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GIOVEDÌ 18 MAGGIO 2017 www.italoamericano.org 40 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Nella piccola ma millenaria Torno, sul Lago di Como, Sette Chiavi custodiscono una preziosa reliquia I l paese di Torno si distende lungo un promontorio, proteso sul lago di Como o Lario. E' una comunità, che conta oggi circa 1.300 abitanti. Le sue origini, remote nei secoli, si rivelano attraverso gli avelli distribuiti all'interno di un fitto bosco, probabilmente sepol- cri scavati in massi erratici, vale a dire blocchi di notevoli dimensio- ni risalenti addirittura all'Era Quaternaria, trasportati qui dai ghiacci. Si tratta di realizzazioni senza eguali in Europa in una terra, che racconta la propria sto- ria anche attraverso i reperti di tombe romane, i resti di mura e fortificazioni medioevali. IL SANGUE DEI MARTI- RI "Qui - spiega don Alberto Pini, parroco di Santa Tecla e Vicario foraneo della chiesa-san- tuario di San Giovanni Battista – ebbe ad insediarsi anche una tra le comunità cristiane più antiche dell'intera Diocesi di Como. Il Cristianesimo giunse preceduto dalle testimonianze dei martiri". Ad esempio, San Fedele, soldato romano convertitosi assieme ad alcuni suoi commilitoni e per questo decapitati. I primi scontri vennero regi- strati nel 1292 con la contrappo- sizione tra Guelfi e Ghibellini, contrapposizione che condusse i Tomaschi ad affrontare, armi in pugno, i Comensi: fu l'inizio di una serie di conflitti, poi il sac- cheggio del 1515 voluto dagli Svizzeri, quindi la distruzione definitiva nel 1522, che cancellò letteralmente il paese. Occorsero MAURO FAVERZANI Torno è uno dei più caratteristici paesini lombardi che si affacciano sul Lago di Como (Ph M. Faverzani) Attraversato il mare Adriatico, era deciso a proseguire per la Germania. Ma, giunto a Torno, venne trattenuto da una violenta tempesta. Riprovò più volte, con eguale esito. Egli cominciò a scorgere, allora, in tutti questi imprevisti un segno della volontà divina, come se Questa gli dices- se di lasciare le sante reliquie della Terra Santa in loco. Ciò che fece, sia pure a malincuore, depo- sitandole nella chiesa-santuario di San Giovanni Battista. Ed il suo viaggio poté proseguire. SIMBOLI E RICHIAMI Questa chiesa sorge ad est del promontorio che si affaccia sul Lario. E' per lo più realizzata con pietra calcarea detta di Moltrasio. La facciata presenta una forma a capanna tipica dello stile romani- co: sopra l'arco della finestra, v'è un bassorilievo raffigurante una colomba, mentre ci sono due sta- tue dell'Annunciazione ai lati della lunetta dello splendido por- tale rinascimentale in marmo bianco di Musso, realizzato alla fine del Quattrocento. L'interno della chiesa è carico di significati simbolici e di richia- mi al mistero della Redenzione. E' stato pensato sin dall'inizio quale riproposizione del Corpo di Cristo disteso sulla Croce. L'interno della chiesa si presenta ad una sola navata, ampio e mae- una trentina d'anni, per riprender- si dalla devastazione patita. LA STRANA SORTE DI ALEMANNO La chiesa di San Giovanni Battista, a Torno, viene associata alla sua reliquia più preziosa. Un Arcivescovo tedesco, chiamato Alemanno per le sue origini, di ritorno dalla Prima Crociata, giunse in possesso – come scrive lo storico Primo Luigi Tatti nei suoi Annali sacri della città di Como del 1683 - di "una gamba d'uno de' Pargoletti innocenti, che l'invidia e crudeltà d'Herode uccise nella nascita di Christo; et un Chiodo di quelli che trafissero nella Croce il Salvatore". Tra chiese romaniche e rinascimentali, Torno si arrampica su un promontorio roccioso (Ph M. Faverzani) stoso. Il centro dell'abside del presbiterio non corrisponde al centro della facciata, è anzi lieve- mente spostato verso destra per chi entri, movimento che corri- sponde al capo reclinato di Cristo sulla Croce. Non solo: manca una colonna lungo la navata, per la precisione la terza sul lato destro, entrando. Ciò indica il fianco trafitto di Nostro Signore, dal quale uscì sangue ed acqua, simbolo dei Sacramenti della nostra Salvezza. Il campanile presenta un piano di monofore e due di bifore con pic- coli archi decorativi. Sembra lo si possa far risalire al XII secolo. LE SETTE CHIAVI L'11 giugno 1522 le armate di Como rasero al suolo Torno, pro- fanando le chiese e calando i sacri bronzi giù dai campanili. Uno dei soldati di ventura riuscì ad impossessarsi del Santo Chiodo: portatolo a Bergamo, esso operò anche qui molti mira- coli. Ai familiari del militare, tut- tavia, iniziarono a capitare avver- sità inspiegabili, ciò che convin- sero l'autore della profanazione a restituire il maltolto. Per evitare il ripetersi di furti analoghi, si decise di custodire la preziosa reliquia in un pesante forziere in legno di noce, lo stes- so ove anche oggi si trova. Questo era ed è munito di sette chiavi, ognuna delle quali in pos- sesso del parroco, di famiglie nobiliari e di notabili del posto (solo in epoca moderna, per prati- cità, riunite tutte nelle mani del solo sacerdote). Il cassone fu poi posto in un vano presente dietro l'altare maggiore (dove è oggi), sottratto alla vista di occhi indi- screti e di malintenzionati.