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no venerare i loro dei e un'altra vasta area che sta emergendo da scavi più recenti, dove evidente- mente vivevano tutti coloro che lavoravano nei cantieri navali, nei magazzini e nelle botteghe che contribuivano ai fabbisogno della comunità di Pyrgi. Nel 384 a.C. Dionigi re di Siracusa, attaccò e saccheggiò Pyrgi, impadronendosi di un enorme bottino in monete d'oro e d'argento e grandi quantità d'argento non monetato. Dal IV altare in peperino, furono ritro- vate nel 1964 le tre famose lami- ne d'oro di Pyrgi. Le lamine erano una coppia bilingue, in etrusco e fenicio, e una terza in etrusco. Trovate avvolte in un pacchetto e nasco- ste in una vasca nell area C, riportano una dedica alla dea Uni da parte del re di Caere Thefarie Velianas. Intorno all'a- rea sacra, inoltre, sorgevano altri piccoli templi dove anche i greci che giungevano al porto, poteva- GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 www.italoamericano.org 41 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Il 'luogo promesso' dell'Abbazia di Farfa, monumento del medioevo europeo "Iste est quem tibi promise- ram locus" ovvero "Questo è il luogo che ti avevo promesso". Sono le parole rivolte dalla Madonna a San Tommaso di Moriana, restauratore di Farfa, p e r i n d i c a r g l i i l l u o g o d o v e erano le rovine dell'Abbazia d i s t r u t t a , r i c o s t r u i t a p o i d a l santo, il luogo dell'attuale mona- stero benedettino di Sabina, in provincia di Rieti. L'Abbazia di Farfa è uno dei m o n u m e n t i p i ù i n s i g n i d e l M e d i o e v o e u r o p e o . E b b e i l patrocinio di Carlo Magno e pos- sedette, nel periodo di massimo splendore, una vastissima por- zione dell'Italia centrale. Con le donazioni poi, Farfa divenne un piccolo stato autonomo tra il patrimonio di San Pietro e il Ducato longobardo. Nel 774 l'a- bate sabino Probato, governatore dell'abbazia, ne modificò la linea politica, schierandosi dalla parte dei Franchi, e quindi del Papato, nella guerra tra Longobardi e F r a n c h i . L ' a n n o d o p o C a r l o Magno concedeva a Farfa il pri- vilegio di autonomia da ogni nel transetto e nell'abside inte- ressanti resti: un altare di epoca carolingia e un tratto di parete affrescata. Nelle tre cappelle opere di Orazio Gentileschi e dei suoi allievi. Nel soffitto del tran- setto e nel coro vi sono le poco consuete, per un luogo sacro, opere grottesche della scuola degli Zuccari. Da visitare la cripta con un bellissimo sarcofago romano c o n s c e n a d i b a t t a g l i a f r a Romani e Barbari, la torre cam- panaria, il chiostrino longobardo e il chiostro grande con sculture ed epigrafi romane. Da qui si passa nell'attuale biblioteca dota- ta di oltre 45.000 volumi, dove si trovano alcuni pregevoli codici ed incunaboli. Usciti dall'abbazia, si può visitare il villaggetto con case a schiera di eguale altezza. Un tempo, queste casette, durante le grandi fiere di aprile e settembre, venivano affittate dai monaci ai commercianti più ricchi. Esposizione di reperti all'Antiquarium e le Lamine d'oro di Pyrgi di inizio V secolo A.C. al Museo di Villa Giulia a Roma (Ph. Marco Lassalaz) FABRIZIO DEL BIMBO Secondo una leggenda, nel V I I s e c o l o , T o m m a s o d i M o r i a n a c h e v i v e v a a Gerusalemme, a seguito di una visione della Madonna, esortato a cercare in Sabina i resti di una basilica a lei dedicata, riedificò l'opera costruita dal vescovo Siro e rifondò la comunità, che, svin- colata dal controllo pontificio, divenne uno dei centri più