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GIOVEDÌ 23 GIUGNO 2016 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA COSTUMI PATRIMONIO TERRITORIO Il vecchio inganno del gioco delle tre carte alcuni di essi erano stati "spen- nati", oppure a Napoli, per rifar- si delle perdite "incassate" l'an- no prima. "Bene! – dissi al collega – Hai fatto bene a dirmelo". Q u e s t a f u l ' e s s e n z a d e l discorso che feci agli studenti: "Cari studenti, a Roma, oppu- r e q u a n d o s a r e m o a r r i v a t i a LUIGI CASALE Perché dovremo vincerli giocan- do. Infatti, la mattina presto, quei signori che intrattengono i viag- giatori col gioco delle tre carte, prima di partire da casa si fanno consegnare dalle rispettive mogli una borsa piena di soldi, allo scopo di poter trascorrere la giornata al loro "posto di lavoro" tica è la moglie stessa che lo richiama ricordandogli di pren- dere il denaro: "Genna', non ti dimenticare di prendere i soldi, perché se vengono gli studenti dal Nord Italia, e vincono al gioco delle tre carte, come fai a pagargli la vincita? Ecco. Portati questi tre o quattro milioni, spe- rando che ti bastino. Poi doma- Il gioco delle tre carte è basato su un vecchio trucco utilizzato per attuare truffe ai danni di ignari partecipanti Anche se il gioco fosse eseguito con onestà è sempre sfavorevole: si vince nel 33,3% dei casi, si perde due su tre T utti voi conoscete il gioco delle tre carte. Scelta la c a r t a d a p u n t a r e , l e t r e carte, capovolte, vengono ada- giate sul tavolo lasciando al cen- tro la carta designata. Il giocato- re, con abile movimento delle m a n i , l e s p o s t a v e l o c e m e n t e cambiandole di posto. Ma, men- tre la persona che conduce il gioco ripete più volte questa operazione, chi guarda è convin- to di seguirle, e crede di non per- der di vista la carta vincente, cioè quella che è stata indicata e che dovrà essere riconosciuta al m o m e n t o i n c u i i l g i o c a t o r e lascia cadere, di nuovo immobi- li, le tre carte sul tavolo, sempre capovolte. A questo punto tutti credono, convinti come sono di non averla mai perduta di vista, di poterla indicare con sicurezza. Ma, sorpresa generale!, la quasi totalità delle volte nessuno la indovina. Potrebbe indicarla solo chi, puntando a casaccio una delle tre carte, in maniera aleatoria e per puro caso, avesse la sorte di i n d i v i d u a r l a ; m a l a p o s t a i n g i o c o – a p a r t e l a s o m m a d i denaro, cioè la puntata della scommessa, soprattutto il fatto di mettere in discussione la propria sicurezza di fronte ad una appa- rente certezza – è alta e nessuno vuole rischiare quello che crede il certo in cambio di ciò che ritiene fortuito. Così, per la stragrande quan- tità dei casi, nessuno indovina e nessuno degli avventori vince. Ma solo chi tiene il banco. Evidentemente il giocatore di mestiere, alla sua abilità manua- le di prestidigitazione, aggiunge la sua capacità di manipolatore delle coscienze attraverso questo meccanismo psicologico che guida la scelta degli avventori. Prontezza di mani ed astuzia sono le sue armi per turlupinare i poveri gonzi che si fermano a giocare con lui. Fin qui, se volete, è tutta abi- lità; anche se cattiveria ed ingan- no stanno alla base delle inten- zioni di chi pratica questa atti- vità, facendola diventare crimi- nale. Ciò, spesso, ha fatto sen- tenziare alla giurisprudenza che nella fattispecie non sono ipotiz- Napoli, andremo a giocare al gioco delle tre carte. Mi racco- mando, non portate molti soldi. e soddisfare tutte le vincite che i viaggiatori dovessero fare. Anzi, se qualcuno di loro se ne dimen- ni, ci penseremo". E così tutti i giorni. Vedete come sono diverse dalle altre mogli, le mogli dei napoletani?! Invece di chiedere soldi ai mariti, glieli offrono per il gioco delle tre carte". I r a g a z z i c o m i n c i a v a n o a guardarsi l'un l'altro. E io dovet- ti chiedergli: "Perché? Non mi credete?". Credo che adesso voi vi stiate domandando: "Ma come? questi vanno a lavorare e devono por- tarsi da casa tre o quattro milioni d i l i r e ( a l l ' e p o c a c o n t a v a n o ancora le lire) per darle ai vinci- tori? E le mogli glielo permetto- no e gli danno pure i soldi? E fino a quando potranno resiste- re?" Questi erano, all'incirca, i pensieri di quei studenti. Ma quando mi resi conto che erano maturi abbastanza, ben cotti nel loro brodo, gli chiesi: "Ma perché, voi che cosa crede- vate?". Detto altrimenti, se in futuro avessero voluto tentare la fortu- na in questo modo, che stessero bene attenti alla loro incolumità, perché quelle delle tre carte sono bande di delinquenti. zabili l'inganno e la truffa. Al massimo, la circonvenzione di incapace, se dal gioco, special- mente quando diviene coatto, d o v e s s e v e n i r e u n r i l e v a n t e danno economico al malcapitato. Sta di fatto però che di fronte all'ingenuo malcapitato si trova il pervertito malintenzionato. E, cosa più grave, in assenza di un regolamento condiviso ed, even- tualmente, della possibilità di un arbitrato. Allora tutto diviene possibile al giocatore delle tre carte: truc- chi e inganni fino alla prevarica- zione e alla violenza, special- m e n t e , c o m e s e m p r e c a p i t a , quando è spalleggiato da compli- ci sodali. Talché possiamo parla- re, in ogni caso, di vere bande di malintenzionati, e di conseguen- z a , a n c h e d i a s s o c i a z i o n e a delinquere. Un anno mi toccò di accom- pagnare a Napoli, in gita scola- stica, un gruppo di studenti di una città del Nord dove insegna- vo. I l c o l l e g a m e l i p r e s e n t ò come ragazzi affidabili. Solo mi segnalò che aveva sentito che i ragazzi avevano intenzione di fermarsi a giocare al banchetto d e l l e t r e c a r t e , n e l l a s o s t a a Roma, dove l'anno precedente