegnare ai nazisti la lista degli ebrei presenti in laguna, si tolse la vita. Poco distante dalla Casa Israelitica di riposo c'è un GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Viaggio veneziano nel più antico ghetto d'Europa I bambini corrono instanca- bili. Biciclette sparse un po' ovunque. Aromi della cucina kosher si fanno strada nell'aria lagunare. L ì , n e l c a m p o d e l G h e t o Novo, tracce indelebili della memoria. Q u e l l a c h e a n c o r a o g g i s i s c o n t r a c o n i l p i ù b e c e r o negazionismo. Oggi, a Venezia, nel sestiere di Cannaregio, la comunità ebraica vive il quotidi- ano di un'esistenza pacifica. Abbandonata la sempre trop- po trafficata Strada Nuova, passo dopo passo, bacaro dopo bacaro (le tipiche osterie locali), mi s p o s t o i n F o n d a m e n t a d e l l a Misericordia e, costeggiando uno dei tanti canali, sopraggiun- go nell'attigua Fondamenta degli Ormesini fino ad attraversare, alla mia sinistra, un ponte in ferro. Dalla sponda opposta si sente un incredibile schiamazzo infantile. Proviene dal Campo de Gheto Novo. Già secoli addietro, Venezia, antica porta d'Oriente, era un centro popolato da culture di t u t t o i l m o n d o . S e c o n d o l a tradizione, la prima presenza ebraica qui si registrò agli inizi dell'XI secolo. A partire dal 1516 tutta la comunità giudea venne fatta confluire nell'allora zona delle f o n d e r i e e d a q u e l m o m e n t o dovette sottostare a leggi non s e m p r e t o l l e r a n t i , i n c l u s o i l mostrare un segno d'identifi- cazione. Nacque così il primo ghetto, chiuso da portoni durante la notte e di cui oggi rimangono ancora i segni di quei cardini. La situazione cambiò radicalmente con la caduta della Serenissima e la conseguente annessione al r e g n o n a p o l e o n i c o , f a t t o r e questo che dal 1797 permise agli ebrei di andare a vivere ovunque volessero, potendo inoltre svol- gere qualsiasi tipo di mestiere. Poco cambiò fino al 1938 quando l'avvento del Fascismo portò alla promulgazione delle leggi razziali. F u r o n o 2 4 6 g l i e b r e i veneziani deportati nei lager della Soluzione Finale. Tutti i loro nomi sono incisi sopra assi di legno, protette da sbarre di metallo. Nel leggere quelle poche righe si può ancora c a r p i r e i l t e r r o r e d i u o m i n i , donne e bambini, che strappati alle loro vite, furono obbligati a viaggi massacranti fino a spro- fondare nell'incubo dell'annien- tamento dei famigerati "campi di sterminio". Oggi il ghetto di Venezia è un quartiere sereno e ricco d'in- teresse storico-artistico, a com- inciare dalle cinque Scole o sin- agoghe, ciascuna delle quali con il nome riferito al gruppo etnico che realizzò la propria: Schola Canton, Schola Italiana, Schola Levantina, Schola Spagnola e Schola Tedesca. Gli ebrei del g h e t t o s i v e s t o n o i n m o d o t r a d i z i o n a l e : p a n t a l o n i n e r i , camicia bianca e kippah per i m a s c h i , g o n n a l u n g a p e r l e d o n n e . I s a p o r i d e l l a c u c i n a kosher poi, con due ristoranti ravvicinati, raccolgono consensi d a i p a l a t i d i t u t t o i l m o n d o (Venezia inclusa). C'è anche un forno dove il soffice impasto alla mandorla delle impade è un'overdose di bontà. Ogni anno, in occasione della Giornata della Memoria (27 gen- n a i o ) e d e l l a f e s t a d e l l a Liberazione (25 aprile), il ghetto ebraico assume ancor di più i connotati di crocevia culturale per l'intera popolazione, cataliz- zatore di studio e riflessioni. LUCA FERRARI Il primo Ghetto nacque a partire dal 1516 quando l'intera comunità fu fatta confluire in un unica zona (per tutte le foto in pagina Ph. Federico Roiter) Oggi il ghetto di Venezia è un quartiere ricco d'interesse storico-artistico La presenza ebraica si registrò a Venezia agli inizi dell'XI secolo La comunità ebraica veneziana vive nel sestiere di Cannaregio Il Seicento fu probabilmente il periodo d'oro per i quasi cinquemila ebrei veneziani. Il Ghetto rappresentava sostan- zialmente una "città nella città" del tutto autosufficiente

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