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GIOVEDÌ 9 GIUGNO 2016 www.italoamericano.org 28 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA COSTUMI PATRIMONIO TERRITORIO Allo scavo-scuola di Poggio del Molino cercansi mecenati e archeologi in erba T ra il II e la prima metà del I secolo a.C., i pirati infesta- vano il Mar Mediterraneo. Le coste tirreniche non erano esenti dai saccheggi e dalle atti- vità predatorie tanto che la litora- nea toscana è punteggiata da for- tezze, fortini, torri, strutture difensive e di avvistamento. Per proteggere il territorio, le popolazioni e soprattutto gli inse- diamenti produttivi, a Poggio del Molino fu costruito un forte con tre torri di avvistamento, cinto da un muro perimetrale molto spes- so su cui si aprivano due porte di accesso, che definiva un'area quadrangolare, la cui porzione settentrionale è franata a mare. Venuto meno il pericolo dei pirati, nella seconda metà del I secolo a.C., il forte oggi nascosto da una folta vegetazione a nord di Piombino, in provincia di Livorno, fu trasformato in fatto- ria, una vera e propria villa rusti- ca, con un quartiere residenziale e una cetaria, un settore per la produzione della salsa di pesce, il pregiato garum latino. L'impianto produttivo, che contava su oltre dieci vasche, chiuse i battenti nella seconda metà del I secolo d.C. e l'intero edificio fu trasformato in villa marittima. Attorno a un ampio peristilio centrale, si affacciarono così un complesso termale, un quartiere domestico-servile (con un pozzo, una cisterna per lo stoccaggio dell'acqua e una piccola rimessa per gli attrezzi, una cucina e un piano superiore destinato all'al- loggio del personale) e un quar- tiere residenziale, composto da camere da letto e sale da pranzo. Oggi le stanze completamente scavate sono cinque ma altrettan- te stanno venendo alla luce. Tutte conservano, piú o meno bene, un pavimento a mosaico, bianco e nero con decorazione geometrica o floreale. Negli anni Ottanta, all'inizio degli scavi, è emerso il "Mosaico della Medusa": un riquadro è decorato con la testa di Medusa in tessere policrome di pasta vitrea su fondo bianco; dai capelli spunta- no coppie di serpenti, due dei quali si incrociano sotto il mento. Del quartiere termale, attual- Come in una preziosa scatola cinese, indagando, è possibile ricostruire la storia della villa che si è insediata sopra lo stabilimen- to produttivo che a sua volta aveva soppiantato l'insediamento militare. IL PROGETTO ARCHEO- DIG Dal 2008, da maggio a set- tembre, il sito toscano di Poggio del Molino si popola di volontari, di studenti liceali e universitari, italiani e stranieri. Il cantiere- scuola di archeologia è aperto a tutti e tutti possono fare ricerca archeologica sul campo per farne un mestiere o coltivare una pas- sione. Si va dalla movimentazio- ne e setacciatura della terra, puli- zia, lavaggio e siglatura dei reperti, all'impiego della cazzuo- la da scavo, per poi passare alla redazione della documentazione descrittiva, fotografica e grafica. Ciascuno versa un contributo per coprire le spese di vitto, alloggio e didattica sul campo. UNIVERSITY OF ARIZO- NA La lingua dello scavo è l'in- glese. Il partner principale è la University of Arizona, il cui refe- rente è il professor David Soren. L'accordo permette agli studenti di tutte le Università americane di partecipare alla field school e ricevere, attraverso l'Ateneo dell'Arizona, i crediti formativi (tuition). Altri partner sono la Hofstra University di Long Island New York e lo Union College di Schenectady New York, con il quale partirà a breve un nuovo programma. Poggio del Molino ospita anche un cantiere-scuola di Conservazione e Restauro del Mosaico Romano, diretto dalla Fondazione RavennAntica e coordinato dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana. Studenti e neorestauratori hanno la possibilità, rarissima, di mette- re mano su mosaici di epoca romana imperiale ancora in situ. Il cantiere e gli studenti sono coordinati da restauratori profes- sionisti, tra cui la responsabile del Laboratorio di Restauro di RavennAntica, Paola Perpignani. Il programma di ricerca e didattica prevede l'allestimento di Laboratori di Antropologia Fisica e Archeologia Forense, coordinati dagli antropologi del progetto AnthroLab. L'obiettivo è quello di ricostruire modi di vita e di morte della popolazione di Populonia e del suo territorio in età etrusca e romana, attraver- so lo studio di un campione di scheletri provenienti dagli scavi di Baratti-Populonia. SCAVI APERTI A TUTTI L'archeologa dell'Università di Firenze Carolina Megale è il direttore scientifico del Progetto Archeodig e spiega a L'Italo- Americano come è nato questo cantiere comune di studenti e volontari. Quattro anni di scavi poi, finiti i fondi, vi siete fermati. Per ripartire vi siete affidati al crowdfunding. Cercando finanziamenti diversi da quelli statali, abbiamo aperto le porte della ricerca al pubblico e ai volontari che parte- cipano attivamente alla ricerca di sostenitori. Il nostro supporter principale è Earthwatch Institute che dal 2009, ogni anno, copre il nostro budget di spesa attraverso il contributo di volontari che da tutto il mondo, la maggior parte americani ma anche inglesi, tedeschi e australiani, ci consen- tono di lavorare 12 settimane l'anno. Poi ci siamo rivolti alle università americane. Così da tre anni abbiamo una Field School con l'Università dell'Arizona, prossimamente ne avvieremo un'altra con lo Union College di Schenectady. Ora sto lavorando con un College vicino Boston. Ovviamente non arrivano frotte di studenti, ognuno però è una goccia di lavoro preziosissi- mo. E' un'esperienza unica per loro, importante per noi. "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, Ambiente termale del sito romano di Poggio del Molino, in Toscana, che oggi ospita un cantiere-scuola di archeologia (Ph. in pagina B. Minafra) ANDREA TEDESCHI BARBARA MINAFRA mente, sono stati riportati alla luce la sala per i bagni caldi (calidarium), con l'adiacente forno (praefurnium) e due vasche, una circolare e una ellit- tica, per i bagni freddi (frigida- rium). L'abbandono definitivo della villa a precipizio sul mare, e del- l'intero sito, è databile agli inizi del IV secolo. Fin qui la storia o meglio la ricostruzione storica ad opera degli archeologi che 30 anni fa avevano individuato in Poggio del Molino un terzo lotto dell'a- rea archeologica che include le necropoli etrusche e romane della vicina Populonia, l'unica città etrusca edificata sul mare nel IX secolo a.C., che acquisì importanza dal VII secolo a.C. raggiungendo il massimo splen- dore nel IV secolo a.C. per poi passare nell'orbita romana intor- no alla metà del III secolo a.C. Da questo momento in poi inizia la ricerca di finanziamenti ma soprattutto l'idea di poter, ciascuno, dare il proprio contri- buto personale alla scoperta di un tassello di questo luogo pre- zioso in cui convivono tre livelli archeologici. continua a pagina 29