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GIOVEDÌ 29 SETTEMBRE 2016 www.italoamericano.org 31 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Ponendosi sulla scia dei suoi predecessori e dello spirito di San Francesco, il Pontefice ha detto: "Senza sincretismi e senza relativismi abbiamo pregato gli uni accanto agli altri, gli uni per gli altri" e poi: "Ancora una volta noi, insieme qui riuniti, affermiamo che chi utilizza la religione per fomentare la vio- lenza ne contraddice l'ispirazio- ne più autentica e profonda", che inquinano i popoli di odio e la Terra di armi, implorano pace i nostri fratelli e sorelle che vivo- no sotto la minaccia dei bombar- damenti o sono costretti a lascia- re casa e migrare verso l'ignoto spogliati di ogni cosa… essi incontrano troppe volte il silen- zio assordante dell'indifferenza, l'egoismo di chi è infastidito, la freddezza di chi spegne il loro grido di aiuto con la facilità con sfarzo dei cerimoniali e le derive temporali che hanno spesso caratterizzato la Curia romana nel corso dei secoli. Ma in que- sto nome c'è qualcosa di dirom- pente, una promessa, una domanda che scuote tutta Chiesa ed espone chi lo porta a signifi- cati e compiti difficili. Messaggio e programma, pro- fezia di cambiamento e di rinno- vamento. Nel nome si coglie un segnale che vuol accogliere e ascoltare l'appello di milioni di uomini accomunati da un destino di miseria di fronte a una con- centrazione di enormi ricchezze nelle mani di pochissimi. Guardando la figura di San Francesco con gli occhi della storia, ciò che balza agli occhi sono le azioni e le scelte. Francesco d'Assisi individuò subito il problema delle disugua- glianze tra i ricchi e i poveri. Ed è questo il primo elemento che li unisce: la difesa dei poveri e la lotta contro il denaro e gli eccessi in una società in crisi dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Ma oggi, assieme alla ricerca smodata della ricchezza, si assiste anche ad una sempre più evidente domanda di spiri- tualità e questo può avvenire attraverso una rilettura ed una messa al centro del Vangelo delle origini. Ciò che lega forte- mente Papa Bergoglio al Santo di Assisi è proprio il suo conti- nuo richiamo al Vangelo. Altro importantissimo aspetto che lega i due Francesco è la tematica dell'ecologia, tema che parla in modo significativo al nostro tempo. San Francesco, in un momento in cui si affermava- no le città, contrapponeva la natura e la strada, promuoveva la predicazione "in via". Portando tutto al mondo d'oggi, sono quelle periferie che tanto stanno a cuore a Papa Francesco. Si intravede in questo nome una sfida, un programma, una bandiera che può diventare chia- ve interpretativa per l'attuale missione di evangelizzazione della Chiesa, delle sue relazioni con il mondo e con le altre reli- gioni. Francesco d'Assisi fu soprat- tutto il profeta in cui Innocenzo III vide la possibilità di un gran- de movimento di rinnovamento. Non è certo un caso che Papa Bergoglio, nella sua prima ome- lia ai Cardinali durante la messa di ringraziamento "Pro Ecclesia" abbia parlato di movimento come dinamica di cambiamento, "movimento nel cammino, nel- l'edificazione della Chiesa, nella confessione, di "camminare, edi- ficare, confessare". continua a generare Paradiso ancora dopo 8 secoli. In questo Anno Santo della Misericordia diventa ancora più evidente come la strada del perdono possa davvero rinnovare la Chiesa e il mondo". Nel richiamo agli stessi prin- cipi di pace e perdon, nasce spontaneo un confronto fra il Santo medievale e Papa Francesco soprattutto perché E ntra nel vivo la festa di San Francesco che ogni 4 ottobre porta una regione d'Italia ad accendere la lampada votiva. Quest'anno tocca al Lazio mentre ricorre il 75° anni- versario della sua proclamazione a Patrono d'Italia. Ma trent'anni dopo