cono- sciuti e prestigiosi dell'Europa medievale. Carlo Magno stesso, poche settimane prima di essere i n c o r o n a t o i n C a m p i d o g l i o , visitò l'abbazia e vi sostò. Visitiamo il complesso. Attraverso un portale romani- co del 1300 si accede ad un cor- tile sullo sfondo del quale si apre la Chiesa abbaziale consacrata alla Vergine, del XV secolo. Nelle mura della chiesa vi sono frammenti di sarcofaghi paleo- cristiani. L'interno della basilica è a tre navate divise da due filari d i e l e g a n t i c o l o n n e j o n i c h e . Sulla parete di fondo un grande olio su muro con il Giudizio Universale dipinto nel 1561 dal f i a m m i n g o H e n r i k v a n d e r B r o e k . A f f r e s c h i d e l 1 5 0 0 e 1600 con Storie della Vergine, Santi e Storie bibliche decorano l'abside e le navate minori. Nella p r i m a c a p p e l l a a d e s t r a u n a Crocifissione, nella seconda una Madonna col Bambino e due Angeli detta Madonna di Farfa, ricoperta da una lamina d'ottone sbalzata che lascia visibili solo i volti. Presso la porta della Basilica, L'interno dell'Abbazia di Santa Maria di Farfa, nel cuore dell'antica terra Sabina nel Lazio Vista di Farfa e della sua Abbazia benedettina dal Monte Acuziano al III sec a.C., il tempio ebbe una rinnovata fioritura cui pose f i n e i l c o n f l i t t o t r a R o m a e Caere che, dopo una prima inte- sa commerciale, portò alla con- fisca romana del territorio e alla fondazione del castrum romano militare della colonia marittima di Pyrgi. Purtroppo quel che resta visi- bile dei magnifici Templi è solo una piccola base perimetrale di pietre che d'estate è coperta d'erba e d'inverno diventa le sponde di una pozza d'acqua piovana. Il mare ha eroso alme- no 100 metri della costa del sito e m o l t o d e l l ' a n t i c o p o r t o d i Pyrgi si trova oggi sommerso. Dai continui scavi, anche subac- quei, emergono grandi quantità di reperti e elementi architettoni- ci che definiscono via via la pianta generale dell'area ancora incompleta. Alcuni reperti sono visibili n e l l ' A n t i q u a r i u m , p i c c o l o museo inaugurato nel 1972, che si trova nei pressi del antico porto e che fa parte del grande complesso del Castello di Santa Severa che occupa dal medioe- vo, gran parte dell'area di Pyrgi. Il più dei ritrovamenti originali sono custoditi a Roma nel gran- de Museo Archeologico di Villa Giulia. A Pyrgi i naviganti trovavano acqua potabile, cibo e ristoro. Il colpo d'occhio per chi arrivava dal mare doveva essere sempli- cemente fantastico, e per chi era a terra, il pullulare di vele colo- rate spinte dal vento che anda- vano e venivano, rendeva certa- mente la vita piena di sorprese. Chissà cosa stava arrivando su quella nave cartaginese: uova di struzzo, collane di pasta vitrea, o vasi d'alabastro? E da quel vascello proveniente da Cuma, vasi decorati a figure nere, o monete d'argento? E ancora, quali meravigliose storie avreb- bero raccontato i marinai etru- s c h i c h e t o r n a v a n o d a l l a Sardegna, quali mostri marini avevano incontrato tra le onde? Chissà cosa immaginavano men- tre il vento soffiava sempre su quella dolce sponda e sui tetti dei Templi sacri di Pyrgi. Ricostruzione dell'area sacra dei Templi A e B (Ph. Progetto Traiano) Modellino del Tempio A presso l'Antiquarium di Santa Severa Continua da pagina 40 potere civile o religioso: di qui il suo splendore, la sua ricchezza. L'origine dell'abbazia è ancora incerta, anche se i più recenti scavi archeologici hanno appura- to l'esistenza di un complesso del periodo romano sotto l'attua- le badia.