L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-1-2015

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GIOVEDÌ 1 OTTOBRE 2015 www.italoamericano.org 35 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Padiglione Zero, tappa obbligata e vero cuore pulsante di Expo MARTINA SERENA FRANCHETTI L ' i m p o n e n t e s t r u t t u r a i n l e g n o p r i m e g g i a q u a s i solitaria. In lontananza pare una sfinge posta a vessillo, i l p u n t o c a r d i n a l e v e r s o c u i orientare la bussola, un'immagi- ne che si vivifica nella mente del visitatore e immediatamente diventa attrazione. Che sia il primo o l'ultimo salotto espositi- vo, Padiglione Zero è il vero cuore pulsante di Expo Milano 2015. L'allestimento architettonico è un ammirevole esempio del- l ' e c c e l l e n z a i t a l i a n a c h e n e firma il progetto. Michele De Lucchi, designer e architetto, e Davide Rampello, regista televi- sivo e direttore artistico, sono i curatori della mostra che apre l'ingresso ovest dell'Esposizione Universale del Cibo. "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita" è l'impegnativo t e m a d e l l a m a n i f e s t a z i o n e , coniugare spreco e denutrizione, obesità e anoressia, innovazione e tutela ambientale, industrializ- zazione e salvaguardia del terri- t o r i o , b e n e s s e r e e s a l u t e . Trovare un equilibrio tra i nostri bisogni e il rispetto della natura debellando la fame e riducendo lo sperpero di risorse. Ma come fare senza essere banali, ruffiani e autoreferenziali? Come desta- re l'interesse e la sensibilità del pubblico verso argomenti così importanti? La risposta è un v i a g g i o i n u n a p e r s u a s i v a metafora. L'incisione in latino "Divinus halitus terrae", letteralmente il " d i v i n o r e s p i r o d e l l a t e r r a " , risalta solennemente sulle porte del Pavilion Zero introducendo la sommessa sacralità del per- corso espositivo. Superata la soglia si è imme- diatamente immersi in una tea- trale suggestione. Ad accogliere i visitatori è una biblioteca, una di quelle biblioteche antiche, intarsiate in legno, una di quelle che immediatamente riporta alla mente l'odore di libri usurati, il vociare delle università, il sapo- re di sapere. È una biblioteca ad accoglierci perchè è solo quella che può salvarci, custode di sag- gezza e conoscenza, divinità a cui affidarci per un'esistenza libera e dignitosa. Questa visio- ne monumentale è intitolata "Il teatro della memoria" e attraver- so di essa si è introdotti nel secondo livello: "La memoria digitale". P r o p r i o a l l e s p a l l e d e l l a biblioteca, ecco un lenzuolo bianco, sipario per la proiezione di quattro cortometraggi origi- nali che narrano la caccia, la pesca, la coltivazione e l'alleva- mento. Nella stessa ala è posta anche la riproduzione di una quercia secolare che si estende per tutta l'altezza del padiglione e che incornicia la sua chioma trapassando il tetto, un simbolo di cambiamento e adattamento. L'ineguagliabile forza della natura diventa così capacità di adeguarsi ai mutamenti fatti dal- l'uomo assumendo addirittura una parte in quella stessa tra- sformazione. La rassegna conti- nua in una coerente lezione di storia che ha inizio da un muli- no e un orcio di creta, similitu- dini di una primitiva civilizza- zione, e si articola poi in plastici che raffigurano piccole aggrega- zioni rurali, cittadine operaie e infine una metropoli dai tratti n e w y o r k e s i . P r o s e g u e n d o s i incontra un tabellone luminoso che richiama i grafici e i numeri d i W a l l S t r e e t , s i n t e s i d e g l i eventi che accadono in contem- poranea nel mondo ogni giorno. È questa la rappresentazione della civiltà nella sua espressio- ne più superba alla quale si assi- ste inevitabilmente fieri. Ma, dopo Wall Street, ci si ritrova inermi davanti alla scioccante rivelazione che la nostra civiliz- zazione non ha fatto altro che raggiungere il suo culmine nella degenerazione della inciviltà. Oltre Wall Street, una mon- tagna, la disgustosa raffigura- zione delle immani quantità di cibo ridotte ad immondizia ogni giorno. E senza aver bisogno di p i e t o s e i m m a g i n i d a T e r z o Mondo, di bambini affamati, di uomini e donne ridotti pelle e ossa, è del tutto impossibile non pensare a loro nell'assistere al dissacrante sperpero del troppo. A q u e s t a v i s i o n e l a n o s t r a coscienza, come un invisibile tribunale, non può che giudicar- ci tutti colpevoli. Il Padiglione Zero si conclude in un salone fotografico con le straordinarie immagini dei luoghi più belli d e l P i a n e t a . D a i p a e s a g g i dell'Amazzonia, agli scatti di oceani, agli squarci di cielo. E u n s o l a f r a s e b a l e n a n e l l a mente: "Verità è bellezza, bel- lezza è verità. È tutto quello che sapete sulla Terra, e - diceva John Keats - tutto quello che avete bisogno di sapere". Il Padiglione Zero è un ammirevole esempio d'eccellenza italiana firmato Michele De Lucchi, designer e architetto, e Davide Rampello, direttore artistico Il 'Divino respiro della Terra' accoglie i visitatori di Expo con un'imponente struttura (foto in pagina Ph. Franchetti)

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