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GIOVEDÌ 11 GENNAIO 2018 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO L'alluvione del '66 e la minuziosa ricognizione delle opere danneggiate ricostruisce la storia di Firenze mesi". Vengono pubblicati alcuni scritti storici del soprintendente Procacci e dell'allora direttrice degli Uffizi Luisa Becherucci, nonché dell'architetto Bemporad, ripercorrendo i mesi di novembre e dicembre del '66 fino alla straordinaria riapertura dei musei statali il 21 dicembre dello stesso anno. Tale evento fu il risultato eccezionale di un lavoro instan- cabile che coinvolse soprinten- denze, enti pubblici e l'intera cit- tadinanza. Con la presentazione del volu- me "Gli Uffizi, la città e l'Arno" si è voluto ricordare quei mesi ancora presenti nella memoria di chi li ha vissuti. E rendere così un omaggio alle figure della Soprintendenza fiorentina, evi- denziando inoltre come il 1967 sia stato l'inizio di un nuovo periodo organizzativo per i musei che dette il via alla riflessione sul progetto dei nuovi Grandi Uffizi. Già allora, per la tutela del patrimonio artistico danneggiato si mise subito in moto una gara a mettere al sicuro e approntare i primi restauri. Guidati dal soprintendente Procacci, i labora- tori fiorentini dell'Opificio delle Pietre Dure raggiunsero quei livelli di avanguardia e maestran- za tecnica che tuttora li rendono una delle strutture più importanti a livello mondiale nel campo del restauro. Oltre ai metodi tecnico scien- tifici allora disponibili, Procacci fu uno dei primi a basare gli interventi di restauro cercando e studiando le fonti scritte lasciate dagli artefici nel corso dei secoli. La più profonda comprensione di tecniche e materiali antichi infatti si basò (secondo una scelta inusi- tata per l'epoca) sulla lettura attenta delle testimonianze anti- che che spiegavano i procedi- menti utilizzati per creare i manufatti artistici. Trattati come il Libro dell'Arte di Cennino Cennini furono fondamentali per la conoscenza degli affreschi antichi e di altre tecniche e per- misero un uso sapiente e calibra- to delle tecniche aggiornate alle conoscenze moderne. Innumerevoli tuttavia, furono i danni. Migliaia di giovani e volontari di tutte le nazionalità arrivarono a Firenze dopo l'allu- vione per salvare le opere d'arte e i libri, strappando al fango e all'oblio la testimonianza di seco- li di arte e di storia. Questa incre- dibile catena di solidarietà inter- nazionale rimane una delle immagini più belle nella trage- dia. I giovani divennero gli "Angeli del fango", definizione creata dal giornalista Giovanni Grazzini, e furono uno dei primi esempi di mobilitazione sponta- nea giovanile nel XX secolo. N e l l ' a n n i v e r s a r i o della riapertura de- gli Uffizi a solo sei settimane dall'allu- vione del novembre del '66 - in San Pier Scheraggio, è stato pre"sentato il volume Gli Uffizi, la città e l'Arno. Ugo Pro- cacci, Giuseppe Marchini e la So- printendenza Fiorentina nel 1966", a cura di Maria Matilde Simari e Gioia Romagnoli, con testi e ri- cerche di Gabriele Barucca, Laura Pacciani, Gioia Romagnoli, Maria Matilde Simari, edito da Sillabe. "La riscoperta di un dattilo- scritto di Giuseppe Marchini nella biblioteca delle Gallerie degli Uffizi, intitolato opere d'ar- te danneggiate a Firenze e in pro- vincia e redatto subito dopo l'al- luvione del 1966 e nei mesi suc- cessivi" scrive Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi "è stata l'occasione per riaprire le vecchie ferite di quel periodo, ma anche per compren- dere l'eroismo e l'abnegazione di studiosi e funzionari – Marchini stesso, Ugo Procacci, Luisa Becherucci solo per fare qualche nome, oltre a un piccolo esercito di restauratori, custodi, volontari – che a poco più di vent'anni dalla fine della guerra si trovava a fronteggiare un disastro non minore di quello delle bombe e delle razzìe nemiche". Il volume è stato promosso dalle Gallerie degli Uffizi perché racchiude testi e ricerche di parti- colare significato per la cono- scenza del patrimonio artistico fiorentino: quello conservato nelle Gallerie e anche quello pre- sente nell'area comunale e nei dintorni. FABRIZIO DEL BIMBO Gallerie degli Uffizi e curatrice del volume "sebbene essi stessi pesantemente coinvolti nell'allu- vione, divennero comunque un punto di prima affluenza e di pronto soccorso per tutte le opere d'arte danneggiate, mentre sem- pre in un luogo legato alle Soprintendenze – la Limonaia di Boboli – si approntava un grande laboratorio climatizzato con parametri appositamente studiati per le opere alluvionate dove squadre di restauratori italiani e stranieri lavorarono per mesi e Il nucleo del libro è il dattilo- scritto inedito redatto a metà del 1967 da Giuseppe Marchini, all'epoca vice soprintendente e dunque stretto coadiutore di Ugo Procacci durante l'alluvione del 4 novembre e nei faticosi succes- sivi mesi di riorganizzazione e di ricognizioni su un patrimonio artistico devastato. Il dattiloscritto fornisce le coordinate per conoscere in modo analitico la situazione del patrimonio artistico dopo la tra- gedia, esaminando ogni luogo, ogni museo, ogni chiesa, opera per opera. Gli elenchi minuziosa- mente studiati, analizzati e corre- dati di foto costituiscono così il primo repertorio delle opere dan- neggiate. Il libro ricorda l'ecce- zionale attività delle soprinten- denze fiorentine nel 1966-'67, e in particolare della Soprintendenza alle Gallerie, per il recupero dei manufatti e la riorganizzazione del patrimonio artistico. "Gli Uffizi" ricorda Maria Matilde Simari, funzionario delle I cosiddetti Angeli del fango aiutarono a mettere in salvo i dipinti degli Uffizi di Firenze e altre opere sommerse La disastrosa inondazione del 1966 fu una ferita al patrimonio artistico