L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-22-2016

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GIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2016 www.italoamericano.org 28 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Dino D'Angelo, nato in Abruzzo, divenne avvocato immobiliarista, mecenate e benefattore di Chicago Da figli di immigrati italiani ad affermati avvocati: la storia dei fratelli D'Angelo Q uando Luigi D'Angelo e Linda De Luca, prove- nienti da Cas tel di Sangro, piccolo comune abruzze- se di poco più di seimila abitanti nella Provincia dell'Aquila arri- varono negli Stati Uniti, di certo speravano nel "sogno america- no". Forse, però, non si aspetta- vano tanto, di poterlo realizzare nella loro generazione. Invece, quel sogno che avevano milioni di emigranti nella valigia con cui attraversarono l'oceano lascian- dosi tutto alle spalle, fu ampia- mente realizzato dai loro due figli: Dino ed Oscar, che, da ragazzi di bottega, divennero due tra i più importanti ed affermati avvocati di Chicago. Dino, il maggiore era nato a Castel di Sangro, nel 1920 men- tre O s car O vidio era nato a Chicago, nel quartiere "Little Italy", nel 1931. Papà Luigi e mamma Linda gestirono, per anni, un negozio di alimentari con annessa macel- leria. Nel negozio, pur studiando, tutti e due i loro ragazzi lavora- rono sodo. I genitori fecero ogni sorta di sacrificio per appoggiare D ino e O s car O vidio. I loro sacrifici però furono ben ripaga- ti. Al di là delle più rosee aspet- tative. DINO D'ANGELO - Divenne un affermato avvocato immobi- liarista, un mecenate e un bene- fattore della F acoltà di Giurisprudenza di Chicago. Nel 1984 contribuì con la munifica cifra di 4,5 milioni di dollari all'espansione della biblioteca di legge, che oggi porta il nome della sua famiglia. La successiva estensione dell'edificio fu com- pletata nel 1987. D'Angelo motivò così la sua generosa offerta: "Tutti abbiamo debiti da pagare e ciascuno di noi li paga a modo suo. L'Università di Chicago mi ha aiutato a supe- rare le barriere dell'essere figlio dimenticarlo". In segno di gratitudine verso Dino e la sua straordinaria gene- r o s i t à , o g g i l a b i b l i o t e c a dell'Università è denominata "D'Angelo Law Library", un riconoscimento a tutta la sua famiglia, ai suoi genitori emigra- ti dall'Italia e ai suoi figli. Dino morì il 12 settembre del 1991. OSCAR OVIDIO D'ANGE- L O - N o n l a s c i ò m a i l a s u a amata "Little Italy", dove era nato e cresciuto ma come segno di riscatto, abitò nel più lussuoso appartamento. Avvocato esperto, consulente di importanti istitu- zioni quali la "Hilton Hotels Corp" o il "Rush University Medical Center", fu prezioso consigliere di quasi tutti i sindaci di Chicago e consigliere d'am- m i n i s t r a z i o n e i n i m p o r t a n t i società. Da ragazzo, come il fratello Dino, lavorò nel negozio di ali- mentari dei genitori. A lui tocca- vano le consegne a domicilio. Frequentò prima la "McLaren G r a m m a r S c h o o l " e p o i l a "University of Chicago". Servì per due anni, come esperto giuri- sta, l'esercito americano a Bad Nauheim in Germania. Tornato a Chicago nel 1958 entrò nello stu- dio Fiffer & D'Angelo. Più tardi d i v e n n e p a r t n e r d e l l o s t u d i o "Friedman & Koven" e successi- vamente dello studio "Altheimer & Gray". Nel 1960, l'allora sin- daco Richard J. Daley lo nominò presidente del Near West Side C o n s e r v a t i o n C o m m u n i t y Committee. Iniziò così il suo impegno, poi di tutta una vita, a favore della riqualificazione urbana e contro il degrado di Chicago. In un arco temporale di 30 anni D'Angelo fu presidente del Consiglio di "High School di St. Mary" e della "Colombo- Cuneo-Cabrini Hospital". Fu negli organi direttivi del Duncan Ymca. Importati donazioni fece per la Andrew Jackson Language Academy e per la Francesco Saverio Warde School. Difese, e la cosa fu controversa e gli pro- curò anche aperte critiche, la costruzione del campus della University of Illinois Chicago per la cui costruzione fu necessa- rio sfollare molte famiglie. Nel 1 9 8 9 i l s i n d a c o R i c h a r d M . Daley e il Comune lo vollero o n o r a r e d a n d o i l s u o n o m e , "Oscar D'Angelo Park", al gran- d e p a r c o a i p i e d i d e l l ' Eisenhower Expressway. Ancora oggi, nella "Little Italy" di Chicago, lo ricordano, l u i a f f e r m a t o a v v o c a t o , a l l a guida di una squadra di ragazzi a raccogliere spazzatura nei par- chi e sulle sponde dei fiumi. Tutto per portare bellezza alla "sua" città che amò profonda- mente. Oscar Ovidio D'Angelo morì il 7 agosto del 2016. di poveri immigrati ... mi ha mostrato nuovi orizzonti … mi ha dato l'opportunità di essere quello che sono divenuto". Dino arrivò negli Stati Uniti con la madre quando aveva sei anni. La famig lia, come già detto, aveva un negozio di ali- mentari che il padre aveva com- prato quando emigrò, negli Stati Uniti, poco prima che suo figlio nascesse. Dall'età di sette anni, Dino, lavorò nel negozio prima e dopo la scuola e così contribuì a pagare i suoi studi. Entrò alla "U nivers ity of Chicago" nel 1938. La laurea arrivò nel 1942 e la specializza- zione nel 1944. Servì per due anni nell'esercito come tenente nella Transportation Corps. Nel 1946, iniziò il suo praticantato in legge. Lavorò per un periodo come libero professionista per poi essere chiamato a far parte del pres tigios is s imo s tudio Robert S. Fiffer. Qualche anno dopo ne divenne partner con la "Fiffer & D'Angelo". Dino fu anche un mecenate ed un collezionista di opere d'ar- te. Nel 1978 donò alla Facoltà di G i u r i s p r u d e n z a l a s c u l t u r a , "Diarchy" di Kenneth Armitage che fa ancora bella mostra nel "Laird Bell Quadrangle". Tra le sue acquisizioni, di certo la più nota, c'è quella della "Kemper B u i l d i n g " s e d e d e l l a " L y r i c Opera", a cui lui volle restituire l'antica denominazione: "Civic Opera Building". Nel 1972, la carriera si inter- ruppe a causa di una sua forte depressione. Ma nel 1975 Dino riprese la sua attività con rinno- vato vigore. Geoffrey R. Stone così lo descrisse: "Un individuo v e r a m e n t e s t r a o r d i n a r i o . E ' emerso, al di là del suo essere e c c e z i o n a l e p r o f e s s i o n i s t a , come uno degli uomini più vita- li e generosi che io abbia mai conosciuto. Egli amava vera- mente la scuola di diritto e non ha mai dimenticato le sue umili origini. Non riusciremo mai a GEREMIA MANCINI

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