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GIOVEDÌ 4 AGOSTO 2016 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Il "manifesto" artistico dell'Art Nouveau milanese è rappresentato da Palazzo Castiglioni d'inizio Novecento ALESSIA PICCIONI L 'Italia continua ad essere tra le destinazioni turistiche più ambite. Con i suoi oltre 8.000 chilometri di costa, nei mesi estivi il Belpaese attira vacanzieri da ogni angolo del mondo: tedeschi in primis, seguiti a ruota da statunitensi, francesi e inglesi. Non per tutti, però, estate è sinonimo di mare, spiaggia ed ombrellone. Al contrario, sono in molti a preferire città d'arte, alla scoperta dell'inestimabile patri- monio culturale italiano. Tra le più gettonate, ovviamente, Roma, Firenze e Venezia, ma anche Milano. Se si pensa al capoluogo lom- bardo, balzano subito alla mente immagini di manager indaffarati, broker che contrattano a Piazza Affari, modelle bellissime con vestiti da urlo, estrosi pubblicitari intenti a creare intriganti campa- gne di marketing, aperitivi ed eventi esclusivi. Ma la città ha molto altro da offrire, soprattutto per quanto riguarda l'architettura di chiese e palazzi, che spazia dal liberty al gotico, dal romanico al barocco. Tutti conoscono la mae- stosità del Duomo, in stile neogo- tico, la bellezza romanica della Basilica di Sant'Ambrogio, e l'e- leganza del Castello Sforzesco, che fonde il gotico allo stile rina- scimentale. Ma a c'è molto altro. A Milano, ad esempio, lo stile Liberty trovò uno dei terreni più fertili per il suo sviluppo in Italia, al punto che la città viene spesso indicata, insieme a Torino e Palermo, come la capitale italiana di questa corrente. Il "manifesto" artistico dell'Art Nouveau milanese è rap- presentato da Palazzo Castiglioni, in Corso di Porta Venezia, costruito da Giuseppe Sommaruga nei primissimi anni del 1900, e che oggi ospita la sede dell'Unione Commercianti di Milano. Il palazzo presenta un basamento con bugnato grezzo che riprende le forme naturali della roccia, le altre decorazioni sono una ripresa dello stucco in perfetto stile settecentesco. Altri importanti esempi sono costituiti da Casa Laugier (edificato dal- l'architetto Antonio Tagliaferri tra il 1905 e il 1906 in corso Magenta 96) e da Casa Galimberti (progettata da Giovanni Battista Bossi tra il 1903 e il 1905, via Malpighi 3). Le aree della città più ricche di questo stile architettonico sono le zone tra Corso Venezia e Corso Monforte, e tra Corso Magenta e Parco Sempione, più qualche edi- ficio nel centro storico e in zone più periferiche. Poco distante dalla Stazione Centrale, all'incrocio tra via San Gregorio e via Ludovico Settala, si trova la chiesa dedicata a San Gregorio Magno, realizzata tra il 1903 e il 1908 dall'architetto Solmi, con il contributo degli architetti De Micheli e Poelli. L'esterno dell'edificio segue lo stile architettonico neoromanico, con paramento murario in mat- toncini rossi ed elementi decorati- vi in pietra grigia. L'interno pre- senta un'unica grande navata, senza transetto, con abside poco sporgente, realizzata in stile neo- gotico con l'inserimento di ele- menti Liberty. Altri importanti esempi di architettura neoromanica sono costituiti dalla Basilica di Sant'Eustorgio, nell'omonima piazza, all'interno della quale si trovano anche i resti di un cimite- ro paleocristiano, la chiesa di San Cristoforo sul Naviglio sull'alzaia del Naviglio Grande. Altro bellissimo esempio di architettura religiosa è Santa Maria delle Grazie, una chiesa che riveste un ruolo di estremo rilievo non solo perché sede del Cenacolo di Leonardo, ma anche per la bellezza della sua monu- mentale tribuna, tradizionalmente attribuita a Bramante, sormontata dalla grande cupola e che illumi- na le navate costruite dal Solari. La struttura presenta, inoltre, due ampie absidi laterali e una terza, oltre il coro, in asse con le navate. L'ordinata scansione degli spazi si riflette anche sulla faccia- ta esterna, in un incastro di volu- mi che culmina nel tiburio che maschera la cupola, con una log- getta che richiama i motivi del- l'architettura paleocristiana e del romanico. Ultima tappa imperdibile del tour tra le architetture milanesi è Santa Maria presso San Satiro, una chiesetta seminascosta tra le vetrine di via Torino. Qui si trova uno dei più sor- prendenti inganni prospettici rea- lizzato nel 1480 circa da Bramante. Se dall'ingresso si osserva l'interno non sembra esserci nulla di strano: stiamo ammirando un consueto spazio longitudinale a tre navate con un transetto sormontato da cupola e una tradizionale abside circolare. Ma proprio qui sta la magistrale illusione della quale ci si accorge solo quando si arriva davanti all'altare, rendendosi conto che l'abside in realtà non esiste ma è solo frutto di puro inganno pro- spettico. Durante l'edificazione della chiesa, si resero conto che lo spa- zio a disposizione era insufficien- te per realizzare la tribuna a causa dell'esistenza di una strada limi- trofa. Così l'architetto ideò questa meravigliosa soluzione, costruen- do una parete cieca e piatta, creando, tra pilastri fittizi e rilievi in cotto, uno scorcio prospettico così ben architettato da simulare la profondità. Il tutto, accentuato dalla volta a botte dipinta. Inganni prospettici e capolavori nascosti tra le vie di Milano, città d'arte L'inganno prospettico nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro: l'abside che si vede dall'ingresso "scompare" una volta che ci si avvicina all'altare