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GIOVEDÌ 23 LUGLIO 2015 www.italoamericano.org 43 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Il viaggio di Amelie tra esplorazione e spiritualità sulle note di una voce leggera Amelie, alias Paola Memeo, è una giovane artista milanese emergente Ci sono voluti due anni di lavoro per realizzare "Il profumo di un'era", il nuovo album di Amelie, il tempo necessario per compiere un viaggio tra senti- menti, desideri, ricordi, paure e visioni virtuali. La sintesi di questa introspe- zione trova, nelle parole e nelle sonorità del disco, un equilibrio tra solarità e lati oscuri, favole e realtà, come nell'introduzione di "Mondobit", dove si accenna "Billie Jean" di Michael Jackson, uno dei punti di riferimento musi- cali della cantante milanese, come lo è Piero Ciampi, di cui fu splendida interprete di "Confiteor". "Il profumo di un'era" è un concept album in cui tutti i brani ruotano attorno al tema del tempo, un percorso necessario per ritrovarsi dopo essersi perdu- ti, lasciando che suoni, pensieri e parole si contaminano a vicenda, in un susseguirsi di sonorità pop, rock e new age, artefici di un innovativo pop italiano. Amelie parte dai ricordi e dagli insegnamenti del passato di "Il profumo di un'era", "Con il naso all'insù", "Milano", per ritornare al presente con "Il nuovo mostro", "L'alieno delle 3" e "Un'altra vita". I momenti per- sonali prendono il sopravvento in na in difficoltà, trasmettendole comprensione e speranza. "Profumo di un'era" è una bal- lata legata al ricordo della madre e dell'infanzia, in cui si rivela l'a- nimo romantico dell'interprete. La voce "leggera" di Amelie ben si adatta al testo firmato da lei stessa e da Fabio Papalini. Nel video ufficiale, girato da Michele Piazza, la protagonista, adulta e bambina, si muove in un luogo senza tempo, circondata da ogget- ti che richiamano il passato e i ricordi. "Zero" è un numero e un punto di partenza. Il brano, inter- pretato da Amelie e Stefano Ardenghi, descrive l'incomunica- bilità tra due persone che non rie- scono più a rapportarsi, suggeren- do di ritornare al punto zero per ricominciare. Il nuovo album di Amelie è un lavoro completo, un viaggio nel suo mondo fatto di ricordi, di esplorazione e spiritualità. "Il profumo di un'era" non è un simulacro delle emozioni, quello che traspare è reale e sin- cero, così come lo sono le diverse influenze musicali che ne deter- minano lo spessore e ne confer- mano la valenza. Il giusto merito per la bellezza del nuovo album va dato anche a Giovanni Rosina (arrangiatore di quasi tutti i brani), Fabio Papalini, Rebi Rivale e i bravissimi musicisti, tutti all'altezza della situazione. WILLIAM MOLDUCCI Il cantautore comasco Marco Ferradini "Messaggi", "Zero", "Dicembre" e "Polaroid", sino a diventare visioni istintive con "Mondobit" e "Ti ho ucciso con un click". Il talento di Amelie non si limita alla voce, infatti, 10 delle 13 canzoni sono state composte da lei al pianoforte e di "Che cosa c'è" ha realizzato anche gli arran- giamenti. Si tratta di uno dei brani più significativi in cui canta con Rebi Rivale, autrice del testo: "E piangere si può, si perde, si vince, si vedrà, il tempo con il tempo ti dirà, e ciò che senti adesso cambierà…". Con una semplice domanda si tende una mano verso una perso- Passione, pazienza e maestria: è 'La mia generazione' di Ferradini "Prendi una donna, dille che l'ami, scrivile canzoni d'amore... prendi una donna trattala male lascia che ti aspetti per ore". Q u e s t i s o n o i v e r s i d i "Teorema", la canzone di Marco Ferradini inserita con altre venti nel doppio cd "La mia genera- zione", tributo a Herbert Pagani, autore del testo di quel brano e protagonista della scena musica- le degli anni '70 e '80. Herbert Pagani era anche pittore, poeta, disc-jockey, scultore, scrittore e attore, nonché pacifista ed ecolo- gista. Ferradini ha affrontato il dif- ficile compito di mettere mano al vasto repertorio di Pagani sce- gliendo e arrangiando le canzoni con José Orlando Luciano, un lavoro durato ben due anni per la necessità di cambiare gli arran- g i a m e n t i o r i g i n a l i , d e c i f r a r e tonalità e accordi allo scopo di renderli eseguibili alla chitarra e adattarli alle diverse tonalità di voci. Il progetto si è completato con un libro di testimonianze e uno spettacolo teatrale. N e l l ' e s t a t e d e l 1 9 8 0 Ferradini e Pagani trascorsero un fine settimana in montagna, i n c u i s c r i s s e r o c a n z o n i c h e sarebbero entrare nella storia della musica italiana: "Week- end", "Schiavo senza catene", " T e o r e m a " , " B i c i c l e t t a " e "Fratello mio". Furono quattro giorni intensi e c r e a t i v i , c o m e d i m o s t r a i l brano "Un letto in riva al mare", rimasto inedito per tanti anni prima di questa occasione. La canzone è legata alla mania di Pagani di raccogliere tutto quel- lo che trovava in spiaggia per trasformarlo in sculture. Il disco si apre con "Stelle negli oroscopi", brano che rac- conta le gioie e le difficoltà dell'inventare canzoni, scritto da Ferradini e interpretato con Ron e Fabio Concato. " A l b e r g o a O r e " d i Marguerite Monnot, con il testo di Pagani, è forse il simbolo di questo progetto, dove le voci di Ferradini, Giovanni Nuti e Syria si fondono con i suoni dell'adat- tamento yiddish, in un'atmosfe- ra musicale acustica che accom- pagna tutto l'album. "Cento scalini" era il lato B del 45 giri di "Albergo a ore", sono passati tanti anni, ma il tema della necessità di emigrare, purtroppo, è sempre attuale; una storia di amore giovanile si con- trappone a un destino di separa- zione. Indovinato e piacevol- mente sorprendente il duetto con Fabio Concato. Tutti i brani sono costruiti con pazienza, passione e mae- stria artigianale, ognuno di essi è un piccolo gioiello, da "L'erba selvaggia" con Eugenio Finardi e Moni Ovadia, sino alla politica "Signori presidenti" (sembra scritta oggi), senza tralasciare "La mia generazione", in cui descrive la sua famiglia con lucida e impietosa ironia. Chiude l'album "Ti ringrazio vita", cover di "Gracias a la vida" di Violeta Parra, con il testo di Pagani, cantata in italia- no, spagnolo e francese che ter- mina con la frase: "Ti ringrazio vita… che mi hai dato Herbert". Il tributo a Herbert Pagani rende omaggio e giustizia a un grande artista, proponendolo all'attenzione del pubblico in un "festival" di suoni, colori, coin- volgimento e forti emozioni. M a r c o F e r r a d i n i i n t e r p r e t a i brani come se fossero tutti suoi, immedesimandosi con l'amico chansonnier, sino quasi a ricor- darlo in alcune espressioni voca- li. L'album tributo a Herbert Pagani "La mia generazione" WILLIAM MOLDUCCI
