L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-19-2017

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GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2017 www.italoamericano.org 40 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | ghi più modesti: la pensione. ("Stella maris", "Casa serena", "La lucciola", ecc.). Ma, pensio/pensionem, all'ori- gine, è la pesata (dal verbo latino: pendo = pesare); mentre il pen- sum è la quantità di lavoro quoti- diano, il compito assegnato, (metaforicamente: il peso). E pen- sio/pensionem è anche la quota di danaro che in cambio deve essere corrisposta a chi fa quel lavoro, cioè la rata giornaliera. Il lettore perspicace si sarà reso conto che quello che all'inizio sembrava uno scherzo, quasi una provocazione, poi si è rivelata il risultato di una corretta analisi eti- mologica. Cioè, che "pisone" è collegato – risalendo alle sue più antiche origini – proprio al grava- me di un peso. Ma, per quanto ce ne rendiamo conto, non dobbiamo meravigliar- cene più di tanto, perché, come spesso abbiamo detto, parlando di lingua opaca o trasparente, ogni parola, o per effetto della metafo- ra, o per conseguenza delle avve- nute mutazioni socio-economiche, passando nelle successive fasi della sua utilizzazione comunica- tiva, cambia – a volte anche mi grafico-fonetici convenzionali. Quindi, oggi parliamo di "pesone". Se vi dicessi, in maniera trop- po sbrigativa, che pesone è un grande peso, per quanto io possa dire una banalità, pur sbagliando nel metodo, in sostanza direi una cosa giusta. Perché, essendo "u pesone" la rata mensile (pattuita) che paghiamo al padrone di casa per occupare – si dice locare – l'appartamento in cui viviamo … chi mai vorrà negare che essa sia un "pe-so-ne", cioè un grande peso? Ma con calma – e con metodologia opportuna – ci arri- veremo! "U pesone" è l'equivalente della parola italiana pigione. profondamente – il suo significa- to. La stessa dialettica socio-eco- nomica, poi, fa in modo che la parola continui a trasformarsi e a passare da un'area di significato all'altra. Solo per restare in questo ambito della vita e dell'abitare, possiamo considerare che "piso" è la parola spagnola per dire appar- tamento, e che "pisolino" è il riposo pomeridiano. Ma se ci spostiamo da quest'a- rea, troviamo che parole della stessa sfera lessicale, cioè sempre collegate agli etimi: pendo (pesa- re), pensum (peso), pensio (pesa- ta), vanno a coprire altre aree semantiche, anche abbastanza lontane da quella di partenza. Per fare un esempio. Pendo e *pondo – le differenzia una sem- plice variazione apofonica – hanno la medesima radice, così pure pensum e pondus. Allora, partendo da questi etimi, consideriamo che cosa vanno a finire per significare le parole: "pensare" o "ponderare"! Che proprio da essi derivano. (Intelligenti, pauca = Per la persona intelligente, poche paro- le). V orrei parlarvi di una parola napoletana: 'o pesone, cioè la pigione. Prima di addentrarci nella disquisizione storico-etimologica – e di costume – precisiamo che la "e" capovolta (ə) è la rappresenta- zione grafica, la trascrizione (il grafema), di una vocale caratteri- stica della lingua napoletana. Si tratta di quel fonema che – se noi chiamiamo "colore" la differenza tra le vocali: a , e , i , o , u , della lingua italiana – dovremmo dire, in questo caso, "senza colore". Per capirci: è la vocale, finale di parola, che i napoletani, quale che sia il suo colore, non pronunciano a meno che non sia accentata. Così si dice abitualmente. Ma non è esatto. In effetti, essa non cade, per- ché i napoletani la pronunciano bene. Semplicemente la produco- no senza il "colore": diventa cioè una "vocale indistinta". Si tratta di un'ulteriore vocale che manca nella lingua italiana. Ma perché devo spendere tante parole se voi, lettori, napoletani o no, conoscete il modo di parlare dei napoletani? Allora, … ci siamo capiti? Detto questo, e considerato però che la tastiera del Pc non la prevede, nelle finali continueremo ad indicare la vocale della corri- spondente parola italiana. Mentre nel mezzo delle parole la indiche- remo con una e, così ognuno la produrrà come "naturalmente" la sa pronunciare. Da napoletano, naturalmente. In sede scientifica, quando sarà il momento, ricorreremo ai siste- LUIGI CASALE Parola femminile: "la pigione". Se qualche volta la diciamo al maschile è solo perché siamo influenzati dal nostro parlare napoletano. Pigione è la trasformazione medievale, arrivata nella lingua italiana, della parola latina pensio- nem, da cui viene anche l'altra parola italiana (senza trasforma- zione, questa volta!): pensione. Sia nel senso di vitalizio che per- cepisce chi ha svolto delle presta- zioni lavorative, sia nel senso di corrispettivo che dobbiamo paga- re a chi giornalmente ci offre vitto e alloggio ("Stare a pensione": o presso esercizi pubblici o presso famiglie private). Da qui viene anche il nome stesso degli alber- Leotta, l'economista italoamericana che ha iniziato a scrivere poesie a 14 anni J oan Leotta (Joan Gabrielle Di Leonardo) è nata, il 10 gennaio del 1948, a Pittsburgh in Pennsylvania. Il padre G abriele D i Leonardo, nato a Tos s icia (Teramo) nel 1910 ed arrivato ad "Ellis Island" a bordo della nave "Canada" nel 1920, partecipò alla Seconda Guerra Mondiale come veterinario e successiva- mente, una volta tornato negli Stati Uniti, gestì una farmacia. Joan sin da piccolissima mostra una innata voglia e propensione nello scrivere. Si laurea in scien- ze politiche alla "O hio University", ottiene un "Master" in economia dalla "J ohns Hopkins" ed infine lavora per il "F ederal G overnment of the United States". Ma Joan, aldilà della sua carriera di economista, appena può: scrive. A soli 14 anni gli venne pubblicata una sua poesia su una importante rivista. Poi arrivarono altri racconti, altre poesie ed altri romanzi. Insomma il successo. Una sua frase, ripresa da una intervista, aiuta a capire quanto sia forte in lei l'amore per la scrittura: " Ho iniziato a scrivere appena ho avuto un pastello in mano. Ho scarabocchiato storie, su pezzi di carta, che poi raccon- tavo a mia madre. Io, molto sem- plicemente, non posso non scri- vere. Amo le parole." È autrice di numerosi libri, raccolte di poesie, racconti e arti- coli di saggistica e narrativa. Suoi articoli sono stati pubblica- ti sul "The Washington Post" e "The Connection Burke" e sulle più importanti riviste femminili. Ha predisposto importanti pro- grammi per le scuole. Ha rice- vuto innumerevoli riconoscimen- ti come poetessa e scrittrice. Tra i suo libri di maggior successo citiamo: "Secrets of the Heart", "Simply a Smile", "Giulia Goes to War", "A Bow l of Rice", "Letters from Korea" e il libro per l'infanzia " Whoosh". Oggi vive, con il marito, nel North Carolina. Ha una figlia. HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA LINGUA GEREMIA MANCINI La scrittrice Joan Leotta Quel 'pesone' da pagare al padrone di casa che diventa pigione

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