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GIOVEDÌ 23 GIUGNO 2016 www.italoamericano.org 31 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | S orprese e nuove ricostruzioni di un periodo fondamentale per la nascita e sviluppo della città dell'Aquila e del suo territorio: quello tra la fine del XIII secolo e l'inizio del XVI. Sono tante le novità contenute nel volume I "cantici" del Perdono Laude e soni nella devozione aquilana a san Pietro Celestino di Francesco Zimei, edito dalla Libreria Musicale Italiana. Il volume, frutto di una ventennale ricerca condotta su fonti spesso inedite conservate in varie parti d'Italia (ma anche d'Europa e degli Stati Uniti), muovendo da un episodio di grande risonanza storica come il Perdono, l'indulgenza plenaria concessa da Celestino V in occa- sione della sua incoronazione (1294), analizza per i successivi cinque secoli la sua cospicua ricaduta sulle attività musicali aquilane in forza della pre- scrizione, da parte del Pontefice, a celebrare tale ricorrenza con "inni e cantici". Oltre a influire direttamente sul canto delle laude, come deno- ta il congruo numero di testi aquilani superstiti, tale dispo- sizione portò nel 1434 la munici- palità a istituzionalizzare "pro salute animarum" (per la salvezza delle anime) il concomitante ballo purificatorio che si teneva nei quattro giorni antecedenti la festa, disponendo la nomina di tre maestri di danza per ogni quartiere affinché guidassero il popolo nella preparazione del rito. Questa consuetudine, ancora in vita nei primi decenni del sec- olo XVI e poi gradualmente sim- bolizzata nell'esecuzione della sola parte strumentale (i cosiddet- ti soni), si ripeteva il 19 maggio in occasione della memoria litur- gica di Celestino, ma fu estesa al giorno successivo con la canoniz- zazione di Bernardino da Siena, morto il 20 maggio 1444 all'Aquila e subito elettone com- patrono a suggellare il suo ruolo- guida all'interno di quel frances- canesimo osservante che ebbe nella città uno dei centri propul- sori. "L'ingente documentazione raccolta, comprensiva di tutte le concordanze musicali, di un ampio numero di intonazioni e dell'intera contabilità amminis- trativa superstite (oltre mille musicisti censiti tra Quattro e Settecento tutti all'epoca regolar- mente pagati) – spiega l'autore Francesco Zimei - costituisce un imprescindibile punto di partenza per l'auspicato recupero storico della Perdonanza Celestiniana nelle sue prerogative più auten- tiche. Tra le novità che questo sag- gio contiene la prima riguarda il coinvolgimento di tutta la popo- lazione nella preparazione delle celebrazioni celestiniane – con- tinua Zimei - visto che il cittadi- no era parte attiva di tutte le man- ifestazioni legate a queste feste mentre oggi si trova relegato a mero spettatore". Se questa opera costituisce una pietra miliare per ricostruire un momento ricco e fecondo per il territorio aquilano, ha elementi di evidente modernità quando introduce ad un periodo che oggi interessa anche il territorio aquilano visto che l'anno giubi- lare indetto da Papa Francesco ha dato come indicazione quella di vivere l'evento nelle rispettive Ricerca ventennale tra Italia e Usa sui cantici medievali Diocesi, prima ancora che recarsi a Roma in Vaticano, da intender- si proprio come invito alla parte- cipazione personale e non for- male. Tra le scoperte più significa- tive della ricerca di Zimei, invece, c'è l'identificazione di un nuovo grande protagonista della produzione letteraria aquilana del tardo medioevo l'Abate di San Silvestro Buccio di Pietruccio di Petracca da Collebrincioni autore fra l'altro della Leggenda de Sancto Tomascio". Dal XIII al XV, in particolare in Francia e poi in Italia, dalle laudi si passò alle sacre rappre- sentazioni, allestimenti teatrali di un mistero della fede, in forma drammatica. Un teatro particolar- mente vivace da questo punto di vista si ebbe in Abruzzo dove la Confraternita di San Tommaso dell'Aquila espresse in un inter- essante laudario le tendenze sceniche, metriche e musicali, in parte derivate da una tradizione epica e drammatica locale preesistente. Assunse consistenza l'abitudine di ripartire la rappre- sentazione in più giornate, già tipica delle celebrazioni della Settimana Santa, e venne estesa al tema agiografico. In questa rappresentazione elementi realis- tici e scenicamente validi toglievano al dramma la veste austera, per dargliene una più festosa e leggiadra. Lo studio di Zimei vuole infine raccontare come gli aquilani interpretarono la diretti- va musicale del Papa-eremita e in quale misura ciò ebbe a influire sulla formazione di un repertorio espressivo che si sviluppò in par- allelo con la vicenda politica e urbana della città. Sotto il profilo terminologico prima che sostanziale, nelle fonti i "cantici" appaiono declinati in due distinte tradizioni: una di carattere laudistico e un'altra isti- tuzionale detta dei soni. Della prima, cospicua per dimensioni ma riuscita sinora a suscitare interesse solo negli aspetti letter- ari e drammaturgici, si coglie il pretesto per delineare una storia sonora divenuta irrinunciabile alla luce del movente indulgen- ziale. La seconda, più sfuggente per la sua natura squisitamente pratica e non a caso pressoché sconosciuta all'esegesi, è riemer- sa grazie all'ampia documen- tazione amministrativa superstite, che cerca di distillarne tutte le informazioni utili a un'inquad- ratura artistica e funzionale del fenomeno. Francesco Zimei ha studiato la produzione musicale aquilana e abruzzese tra XIII e XVI secolo SOCIETÀ & CULTURA COSTUMI PATRIMONIO TERRITORIO