L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-28-2015

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GIOVEDÌ 28 MAGGIO 2015 www.italoamericano.org 26 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Auto, export in crescita. Fiat-Chrysler avvicina ancora di più Italia e Stati Uniti Nonostante la crisi economi- ca cerchi di trattenere l'Italia e l'Europa a sé, una ventata di ottimismo sta attualmente attra- versando il Belpaese. A ben vedere, le ferite della crisi sono ancora visibili ma, a differenza di soli pochi mesi fa, la situazio- ne sta prendendo una direzione diversa. Il Quantitative Easing messo in atto dalla Banca Centrale Europea, la svalutazione positiva dell'Euro e le indispensabili riforme varate dal Parlamento, hanno tolto un po' di polvere dal vecchio "Stivale"che ora si pre- para di nuovo a ripartire. Tutti gli indicatori economici sforna- no dati confortanti e assistiamo a una decisa e propizia inversione di tendenza rispetto ai mesi scor- si. Parte del moderato incremen- to del Pil è riconducibile alle esportazioni, soprattutto quelle verso gli Stati Uniti che, da sem- pre, hanno avuto un ruolo di primo piano, specialmente nel settore enogastronomico. Ultimamente, però, l'incre- mento dei beni esportati verso gli Usa è vigorosamente sostenu- to dall'automotive, un settore che fino a pochi anni fa valeva poco più di zero. Il gruppo italo-americano Fiat-Chrysler, nato dalle ceneri di due compagnie in gravi diffi- coltà, ha avviato una strategia di consolidamento che sta portan- do, mese dopo mese, a registrare record di vendita e fatturato inimmaginabili neanche nelle più rosee aspettative. Il segreto dei due costruttori è un matrimonio "d'amore" e non solo di convenienza. Le due compagnie avevano precedente- mente divorziato da GM (Fiat) e Daimler (Chrysler) e le rispettive unioni le avevano portate sul- l'orlo del baratro. Chrysler era la Cenerentola di Mercedes, mentre Fiat un grattacapo per GM. Il nuovo colosso, invece, ha fuso due gruppi molto diversi tra loro mettendo come base del rappor- to, il rispetto reciproco e la valo- rizzazione delle diversità. Un matrimonio da pari a pari che vede ogni settimana uno stuolo di ingegneri attravers are l'Atlantico da una sponda all'al- tra per affinare progetti comuni. Si è venuta a creare, dunque, una realtà completamente diver- sa rispetto ai tempi in cui ad Auburn Hills arrivavano fredde direttive da Stoccarda. I risultati di F CA oggi s i toccano con mano. Gli stabilimenti italiani che prima andavano a singhioz- zo, ora lavorano a pieno ritmo e producono modelli apprezzati in tutto il mondo. A spingere la produzione italiana sono indub- biamente gli Stati Uniti; non a caso dall'Italia partono verso Baltimora migliaia di auto mar- chiate Fiat, Jeep, Maserati e Ferrari. Se tutto questo può già sem- brare una piccola grande rivolu- zione, ecco che i numeri dell'in- dotto aiutano a comporre un qua- dro des tinato a diventare un capolavoro. N el porto laziale di Civitavecchia sono state create infrastrutture per sei milioni di dollari solo per accogliere la mole di vetture proveniente dagli stabilimenti Fiat, mentre è stato necessario impiegare circa 200 nuovi lavoratori esclusivamente per imbarcare le vetture. In tutto questo, Trenitalia Cargo mobilita decine di treni-bisarca per carica- re una sola nave e l'armatore Grimaldi, per far fronte a questo inaspettato traffico commerciale, ha ordinato cinque navi cargo, per un valore che si aggira intor- no ai 350 milioni di dollari. Non c'è male per un Paese in cui l'industria dell'auto sembra- va destinata a scomparire! Oggi le vetture esportate negli States, a parte le ultime Fiat e J eep, includono F errari e Maserati, ma la novità più attesa sarà il ritorno sul suolo america- no, dopo 22 anni di assenza, (escludendo le serie limitate 8c e 4c) del marchio Alfa Romeo, con almeno quattro nuovi modelli in gamma. Dopo anni di continui rinvii finalmente il "biscione" tornerà, per la gioia dei nostalgici e dei nuovi appassionati, a calpestare l'asfalto a stelle e strisce. A Torino hanno più volte rimanda- to il lancio delle nuove vetture per accertarsi che fossero all'al- tezza dei più blasonati concor- renti. Che sia questa la volta buona per mandare in pensione il film "Il laureato", con D us tin Hoffman che sfreccia con la sua Duetto sul Bay Bridge di San Francisco? La pos s ibilità di trovare un'Alfa nel concessionario vici- no casa ci suggerisce che sarà così. Ringrazieranno gli appas- sionati americani, ma lo faranno anche gli operai italiani. L'operazione win-win è servita. Spider Alfa Romeo 4C nella versione per il mercato americano La Jeep Renegade Trailhawk Limited prodotta negli stabilimenti lucani MAURO PILERI 'La macchina è ripartita'. Dopo 5 anni economia e lavoro in risalita "La macchina è ripartita". Il presidente del consiglio Matteo Renzi commenta così i dati dell'Inps sul lavoro e sul boom di contratti a tempo indeterminato: "La strada da percorrere è ancora lunga, ma dopo cinque anni di crollo costante, tornano a cresce- re gli occupati. Il fatto che molti di questi contratti siano agevolati dalle misure del Jobs act (stabi- lità, sgravi, tutele crescenti, taglio Irap) è sicuramente un fatto positivo". Nei primi 3 mesi del 2015 sono stati attivati oltre 1,33 milioni di contratti di lavoro mentre i rapporti cessati sono stati 1,012 milioni con un saldo positivo di 319.873 unità (+138% sul 2014). Nello stesso periodo dello scorso anno il saldo era stato attivo per 134.217, quindi nello stesso arco di tempo rispet- to allo scorso anno l'occupazione è cresciuta di 185 mila unità. Nei primi tre mesi dell'anno sono stati quasi 268.000 i rappor- ti di lavoro istaurati con l'esonero contributivo previsto dalla legge di stabilità, 206.786 sono state le assunzioni a tempo indeterminato e 61.184 le trasformazioni di con- tratti a termine. A crescere sono state soprat- tutto le assunzioni a tempo inde- terminato. In quattro mesi la per- centuale dei contratti a tempo indeterminato sul totale è passata dal 29,4% di dicembre al 48,2% di marzo. In altre parole, nell'ulti- mo mese, quasi uno su due dei nuovi contratti era a tempo inde- terminato. "Il fatto positivo — ha com- mentato Tito Boeri, presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza — è che il lavoro tende ad essere più stabile che in passato. Ma per sapere se l'occu- pazione aumenta o meno biso- gnerà aspettare i dati Istat di ini- zio giugno". L'Inps ricorda infatti che le sue rilevazioni riguardano solo l'occupazione da lavoro dipendente, non da lavoro auto- nomo né da irregolare. Il dato fornito, quindi, può sembrare in contraddizione con quello Istat (a marzo 70.000 occupati in meno rispetto a marzo 2014): in realtà si tratta di informazioni differen- ti, dato che quello dell'Istituto di statistica è a campione e riguarda tutto l'universo del lavoro, com- preso quello autonomo e irregola- re. Nei primi 3 mesi del 2015 sono stati attivati oltre 1,33 milioni di contratti di lavoro: +138% sul 2014

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