L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-17-2016

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GIOVEDÌ 17 MARZO 2016 www.italoamericano.org 42 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI Quel sestultimo giorno di Febbraio che ha dato il nome agli anni bisestili LUIGI CASALE P arliamo del numero dei giorni dell'anno. Essi sono 365 ma, 366 ogni 4 anni, quando sono bisestili. Proprio come questo 2016. L'anno solare è il tempo che impiega la Terra per compiere la sua orbita intorno al Sole. Cioè, il tempo per ritornare alla stesso punto di partenza. E poiché essa gira anche su se stessa, il periodo di tempo dell'anno solare è for- mato dall'alternanza di giorno e notte. Perciò un anno intero, lo Fino al tempo di Cesare, di questo spezzone di "quasi" 6 ore nessuno ci faceva caso. E così, a distanza di anni si notava che le stagioni si spostavano, arrivava- no sempre prima. I popoli antichi avevano trovato il loro modo per correggere questa discrepanza. I Romani, ad esempio, la cor- reggevano mediante alcuni decreti (estemporanei) emanati dai sacerdoti preposti a questo compito: ogni tanto inserivano nell'anno dei mesi intercalari, ridando ordine al susseguirsi delle stagioni. La riforma di Giulio Cesare (data l'estensione dell'Imperium Romanorum, coin- volse una vasta area del mondo conosciuto) stabilì che ogni quat- tro anni nel mese di febbraio, dopo il 24° giorno (che si chia- mava "sextus ante Kalendas mar- tias", cioè: "sesto giorno prima del 1° marzo", sestultimo di feb- braio) si inserisse un giorno in più (il bis-sextus: cioè il "sestulti- mo" per la seconda volta). Questo perché dopo quattro orbite intere, la somma dei (quattro) pezzettini possiamo misurare, o "contare", con il numero dei giorni cioè: quante volte la terra gira su se stessa. Possiamo dire anche che la Terra, per percorrere la sua orbita intorno al Sole, impiega 365 giorni cioè 365 giri. Però - ecco l'inghippo - succe- de che dopo 365 giri a guisa di trottola, non arriva esattamente al "punto di partenza". Ma rimane un pezzettino per raggiungere il punto di partenza, equivalente a un po' meno di sei ore: cioè circa un quarto di giorno. Quindi l'an- no solare è "lungo", o meglio dura 365 giorni e quasi 6 ore. corrisponde quasi alla durata di una giornata. E poiché il 24 feb- braio, secondo il modo di chia- mare i giorni che avevano i Romani, era detto "sesto giorno prima delle Calende di marzo", il secondo "diem sextum" fu detto "bis-sextum". Da ciò l'aggettivo bisestile che andò a denominare l'anno che conteneva questo gior- no aggiunto. Oggi che chiamiamo i giorni diversamente, negli anni bisestili invece di ripetere il 24 febbraio, aggiungiamo il 29. Però, con il provvedimento di Cesare, il punto di partenza del- l'orbita solare della Terra veniva superato (anche se solo di un poco). Perciò restava comunque un inconveniente, per quanto pic- colo: alla distanza sarebbe stato necessario sottrarre qualche gior- no, per mettere l'anno alla pari e far coincidere così (di nuovo) le stagioni. A correggere questa sfa- satura intervenne la riforma del Papa Gregorio XIII, nel XVI sec. Si decise che in occasione di determinati anni bisestili (quelli centenari) non si aggiungesse la giornata in più. E allora per recu- perare tutta la eccedenza accumu- latasi negli anni trascorsi dal tempo di Cesare a quello di Gregorio, fu necessario eliminare dal calendario 11 giorni. Così nel 1582, anno della riforma "grego- riana" del calendario, dopo il 4 ottobre si passò al 15 ottobre.

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