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GIOVEDÌ 3 MARZO 2016 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI misti, grandi altari con al centro una statua in legno e pannelli laterali dipinti. La bellezza di queste scenografiche composizio- ni, che spiccavano nello spazio liturgico, è restituita dal polittico Bernardi, a Lucca, di Filippino Lippi e Benedetto da Maiano, e dal Tabernacolo di S.Sebastiano in Sant'Ambrogio a Firenze, inta- gliato da Leonardo del Tasso e dipinto da Filippino Lippi. Nell'ultimo quarto del secolo alcune grandi botteghe a condu- zione familiare, sollecitate dalle richieste del mercato artistico, si specializzarono nella realizzazio- ne di crocifissi collocati nelle chiese e destinati alla devozione privata e conventuale. Tale pro- duzione fu predominante negli esponenti della più alta tradizione dell'intaglio ligneo fiorentino: i fratelli Giuliano e Benedetto da Maiano, i Sangallo, i Del Tasso e Baccio da Montelupo. Il commento di Vasari al San Rocco di Ianni F ranzes e all'Annunziata, oggi riferito allo scultore tedesco Veit Stoss, sinte- tizza il suo pensiero sulla scultura lignea. Vasari apprezza la statua "senza alcuna coperta di colore". Nella cultura classicista di cui era prestigioso esponente, il colo- re, in scultura, veniva percepito come retaggio di un favoloso pas- sato. I colori, sentenziò, in pieno Cinquecento, l'erudito Borghini, "non sono degli scultori". Oggi che siamo sensibili verso i valori espressivi della scultura in legno dipinto, nessuno condividerebbe un giudizio simile. Agli Uffizi il modello artistico 'imprescindibile' delle sculture in legno dipinto L a Galleria degli Uffizi di Firenze dal 21 marzo al 28 agosto ospiterà un'esposi- zione temporanea che si propone per la prima volta d'indagare, attraverso un nucleo di circa qua- ranta opere, la vicenda della scultura in legno dipinto del Quattrocento fiorentino, un tema studiato con passione da Margrit Lis ner e da A les s andro Parronchi, ma mai illustrato in una mostra. Nel Quattrocento la scultura dipinta, in linea col primato arti- stico della scultura, costituì un imprescindibile modello per tutti gli artisti. Un tema come quello del corpo sofferente sulla croce espresso con un nuovo naturali- smo nei crocifissi di Donatello e Brunelleschi fu oggetto di riferi- mento per l'espressione artistica delle successive generazioni. Il Vasari, poco incline nel tes- sere le lodi della scultura in legno dipinto, perché a tale mate- riale non "si dà mai la freschezza del marmo", nell'elenco di scul- ture lignee elencate nelle 'Vite', le classifica per la loro funzione devozionale nella quale sembra esaurirsi ogni apprezzamento. A Firenze, accanto alla qualificata produzione di crocifissi, si inta- gliarono anche s tatue della Madonna, di sante e santi eremiti dai corpi tormentati o preservati dal dolore, busti-ritratto, statue al centro di polittici misti e statue per l'arredo liturgico. D onatello e Brunelles chi dipingevano le loro opere e fu una scultura in legno dipinto come il Battista dei Frari, richie- sto a Donatello dai confratelli della "nazione fiorentina" a Venezia, che annunciò le novità della città toscana. Altri scultori si rivolgevano per dipingere le loro opere a pit- tori. Neri di Bicci, che aveva in via P orta Ros s a una bottega avviata, dipingeva busti intagliati da Desiderio da Settignano e cro- cifissi per Benedetto da Maiano; con un monaco-scultore, don Romualdo da Candeli, il pittore intrattiene un rapporto di stretta collaborazione, descritto nelle sue 'Ricordanze', ed attestato dalla Maddalena al Museo di Empoli. Proprio la 'Maddalena', in virtù di quella eseguita da Donatello, oggi al Museo Opera del Duomo, costituirà un tema prediletto dagli scultori, come attestal'avvenente Maddalena di Desiderio da Settignano in Santa Trinita, terminata da Giovanni d'A ndrea, un allievo del Verrocchio. Altro momento di collaborazione tra pittori e scul- tori si realizza con i polittici- NICOLETTA CURRADI Al museo della Misericordia di Firenze 7 secoli di committenze artistiche FABRIZIO DEL BIMBO D opo oltre due anni di lavori, è stato riaperto il rinnovato Museo dell'Arciconfraternita della Misericordia di Firenze. Lo spazio espositivo si trova al quar- to piano della storica sede di piazza Duomo e occupa 14 stanze distribuite su circa 600 metri quadri. Nel percorso sono rac- chiuse le testimonianze di sette secoli di attività, di committenze artistiche, lasciti e donazioni fino a oggi solo parzialmente visibili al pubblico perché conservate in uffici e archivi. L'esposizione comprende circa 80 pezzi, molti dei quali appositamente restaurati, tra manoscritti, quadri, stemmi, arre- di e manufatti dell'artigianato fiorentino. Le sale sono suddivise tra tematiche legate alla storia di Firenze e a quella dell'antica Confraternita, testimoniando un legame che affonda le radici nel 1244. Tra i principali dipinti cus- toditi spiccano: il San Girolamo Penitente di Pietro Annigoni, il Cristo fra dottori, di Dirck Van Baburen, il Ritorno del figliuol prodigo di Valentin De Boulogne (sarà prestato al newyorkese Metropolitan e al Louvre di Parigi), e il contemporaneo La beatitudine di Elisabeth Chaplin. Ci sono una Croce stazionale della bottega del Giambologna, due terracotte (Gesù Bambino e San Giovannino) della bottega Della Robbia, sculture di Francesco Collina che rappresen- tano San Sebastiano. Il Museo dell'Arciconfraternita di Firenze ha riaperto dopo due anni di restauri nella sede storica di piazza Duomo S. Giovanni Battista di Donatello. Legno dipinto del 1438, oggi nella Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia