L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-25-2015

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GIOVEDÌ 25 GIUGNO 2015 www.italoamericano.org 32 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | AMEDEO ESPOSITO A sei anni dalla catastrofe del terremoto, si respira una strana aria di amoroso interesse per la città, che tuttavia appare avvolta in una sorta di inafferrabile senso della perduta "anima aquilana". Inafferrabile senso che sem- bra aleggiare entro il Palazzetto dei Nobili di piazza Santa Margherita, dove gli eredi diretti ed indiretti hanno riunito le opere pittoriche e documentali dei componenti del Gruppo Artisti Aquilani che, a partire da qualche tempo prima dalla libe- razione dal Nazifascismo, intuì il profondo anelito della totalità della comunità civile di "uscire", come avvenne, dalle ceneri della guerra. I loro nomi: Cavalieri, Cencioni, Centi, Nardis, Mancini, Muzi, Iorio, Santoro, forse non dicono molto all'attua- le generazione, perché non se ne Tutta da ricostruire l'antica 'anima aquilana' to con la realizzazione di struttu- re di cui ancora oggi, terremoto permettendo, la città fruisce. Il Castello cinquecentesco, per fare un esempio, sarebbe rimasto carcere, se non vi fossero state le idee e le azioni (a qualun- que livello, anche politico) di tanti uomini di cultura, e in parti- colare del sovrintendente Chierici e di Pio Iorio, che con- vinsero l'allora Ministro di Grazia e Giustizia, Palmiro Togliatti, a dare alla città il suo centro culturale a cominciare dal Museo Nazionale d'Abruzzo. Così Nino Carloni, con il corale apporto degli amministra- tori del tempo e dei tantissimi "amanti dei quattro sassi dell'Aquila", per dirla con Mario Lolli, riuscì a creare la "città della musica" che poi nel mondo venne indicata come la "Salisburgo d'Italia". E ancora. Da quel Gruppo di artisti e di uomini di cultura si giunse al Teatro Stabile di Peppino Giampaola, Luciano Fabiani ed Errico Centofanti, che girò l'Italia e fuori. Il castello cinquecentesco de L'Aquila è uno dei simboli della città abruzzese La chitarra autografata dagli artisti che hanno sostenuto il progetto conosce appieno il coinvolgi- mento culturale che riuscirono a suscitare in ogni aquilano sì, con le opere pittoriche, ma soprattut- Tutte cose, anche spirituali, per la penetrante presenza della Chiesa di Carlo Confalonieri, che non furono mai avulse dalla cre- scita economica-industriale della città (dalla Società Marconi, all'Italtel, alla Hoescht, fino alla Reiss Romoli ed oltre), il cui svi- luppo, negli anni '90 del secolo scorso, venne "congelato" via via con lo smantellamento del polo elettronico ed il deconsolidamen- to di tutte le strutture più signifi- cative. Dunque, un decadimento della città, reso ancor più profondo dal sisma del 2009, immediatamente dopo il quale, per essere un avve- nimento di eccezionale dramma- ticità, avrebbe dovuto colpire for- temente l'opinione pubblica, per- ché si ridestasse, come accadde nel dopoguerra, il sopito senso di appartenenza alla città, nella ver- sione più diretta della cittadinan- za. Non è stato così! La dolorosa diaspora imposta (e accettata da molti con qualche compiacimento, anche per la loro insospettata resilienza) ha distrut- to il sentimento civile che unisce le persone, per cui la città è nota nel mondo, oggi più di ieri, per il grave danno subito, ma non per la "passata cittadinanza" che ormai è bisognosa d'essere riatti- vata per guardare al futuro dei giovani, quelli rimasti, non già dei "deportati" nelle varie città della riviera o chissà dove. Di qui la rievocazione del pas- sato aquilano del Palazzetto dei Nobili, che ha colpevolmente escluso totalmente la parte catto- lica, per evitare, come si ripro- mettono i proponenti, risposte frettolose e consolatorie, poiché la città è di fronte all'emersione chiara della necessità di ritrovare e ritrovarsi nell'antica "anima aquilana" da dare alle giovani generazioni. La musica accelera il recupero del Teatro San Filippo Con l'aggiudicazione della gara d'appalto per il restauro degli apparati decorativi, si è avviata la fase conclusiva dei essere chiamati per brindare al San Filippo finito. In occasione dell'inaugurazione – ha dichiara- to Caterina Caselli - vogliamo consegnare la chitarra firmata dagli artisti che hanno dato vita e voce al progetto "Domani", per- ché resti visibile, in esposizione nel teatro, per ricordare quello che la musica italiana, in tre giorni, ha reso possibile". lavori di recupero del Teatro San Filippo, iniziati a giugno 2013. Dopo il prioritario e comples- so intervento di consolidamento strutturale dell'edificio, dopo le finiture e la pulitura della faccia- ta, tornata visibile lo scorso mese di dicembre, i lavori si sono spo- stati all'interno con l'obiettivo e la necessità d'integrare la rifun- zionalizzazione di questo singo- lare teatro aquilano con il rispetto e la valorizzazione della storia dell'edificio e del suo prezioso apparato decorativo. Ed è proprio al restauro degli apparati decorativi, che fanno del San Filippo una delle sperimen- tazioni spaziali più caratteristiche dell'area aquilana seicentesca e uno spazio barocco unico nel capoluogo abruzzese, che è stata destinata la donazione della Sugar Music e di Macu edizioni, raccolta con le vendite del cd "Domani" realizzato da oltre 50 dei più importanti artisti musicali italiani, subito dopo il sisma del 2009. Mentre si completavano le procedure di gara, Caterina Caselli, presidente della casa discografica Sugar, ha annuncia- Luciano Fabiani, Peppino Giampaola, Errico Centofanti furono i 3 fondatori del Teatro Stabile d'Abruzzo nel 1963 to un altro "regalo" a sancire il legame tra la musica e la città dell'Aquila, con la promessa di regalare al Teatro, al momento della sua riapertura, la chitarra autografata da tutti i musicisti e i cantanti, che hanno contribuito a restituire alla città uno dei monu- menti più importanti ed uno degli spazi più vitali. "Speriamo quanto prima di Procede il restauro post-terremoto del Teatro S.Filippo dell'Aquila SILVIA TARANTA

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