L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 2 NOVEMBRE 2017 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 19 P rotettore dei poveri, patrono dei soldati e modello di carità, San Martino è uno dei santi più amati del cristianesimo. Centinaia di chiese sono dedicate al suo nome sia in Italia che in America e questo mese celebriamo la Festa di San Martino, il Martinmas o semplicemente il giorno di San Martino. Ma non è solo un giorno di riflessione silenziosa. San Martino, l'11 novembre, significa molto, anche più di oltre una dozzina di proverbi italiani che lo legano ai vini novelli e ai matrimoni, alle estati indiane, ai mulini per la farina e all'agricoltura. Ecco cosa aspettarsi. Se si arriva nel sestiere Castello di Venezia nel giorno di San Martino si potrebbe pensare che i residenti siano in rivolta. O almeno lo sono i bambini, perchè Venezia ha un modo molto particolare di celebrare San Martino. Il giorno inizia abbastanza tranquillamente, ma dalle prime ore del pomeriggio e verso sera, gruppi di bambini sfilano attraverso i loro quartieri. Alcuni sono vestiti con corone e mantelli rossi, alcuni cavalcano cavallini di legno, altri sono nella loro divisa da scuola, ma c'è una cosa che tutti i giovani sanno: più rumore fanno, meglio è. Pentole e coperchi sono adoperati come tamburi, i cucchiai di legno come bacchette dei tamburi e i coperchi di latta come perfetti piatti. Le spade giocattolo battono contro gli scudi di cartone e i bambini in costume cantano al massimo dei loro piccoli polmoni per chiedere dolci e sorprese per far tacere il loro baccano. È un modo lontano dalla vita di San Martino, ma è fantastico da guardare e chiaramente i bambini lo amano! Quindi chi era questo Martino di cui loro cantano e perché è il re del vino? La storia comincia abbastanza semplicemente. Nato intorno al 316 d.C. a Szombathely, Pannonia, oggi moderna Ungheria, il ragazzo fu chiamato così in onore di Marte, dio della guerra, dalla sua famiglia pagana. Era destinato a una vita militare come suo padre, studiò prima a Pavia, in Italia, dove si interessò della nascente chiesa cristiana. E a 15 anni, il giovane si arruolò, come richiesto dalla legge romana, entrando nella cavalleria imperiale e dirigendosi verso la Gallia dove servì per diversi anni a cavallo. Una notte fredda mentre era in servizio ad Amiens, Martino fu avvicinato da un mendicante congelato, ubriaco, vestito solo di stracci e tremante dal freddo. Invece di allontanarsi, il soldato prese la sua spada. Ma non con rabbia. Il pacifico giovane Martino usò la sua arma per tagliare il suo mantello militare di lana spessa, in due, prima di piegarsi per dare all'uomo una metà in un gesto di solidarietà per il freddo. Era l'atto di un uomo umile e generoso, e probabilmente Martino non ci pensò su troppo. Ma quella notte quando il mendicante dormiva, riscaldato dal suo dono, Gesù andò da Martino nei suoi sogni per restituire al soldato la metà del suo mantello. Quando Martino si svegliò la temperatura era aumentata, la sua veste era riparata e la leggenda era nata. Martino sarà poi battezzato nel cristianesimo, diventando un obiettore di coscienza, prima di lasciare definitivamente il servizio militare della cavalleria romana che era sempre più in contrasto con la sua fede. Notizie sulla sua carità e pietà si diffusero, in parte grazie allo scrittore contemporaneo Sulpicius Severus. La venerazione dell'uomo divenne popolare nel Medioevo. E, nel corso degli anni, emersero abitudini locali italiane per festeggiare la benevolenza invernale del santo. Le feste si sono raggruppate intorno all'11 novembre di ogni anno, poco prima dell'avvento, con raccolti stagionali, cibo e vino che si aggiungono alle commemorazioni. E oggi possiamo rintracciare le vecchie tradizioni attraverso i proverbi e gli adagi che persistono. "Oche, castagne e vin ten tut per San Martin" dicono i piemontesi, invitando i fedeli a tenere tutto, tra cui l'oca, le castagne e il vino, per la giornata di San Martino. Il legame con le castagne è ovvio: letteralmente cadono dagli alberi in questo periodo dell'anno. Anche le oche sono allevate per la dispensa invernale. Ma c'è un altro legame con i volatili dato che la leggenda dice che Martino fosse inizialmente un vescovo riluttante, che si nascondeva per non essere trovato e il suo nascondiglio fu svelato per gli starnazzi di un'oca. Oggi le celebrazioni in molte famiglie includono l'oca di San Martino e c'è anche un suggerimento sul fatto che la tradizione sia un precursore della festa del Ringraziamento americano. Con la festa è venuto il bere, con molti proverbi che collegano il santo alla vinificazione. "A san Martinu, ogni mustu è vinu" dicono i siciliani, segnalando l'apertura del primo vino da degustare quando il mosto della vendemmia dell'anno fermenta e si trasforma in alcol. Non tutti i vini sono pronti da bere, ma ancora gli italiani dicono: "A San Martino si lascia l'acqua e si beve il vino". Oppure "Per San Martino spilla il botticino" consigliando che per San Martino il piccolo barile venga controllato. Ma nonostante il proverbio della Romagna dica "Par Sa 'Marten u s'imbariega grend e znèn" - tutti sono ubriachi da grandi a piccini! - tradizionalmente San Martino è un momento per assaggiare e provare ma non per tracannare il vino novello. È chiaramente un momento per raccogliere i premi di tutto il duro lavoro tra le viti e il grano. Infatti gli agricoltori spesso utilizzavano il tempo per sposare le loro figlie o per acquistare nuove terre, mentre i primi giorni di novembre erano più quieti. Ma San Martino non è periodo di vacanza per i viticoltori e non appena sono fatte le prime degustazioni, il lavoro riprende. I vecchi barili vengono tradizionalmente puliti attorno a San Martino pronti per la nuova annata. E da questo momento in poi i vinificatori hanno solo poche settimane per completare la potatura delle viti senza avere germogli, foglie e uva, come dice il vecchio adagio: "Chi vuol far buon vino zappi e poti a San Martino". Buon Consiglio. La Festa di San Martino è amata dai bambini, soprattutto a Venezia Il Gior no di San Mar tino che festeggia carità, vino e sole E, infine, due tardivi proverbi stagionali. Entrambi trattano del tempo nella giornata di San Martino, ognuno arriva al giorno dal lato opposto dell'anno. Per i cercatori di sole l'estate di San Martino - o l'estate indiana per te e voi - dura poco più di 3 giorni; "L'estate di San Martino dura tre giorni e un pocolino". Oppure, per gli osservatori del tempo, il detto "Da San Martino l'inverno è in cammino" prevede che l'inverno inizi dall'11 novembre. In entrambi i casi, Martino segna il passaggio delle stagioni, visto che i giorni lunghi lasciano il posto all'inverno. Quel ragazzo pacifico cresciuto in Italia non sapeva che sarebbe diventato sinonimo di vino, sole e carità. Il suo semplice atto di solidarietà per il freddo durante il servizio militare romano, seguito dal battesimo nella chiesa, sigillò la sua storia. Ed oggi San martino è patrono di poveri, soldati, cavalieri, cavalli, obiettori di coscienza e sarti. Non è sorprendente che sia anche un talismano per i viticoltori, i tavernieri, gli ubriachi e persino le pasticcerie, sebbene la connessione con queste sia meno chiara! Ovunque voi siate l'11 novembre, non dimenticate di sollevare un bicchiere di vino nuovo a questo santo particolare. LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA

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