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GIOVEDÌ 28 MAGGIO 2015 www.italoamericano.org 25 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Piatti design o ricette tradizionali? L'italiano non rinuncerebbe mai alla buona tavola Sulla televisione italiana impazzano, da almeno un paio d'anni, le trasmissioni legate al cibo e alla cucina. Se non si ha idea di cosa pre- parare per il pranzo o si volesse imparare una ricetta, basterebbe girare su un qualsiasi canale della televisione, via cavo o digitale, più o meno a qualsiasi ora del giorno o della notte, per trovare format più o meno italiani di cucina, gare culinarie più o meno scopiazzate da modelli stranieri, rielaborazioni di ricette regionali, impiattamenti di prodotti locali con relativo elenco delle virtù gastronomiche del territorio, cuo- chi provetti, chef pluristellati alle prese con ristoranti e ristoratori da mettersi le mani nei capelli al punto che viene spontaneo chie- dersi come facciano a restare aperti, e persino bambini ai for- nelli. Insomma, chi più ne ha più ne metta! Ma visto che impazzano per- ché sono tutti programmi televisi- vi molto seguiti, rispondono forse al fatto che un po' tutti abbiamo il più o meno recondito desiderio di diventare abili cuochi, di sforna- re succulenti manicaretti in tempi contingentati, di servire cene luculliane agli amici spendendo pochissimo o di accogliere figli, mogli o mariti con portate elabo- rate e gustose tirate fuori dagli avanzi nel frigorifero, come coni- gli dal cappello di un mago. Tutto ciò nonostante il tempo scarseggi e quotidianamente incalzi la frenesia di quest'epoca moderna. In ogni caso il cibo è nel dna degli italiani. Come negarlo? Probabilmente non c'è più il tempo di fare la pasta in casa, come era in uso presso le nostre nonne, ma il desiderio di mangia- re qualche cosa di gustoso è sem- pre presente: sia che cuciniamo noi o che deleghiamo il compito ad altrui persona. Queste trasmissioni televisive tendono a diffondere due teorie. Da un lato c'è l'idea di una cuci- na ricercata con piccole porzioni, che di contro abbiano una cura estrema nella presentazione. L'altra interpretazione dell'arte culinaria è quella secondo cui in tavola devono arrivare porzioni enormi da trattoria rustica, quelle che soddisfano fino allo sfini- mento i mangioni o di fronte alle quali ci si chiede se si arriverà mai a finirle. La scelta tra i due stili? Assolutamente soggettiva. È come scegliere tra un rinomato ristorante raffinato ed una famosa trattoria di paese. Grandi nomi di chef racconta- no come la cucina sia un'arte. Hanno ragione. Di contro ci sono altri chef che non seguono la cucina raffinata e attenta alla composizione del piatto, ma si fermano alla sostanza: il loro principale obiettivo è soddisfare un pubblico numeroso in preva- lenza formato da famiglie. Anche loro hanno ragione. Anche questa interpretazione del cucinare non perde la sua capacità di piacere e gratificare. La testimonianza di questo secondo approccio ci è stata raccontata da uno chef ita- liano, anzi a sua detta "romagno- lo". Enrico, dopo aver viaggiato all'estero, dopo aver lavorato in ristoranti famosi, ha messo la sua capacità a disposizione delle famiglie ospiti di una famosa struttura alberghiera romagnola. Il suo modo di interpretare la cucina ha confermato il successo di una struttura già rinomata, come molte in questa area italia- na. Qual è l'obiettivo di Enrico e del suo staff? Una cucina varia, genuina, di qualità, magari non necessariamente raffinata, ma di soddisfazione per il grande pub- blico. Come Enrico esistono altri chef che al design e alla ricerca- tezza, elementi apprezzabili senza discussione, scelgono una cucina più tradizionale. Il modello prin- cipale di Enrico? Nessun grande nome internazionale, bensì sua nonna. E la nonna, almeno in Italia, è sempre un ottimo esem- pio, soprattutto ai fornelli! Il successo di Enrico come chef dimostra come, in un Paese inflazionato da queste trasmissio- ni di alta cucina, molti siano ancora legati ad un cibo più rusti- co, familiare, che richiama alla genuinità e al territorio d'origine. Così la coppa nostrana, dall'a- spetto un po' più ruspante e dal sapore decisamente intenso, diventa uno dei cavalli di batta- glia di questo chef, il cui compito non è solo assemblare le materie prime, ma cercare fornitori locali che garantiscano l'artigianalità del prodotto da cucinare. Il suc- cesso del risultato finale, per Enrico e molti altri chef, è estre- mamente legato alla scelta degli alimenti base da cucinare. Maggiore è la qualità della mate- ria prima e conseguentemente maggiore sarà la qualità del pro- dotto finale. Che agli italiani piaccia man- giare è un dato di fatto. La divi- sione non è così netta tra chi ama una cucina più rustica e chi non disdegna comunque un piatto ricercato: spesso è l'occasione che determina la scelta. Se l'obiettivo finale di uno chef è soddisfare il cliente deli- ziandolo con le sue creazioni culinarie, per chi si limita a man- giare delegando ad altri scelta della ricetta e dei prodotti, tempi di cottura, abbinamenti enoga- stronomici, il cibo è semplice- mente ciò che può creare conforto perché sazia, ci soddisfa, ci coc- cola, ci fa provare emozioni posi- tive, oppure richiama alla nostra memoria involontaria ricordi e profumi dell'infanzia. Un po' come facevano i biscotti chiamati "le madeleine " di cui parla Proust nella sua opera "Alla ricerca del tempo perduto". Se in un momento della nostra vita quel sapore ha fatto parte di noi, continuerà ad essere incon- sciamente presente e ritornerà alla nostra mente appena lo incontreremo nuovamente. Chi è stato in Sicilia da picco- lo magari ricorderà i profumi del gelsomino e l'intenso sapore della mandorla tra l'amaro e il dolce, il gusto degli agrumi e delle succose arance rosse. Chi ha vissuto in Liguria non può dimen- ticare il profumo intenso e il sapore aromatico del rosmarino e della focaccia. Così di seguito per paesi, valli, colline, pianure. Incontrando chef come Enrico, il cui obiettivo è ritornare alla tra- dizione culinaria, forse meno raf- finata, ma sicuramente più genui- Don't miss the chance to win the ultimate luxury vacation experience in Italy and other amazing prizes: participate in L'Italo-Americano Raffle Extravaganza and start dreaming of La Dolce Vita! Request your tickets today for a chance to win one of the great prizes listed below. To request your booklet of 3 tickets or a single ticket, please call us at (626) 359-7715 or send us an email at info@italoamericano.com. $10 per ticket or $25 for a book of 3 tickets We will mail them directly to your preferred address! 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Rimaniamo incantati di fronte all'abilità della realizzazione di un piatto dal nome impronuncia- bile, ma quanto rapisce la nostra attenzione il caro vecchio e sem- plice tortellino al sugo? Certi miti hanno un fascino immortale e il tortellino sicuramente fa parte di questa categoria. La maggior soddisfazione di chi cucina è rendere felici le per- sone, anche solo per un istante. Mangiare, rispettando i limiti del buon senso e della salute, non è solo una necessità, ma un vero piacere ed un italiano, diciamolo e riconosciamolo, non ci rinunce- rebbe mai! LAURA ROSSI