L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-25-2015

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GIOVEDÌ 25 GIUGNO 2015 www.italoamericano.org 41 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Senza pari nella storia dell'arte: Napoli offre la suggestione del Cristo Velato Nel cuore di Napoli, nel gro- viglio vivace di vicoli che è Spaccanapoli, all'incrocio dei Decumani, si trova uno dei siti artistici più misteriosi e affasci- nanti d'Italia: la Cappella Sansevero, chiesa sconsacrata e tempio massonico, costruita nel 1600 e trasformata dal principe Raimondo di Sangro nella prima metà del 1700. Per chi si avventuri nel centro storico di Partenope, la Cappella rappresenta un tappa obbligata, per lo splendore dei suoi decori, ma ancor più per il mistero di cui si ammanta. A s traordinari artis ti del tempo, il principe commissionò capolavori di delicata e raffina- tissima fattura: solo per ricordar- ne alcuni, il Disinganno e la Pudicizia, che rappresentavano l'omaggio allegorico al padre e alla madre del nobile di Sangro, ma, soprattutto, il Cristo Velato. La scultura ancora oggi susci- ta stupore per la tecnica inegua- gliabile con cui fu realizzata: un Cristo disteso, tratto dalla croce, e ricoperto da un velo di marmo. Un vero e proprio velo, realizza- to con una morbidezza di pan- neggi che non ha uguali nella storia dell'arte. Tanto da indurre la convinzio- ne che l'opera potesse essere stata realizzata con l'aiuto delle s cienze occulte il cui s tudio viene attribuito al principe Raimondo di Sangro dalla tradi- zione locale. Che fosse un alchi- mista, è cosa certa. Uomo di straordinaria cultura, ministro della guerra, godeva di privilegi negati a chiunque altro: poteva, per esempio, accedere all'indice lati, eppure visibili nei tanti par- ticolari della cappella, rivelatori, però, solo a chi di tanto mistero possiede la chiave. Il pavimento della Cappella, progettato dal principe, soprav- vive solo in pochi frammenti e presenta l'immagine di un labi- rinto: una linea continua di marmo bianco crea delle croci gammate unite tra loro e alterna- te a quadrati concentrici. Nella simbologia massonica il labirin- to allude al cammino che l'ini- ziato compie per raggiungere la conoscenza; mentre le svastiche riproducono il movimento cosmico e i quadrati i quattro elementi. Ma ancora più sconcertanti, per il mistero mai del tutto risol- to legato alla loro realizzazione, restano le "Macchine anatomi- che": si tratta di veri e propri scheletri, del tutto scarnificati, al di sopra dei quali è riprodotto il sistema circolatorio. Ma la preci- sione con cui l'apparato circola- torio viene riprodotto è inspie- gabile per il diciottesimo secolo. Le ipotesi più inquietanti, sono state avanzate a chiarire il miste- ro. P ers is te, ancora oggi, il sospetto che il principe, anche in questo caso, sia ricorso all'esote- rismo: gli scheletri, secondo la tradizione napoletana, apparter- rebbero a due dei servitori di Raimondo di Sangro, marito e moglie, imprigionati e utilizzati come cavie umane. Una curiosità: la donna era incinta e il feto, che pure era visibile nell'anomala "scultura", è stato trafugato nel secolo scor- so. OLGA CIRILLO dei libri proibiti dalla S anta Inquisizione. Era in grado di decifrare scritture esotiche e sco- nosciute e conduceva esperimen- ti misteriosi, di cui, ancora oggi, ben poco si conosce, vista anche la cautela dei suoi discendenti che preferiscono glissare sulla vena oscura dell'illustre avo. Eppure la cappella è uno scrigno di simboli massonici e messaggi misteriosi: ogni oggetto, ogni immagine, ha una duplice chiave di lettura: quella cattolica, che legittima il primo scopo dell'ar- chitettura sacra e i suoi soggetti, e quello esoterico, puntualmente interpretato dagli appassionati di alchimia ed esoterismo. Alle migliaia di turisti che ogni anno si recano in visita alla Cappella, si uniscono, in inco- gnito, gli alchimisti del ventune- simo secoli, alchimisti e masso- ni, alla ricerca di segreti mai sve- Il Cristo velato è una delle opere più note e suggestive al mondo. Fu eseguita a grandezza naturale da un giovane artista napoletano, Giuseppe Sanmartino nerario comprendente 20 grandi c a p p e l l e d e d i c a t e a S a n Francesco: 900 gli affreschi, 376 le statue, molti i gruppi scultorei, alcuni in stato di avanzato degrado. Di accen- tuato realismo, sfilano in abiti secenteschi vescovi, cardinali, principi, ambasciatori, guerrieri. IL LAGO - Il versante meno conosciuto sta nei silenzi del lago. Il turista che sceglie que- sto luogo per un soggiorno o sembrano accarezzare le barche in sosta; si respira una felicità fatta di silenzi, rotta di tanto in tanto dall'arrivo discreto del battello che fa la spola fra l'iso- la di San Giulio e Orta. S i s a l e a d A l z o , p a e s e a mezza costa e per una strada tortuosa fitta di castagni si rag- g i u n g e i l S a n t u a r i o d e l l a Madonna del Sasso. Dalla chie- sa settecentesca, che si affaccia a picco sulle pareti scoscese di roccia granitica, si hanno le visioni più superbe del lago. Si trova a 638 metri, sul versante occidentale del Cusio, vicino Boleto. Dallo sperone roccioso l'occhio spazia su tutta la pianu- ra di Novara e di Vercelli fino a Milano. Il lago si abbandona in golfi e cale sinuose, l'occhio acca- rezza il contorno preciso dei monti, lo specchio d'acqua e nel centro, nitida e come sospesa, l'Isola di San Giulio si staglia nella sua concretezza di pietra con il solido campanile romani- co e la facciata della chiesa visi- bile solo da questa parte. Una leggenda racconta la nascita del Santuario: un enor- me masso stava per precipitare sulla testa di alcuni scavatori di granito, ma, prontamente invo- cata, la Vergine apparve sulla punta più alta del Sasso e scon- giurò il pericolo. Fu così che in suo onore venne edificato il Santuario nel luogo dell'appari- zione. Il vento soffia forte quas- sù, ma la bellezza del paesaggio piemontese, il colore del cielo, il profilo dei monti, l'erta scar- pata che precipita improvvisa nel lago dal fondo verde-cupo regalano emozioni uniche e parlano al cuore con la sempli- cità profonda e misteriosa della poesia. per un breve week-end, non può trascurare l'altro versante del lago, meno conosciuto, ma non meno bello. Pella è un borgo solitario e tranquillo; non ci sono alberghi e se si vuole dormire, non resta che approfittare dell'ospitalità di qualche pescatore, che per poco vi affitterà una camera nella sua casa. Qui si sente solo i l r u m o r e d e l l e o n d e c h e s i infrangono leggere sui canneti e Uno dei palazzi signorili che dominano il piccolo isolotto di San Giulio Continua da pagina 40 Il monastero benedettino di clausura femminile Bellezza artistica e mistero avvolgono la Cappella Sansevero a Napoli di Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero

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