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GIOVEDÌ 10 DICEMBRE 2015 www.italoamericano.org 53 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO La baia di Napoli che non ti aspetti tra crateri, solfatare e fumarole zie a visite gratuite nei fine setti- mana. Si potranno ripercorrere le antiche strade romane sulle quali si affacciavano botteghe, magaz- zini e laboratori, dove sono atti- vati spazi virtuali che consentono di rivivere le attività che si svol- gevano quotidianamente ai tempi dei romani. Ci si immergerà nella storia camminando tra gli straor- dinari edifici sotterranei di epoca romana del rione Terra, perfetta- mente conservati sotto i palazzi seicenteschi. Installazioni multi- mediali consentiranno di parteci- tuale, si trovano invece i resti del tempio di Serapide, così chiama- to per il ritrovamento di una sta- tua. Nelle vicinanze nella città di Cuma, si può visitare il famoso Antro della Sibilla, scavato nel tufo ed i resti del tempio di Giove e di Apollo, la cui leggen- daria ricostruzione è attribuita a Dedalo che qui atterrò dopo il favoloso volo da Creta. Cuma è la più antica colonia greca, dopo Phitecusa e per questo ospita una grande area archeologica. Su una collina, nella zona orientale del golfo di Pozzuoli, sorge il castello di Baia, sede del museo archeologico dei Campi Flegrei. Suggestivo da visitare è il parco sommerso, una zona archeologica inabissata, da vede- re a bordo di una barca con il fondo trasparente o in percorsi di snorkeling. Con la manifestazione "Tra terra e mare", fino al 18 gennaio 2016, sarà possibile scoprire la meravigliosa area archeologica del Rione Terra di Pozzuoli gra- FABRIZIO DEL BIMBO D al turismo di massa a quello dell'esperienza. È ciò su cui si sta puntando per valorizzare la Campania con particolare attenzione ai nuovi attrattori della Baia di Napoli: la zona ha bisogno di nuova linfa per attrarre flussi turistici più variegati. Ecco così la proposta di alcune "perle" ancora poco conosciute in questo territorio antico, rese fruibili da attenti e scrupolosi restauri, eppure spesso così sconosciuto per il turismo. A poca distanza dal centro storico di Napoli, si apre un pae- saggio lunare: crateri, laghi, fumarole, sembra di essere nella porta degli inferi. E' così che gli antichi consideravano questa zona, una terra ardente, dove il sottosuolo bolle e genera feno- meni vulcanici legati a storie mitologiche e magiche. La zona dei Campi Flegrei che spazia dal Nord di Napoli al Monte di Procida, fa parte dal 2003 di un Parco regionale formato da 40 crateri. Il cratere attivo più cele- bre è quello della solfatara a Pozzuoli, una delle meraviglie vulcaniche uniche al mondo: un luogo simile si trova solo in Giappone. Questo cratere, che sbuffa con le sue fumarole ema- nando il tipico odore di zolfo, è il responsabile del fenomeno che caratterizza tutta l'area: il bradisi- smo. Un abbassamento ed innal- zamento del suolo che ha lasciato i suoi segni su pareti e colonne di antichi edifici. A due passi dalla solfatara si trova il ben conservato anfiteatro Neroniano Flavio, iniziato sotto l'imperatore Nerone e completa- to da Vespasiano. Sempre a Pozzuoli, annesso all'area por- pare ad uno spettacolo emozio- nante e di conoscere la storia di questo incredibile luogo tra mare, pesci, anfore e marmi che anima- no le attività delle tante botteghe artigiane. Il Rione Terra nasconde tutta la storia antica di questi splendidi luoghi. L'antica Puteoli è situata sotto la rocca di tufo di circa 33 metri che domina il golfo di Pozzuoli, tra Nisida e Baia, quel- lo che nei secoli è stato chiamato il Rione Terra. Il percorso gratui- to allestito si sviluppa lungo gli assi principali della colonia fon- data nel 194 a.C., e si conclude al magnifico Tempio di Augusto, recentemente restaurato con solu- zioni architettoniche molto origi- nali ed inglobato nella Basilica minore dei Santi Procolo e Gennaro, un unicum dove coesi- stono il Capitolium della colonia repubblicana del 194 a.C., poi trasformato nel tempio marmoreo di età augustea, ed infine in catte- drale barocca. Nella Cattedrale di Pozzuoli, recentemente aperta al pubblico, sono stati riportati splendidi qua- dri di Artemisia Gentileschi e di altri maestri del tempo custoditi fino a poco fa nel museo di Capodimonte. Orari: tutti i fine settimana (sabato e domenica) dalle 9 alle 17 (max 15 persone alla volta) Ingresso gratuito. Info: prenotazione obbligatoria Comune Pozzuoli: prenotazio- ni@comune.pozzuoli.na.it In città le catacombe di San Gennaro, le più vaste del sud ita- lia, situate sotto uno dei quartieri più popolosi e caratteristici, il rione Sanità, sono un pezzo importante della storia della città fortemente intrecciata con quella del suo santo protettore, San Gennaro, le cui spoglie furono traslate nelle catacombe esistenti nel V secolo. Da allora, questi luoghi di sepoltura cimiteriale sono diventate meta di pellegri- naggio fino alla fine del IX seco- lo. Dimenticate nei secoli, sono state riscoperte di recente. Si compongono di due livelli non sovrapposti. Il nucleo origi- nario risale a un lungo periodo tra la fine del II e gli inizi del III secolo. Dal cosiddetto "vestibolo inferiore" nei secoli successivi si sono sviluppati gli ambulacri della catacomba inferiore secon- do uno schema di scavo ampio ed orizzontale. La catacomba supe- riore, originata da un antico sepolcro detto "vestibolo superio- re", con affreschi della volta della fine del II secolo e per la piccola "cripta dei vescovi" ubicata pres- so la tomba di San Gennaro dove vennero sepolti alcuni dei primi vescovi napoletani, mentre la maestosa "basilica maior" è frut- to di un'ampia trasformazione dei vicini ambienti realizzata quan- do, nel sec. V, vi fu traslato il santo. L'accesso alle catacombe è sia dal piazzale della basilica dell'Incoronata del Buon Consiglio a Capodimonte, sia dalla Basilica di San Gennaro extramoenia. La Solfatara di Pozzuoli è uno dei 40 vulcani che costituiscono i Campi Flegrei ed è ubicata a circa tre chilometri dal centro della città a nord di Napoli Le catacombe di San Gennaro risalgono al II secolo e sono particolarmente importanti per le pitture paleocristiane