l'intuizio- ne di Giovanni Paolo II, Assisi è tornata ad essere la capitale mon- diale della pace e del dialogo secondo lo spirito del poverello che, nel momento più cruciale della V Crociata, decise di partire con un gruppo di 12 compagni per il Campo dei Crociati atten- dati nei pressi di Damietta, in Egitto. Missione: incontrare il Sultano Malik-al-Kamil, nipote del famoso Saladino e capo dell'esercito musulmano. Qui, secondo quanto ci tramanda Tommaso da Celano, predicò contro il ricorso alle armi e sostenne la necessità della pace. L'incontro e l'amicizia tra Francesco e un sovrano illumina- to sono divenuti da allora segno e simbolo della possibilità degli uomini di incontrarsi senza ricor- rere alle armi e alla violenza in nome di Dio. Oggi, in tempi di terrorismo, conflitti, migrazioni forzate, e in un mondo flagellato da una "terza guerra mondiale a pezzi", secondo la nota definizione dell'attuale Papa, è stato il Santo Padre Francesco a riproporre proprio ad Assisi la strategia del dialogo. Più di 500 leader religiosi, capi di Stato, Nobel per la Pace si sono riuniti nella città umbra per l'Incontro "Sete di pace. Religioni e culture in dialogo", organizzato dalle Famiglie fran- cescane, dalla diocesi di Assisi e dalla Comunità di Sant'Egidio. All'inaugurazione è intervenuto anche il presidente della Repubblica Mattarella. Fra i leader religiosi ricordia- mo la folta rappresentanza musulmana, il patriarca ortodos- so di Costantinopoli Bartolomeo, il rabbino capo di Tel Aviv Tsrael Lau, il primate anglicano Justin Welby, il capo supremo del Buddismo Tendai. Presenze che testimoniano la grande l'adesione allo "spirito di Assisi", un impegno che ha dato un forte apporto al riavvicina- mento tra le religioni e non solo. Perché lo spirito di Assisi è soprattutto la risposta ai fonda- mentalismi e alla violenza attra- verso la vittoria, non facile, su quello che Papa Francesco ha definito "il paganesimo dell'in- differenza". Festa per San Francesco, da 75 anni è il patrono d'Italia Il Papa ad Assisi: solo la pace (non la guerra) è santa FRANCESCA GRAZIANO ogni forma di violenza non rap- presenta "la vera natura della religione. È invece il suo travisa- mento e contribuisce alla sua distruzione" (Benedetto XVI, Intervento alla Giornata di rifles- sione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, Assisi, 27 ottobre 2011). Non ci stanchiamo di ripetere che mai il nome di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa. Solo la pace è santa, non la guer- ra!". Poi ha aggiunto nella sua intensa meditazione: "Implorano pace le vittime delle guerre che cui cambia canale in televisio- ne". Francesco è tornato ad Assisi dopo la breve visita di agosto e dopo la visita del 4 ottobre 2013 in occasione dell'VIII Anniversario del Perdono di Assisi concesso da Onorio III. Quest'estate, il Papa aveva citato la frase che secondo la tra- dizione avrebbe pronunciato San Francesco: "Voglio mandarvi tutti in Paradiso". Come? Attraverso il perdono: "Il perdo- no di cui San Francesco si è fatto canale qui alla Porziuncola – aveva detto Papa Francesco - l'attuale Papa è il primo nella storia della Chiesa ad aver assun- to il nome di Francesco. I nomi, si sa, hanno una loro misteriosa essenza e per i Papi un significato, una risonanza che affondano le radici in una tradi- zione millenaria. L'italo-argenti- no Jorge Mario Bergoglio ha "osato" assumere il nome del poverello d'Assisi, esempio di umiltà e di totale dedizione a Dio, che in duemila anni di storia nessun Papa aveva scelto. Nome forse troppo impegnati- vo da portare in un'Istituzione criticata dallo stesso Santo per lo Papa Francesco e il patriarca ortodosso Bartolomeo I alla Giornata mondiale di preghiera per la pace Il presidente Mattarella con il presidente della Repubblica Centrafricana e leader spirituali di varie confessioni