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GIOVEDÌ 13 OTTOBRE 2016 www.italoamericano.org 29 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI titoli tra il 2014 e il 2015 ha fatto segnare un +11,7%, complice sicuramente un migliore atteg- giamento degli stessi autori che si sono maggiormente uniforma- ti al genere e agli stili internazio- nali. La parte da leone la fa la narrativa che rappresenta oltre un terzo della vendita di diritti alle case editrici straniere (il 36,2%), con un incremento del 251,9% (nel 2007 era il 17,2%). Un altro terzo è in mano alla let- teratura per l'infanzia (36,1%). La vecchia Europa ha acqui- stato più della metà (il 50,8%) dei diritti di edizione e si stanno aprendo nuovi mercati come quello asiatico fino a qualche anno fa off limits. Dal 2007 al 2015 l'export verso Oriente, soprattutto grazie alla Cina, e in anni in cui l'afflusso di italiani verso questa nazione è stato notevole, è cresciuto di oltre il 111% mentre quello verso il Medio Oriente addirittura del 321,2%. Oltre ai testi di autori classici famosi, il discorso di oggi vale per scrittori moderni cosa che lascia ben sperare per il futuro e sprona ad adoperarsi per la promozione linguistica e cul- turale dell'Italia all'estero, affin- ché diventi effettivamente reale e concretamente vissuto che i migranti italiani sono i primi ambasciatori per il Paese. Per questo vanno incentivate, pro- mosse e diffuse operazioni istitu- zionali quali la Settimana della lingua italiana nel mondo e gli Stati generali della lingua italia- na nel mondo che devono diven- tare occasioni utili e vitali per far incontrare studiosi italiani o di Italia, che lavorano nel Paese o fuori dei confini nazionali, al fine di ripensare strategie didatti- che o di coinvolgimento della lingua italiana in tutti i processi di apprendimento o nelle strate- gie delle industrie culturali e/o economiche. Ripartendo dal rapporto tra lingua italiana e mondo cultura- le, economico e delle imprese sarà possibile dare un proficuo contributo al cambio di direzione dell'Italia, alla sua uscita dalla recessione e al renderla appetibile e attraente per la tra- sformazione della migrazione da "a direzione unica" a "circola- re". IL CASO NEW YORK D u rante il G rande es odo diretto a New York la maggior parte degli gli italiani tendeva a radunarsi nelle città e nelle peri- ferie urbane, dando vita alla tipologia urbana di Little Italy al centro delle quali c'era sempre una chiesa. La prima parrocchia italiana e la più maestosa era la Chiesa Monte Carmelo che si trova ancora oggi nell'Eas t Harlem. Nel corso degli anni gli italo-americani, facilitati da un aumento di reddito e tenore di vita, non solo hanno lasciato le enclave per vivere nei sobborghi di Long Island, Connectitcut, New Jersey e Staten Island ma sono riusciti ad entrare tra le uni- vers ità élite della città, Columbia, Fordham e New York University e a promuovere un interesse scientifico verso gli studi italo americani. Nel 1966 nasce l'American Italian Historical Association (AIHA) e nel 1975 la National Italian American Foundation (NIAF), fondata per promuovere la cultura italo americana e il suo patrimonio di valori. Negli ulti- mi vent'anni sono arrivati pro- fessori universitari, imprenditori, rappresentanti di grandi gruppi finanziari, ristoratori alla moda, galleristi, artisti, scienziati e top managers a rafforzare l'immagi- ne dell'Italia a New York. Gli italiani a New York sono oggi una realtà molto variegata e non è da sottovalutare il numero di irregolari di origine italiana presenti, gente che vive una realtà di lavoro piena di priva- zioni e sofferenze, soprattutto per il fatto che non possono tor- nare in Italia e devono mancare a feste di famiglia e lutti stretti. Sono giovani che vengono in cerca di lavoro e affrontano enormi rischi e sacrifici. Per lo più, hanno fatto scadere i tre mesi di visto turistico e vivono da anni senza documenti, senza poter guidare l'auto, senza assi- curazione medica, senza possibi- lità di tornare in Patria. I nuovi arrivi si dislocano nei vari quartieri della città non in base all'appartenenza etnica o regionale com'era avvenuto nella Grande emigrazione, ma s econdo logiche dettate dai campi di attività dove operano: banche, tribunali, università, ospedali, ristoranti e pizzerie. LA MOBILITA' "La mobilità - si legge nel- l'introduzione del Rapporto 2016 - è una risorsa, ma diventa dannosa se è a senso unico, quando cioè è una emorragia di talento e competenza da un unico posto e non è corrisposta da una forza di attrazione che spinge al rientro. Solo con il giusto equilibrio tra partenze e rientri avviene la "circolazione", che è l'espressio- ne migliore della mobilità in quanto sottende tutte le positività che derivano da un'esperienza in un luogo altro e dal contatto con un mondo diverso". In occasione della presenta- zione del Rapporto ecco quanto detto dal pres idente della Repubblica Sergio Mattarella: "Il nostro Paese ha una storia antica di emigrazione. Una storia di sofferenze e di speranze. Una s toria di ris catto s ociale, di straordinarie affermazioni perso- nali e collettive, ma anche di Continua da pagina 28 Dove sono gli emigrati italiani oggi nell'elaborazione grafica che fornisce il Rapporto Migrantes 2016 Il nostro migrante? Portatore di italianità nell'arte, nel gusto, nel design, nel business marginalità patite e di lacerazio- ni. Oggi il fenomeno degli italia- ni migranti ha caratteristiche e motivazioni diverse rispetto al passato. Riguarda fasce d'età e categorie sociali differenti. I flussi tuttavia non si sono fermati e, talvolta, rappresentano un segno di impoverimento piutto- sto che una libera scelta ispirata alla circolazione dei saperi e delle esperienze. La mobilità dei giovani italia- ni verso altri Paesi dell'Europa e del mondo è una grande opportu- nità, che dobbiamo favorire, e anzi rendere sempre più profi- cua. Che le porte siano aperte è condizione di sviluppo, di coope- razione, di pace, di giustizia. Dobbiamo fare in modo che ci sia equilibrio e circolarità. I nos tri giovani devono poter andare liberamente all'estero, così come devono poter tornare a lavorare in Italia, se lo desidera- no, e riportare nella nos tra società le conoscenze e le profes- sionalità maturate. I flussi migratori che guarda- no oggi all'Europa e agli Stati Uniti hanno una portata di durata epocale. Affrontarli con intelli- genza e con visione è necessario per costruire un mondo migliore con lo sviluppo dei Paesi di ori- gine. La conoscenza e la cultura hanno un grande compito: aiutar- ci a vivere il nostro tempo cer- cando di essere costruttori e arte- fici di uno sviluppo sostenibile, che ponga al centro il valore della persona umana. La nostra cultura è anche l'immensa ricchezza che gli ita- liani, nel tempo, hanno seminato nel mondo, abbellendo e renden- do più prosperi tanti territori nei diversi continenti. E questa cul- tura è poi tornata, accresciuta, nella nostra comunità.