L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-03-2012

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L'Italo-Americano PAGINA��� 4 GIOVED����� 6��� DICEMBRE��� 2012 In un mese quasi centomila disoccupati in pi�� in Italia. Ma se anche l���Ue ha gli stessi problemi, dove si trover�� lavoro? BARBARA MINAFRA STAFF WRITER Come se non fosse abbastanza evidente, arrivano i numeri a dire che �� sempre pi�� difficile trovare lavoro in Italia. L���Istat ha verificato che il tasso di disoccupazione a ottobre ha raggiunto l'11,1%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su settembre e di 2,3 punti su base annua. In altre parole �� il tasso mensilmente pi�� alto da gennaio 2004 e trimestralmente pi�� elevato dal primo trimestre 1999. Passando nel settore dell���amministrazione pubblica. L'industria prosegue la flessione avviatasi nel primo trimestre 2012, registrando un calo tendenziale dell'1,8% (-82.000 unit��). Si accentua la riduzione degli occupati nelle costruzioni (meno 5,8%, pari a -107.000 unit��). Segno pi�� solo nel terziario, che registra una significativa variazione positiva (+1,5%, pari a 230.000 unit��), dovuta alla crescita delle posizioni lavorative sia dipendenti sia autonome. La caduta tendenziale interessa soprattutto l'occupazione dipen- Sempre pi�� difficile trovare lavoro in Italia ai numeri, ci sono 95mila persone in pi�� alla ricerca di un impiego rispetto a settembre e 644mila disoccupati in pi�� in un anno, con un rialzo del 28,9%. In pi��, nel terzo trimestre 2012, gli occupati a tempo indeterminato continuano a mostrare una forte caduta: -2,7% pari a -347.000 unit��, specie nelle costruzioni e dente a carattere permanente e il Mezzogiorno. Gli occupati a tempo parziale aumentano nuovamente in misura sostenuta (pi�� 11,6%, pari a 401.000 unit��), ma si tratta in gran parte di part-time involontario. Il Presidente del Consiglio Mario Monti, dagli Stati Generali del Centro-Nord a Verona, esaminando le politiche economiche del governo, ha detto che non sono la causa ���dei fenomeni negativi che vogliamo rimuovere��� come la recessione e la disoccupazione. ���Sono molto sensibile al problema disoccupazione - ha aggiunto - ma non ritengo che il governo potesse fare diversamente da quello che ha fatto���. Quanto alle prospettive, Monti ha detto che il suo ���desiderio �� che il 2013 possa essere l'anno di uno straordinario investimento in capitale umano, da parte di tutte le forze del Paese, soprattutto per sostenere i giovani���. E ha precisato: ���Se lo Stato da solo non ce la fa, non vuol dire che non ce la facciano gli italiani insieme���. La situazione italiana, comunque, non �� un caso isolato. Nell'Eurozona a ottobre sono stati registrati 18,7 milioni di disoccupati, pari all'11,7%. Anche fra i 27 Stati comunitari il dato �� in crescita (+0,1 punti) rispetto al mese precedente. Su base annua l'aumento della disoccupazione �� stato di +1,3 punti (10,4% a ottobre 2011), colpendo 2,16 milioni di persone in pi�� in 12 mesi. Peggio dell���Italia stanno Spagna e Grecia, entrambe sopra il 25%, con una disoccupazione giovani- Ci sono 639mila disoccupati tra i 15-24enni in Italia le che si spinge verso il 60%. Anche negli Usa, la ripresa stenta ad arrivare: le nuove richieste di sussidi di disoccupazione in Usa sono s�� scese a 393mila dalle 416mila della settimana precedente (dato rivisto al rialzo da una lettura preliminare di 410 mila richieste) ma l���ultimo rilevamento del Dipartimento del Lavoro americano, nel mese di novembre, ha sconfessato gli analisti che avevano previsto una discesa a quota 390mila. In Italia, analizzando le cate- gorie in cerca di occupazione spiccano le donne, vista l���alta percentuale di disoccupate, e i giovani. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a ottobre �� risultato pari al 36,5%: �� il livello pi�� alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia dall'inizio delle serie trimestrali, cominciate nel quarto trimestre 1992. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 639 mila e cio�� rappresentano il 10,6% della popolazione per quell���et��. Tagli, tasse e debito pubblico: problemi tecnici senza soluzioni politiche YURI SERAFINI* Qualsiasi debito si riduce in due modi, incassando di pi�� o spendendo di meno. Il concetto �� semplice, non c����� bisogno di andare a scuola per capirlo. Per quanto riguarda il debito pubblico, questo andrebbe idealmente ridotto nei periodi di espansione, ed incrementato durante le recessioni. In Italia, dove ci si diverte a fare le cose al contrario, le tasse sono state ridotte nei periodi di relativa tranquillit��, e adesso ci troviamo a doverle alzare, assieme ad una drastica riduzione della spesa pubblica, durante una severa crisi. In un modo o nell'altro la riduzione di un debito deve avvenire. �� banale ripeterlo, ma sembra che ci si dimentichi che Prodotto Interno Lordo (Pil) del Paese, e quindi pi�� velocemente delle entrare, al punto in cui nessuno creder�� pi�� che il debito verr�� ripagato, congelando i prestiti e paralizzando il Paese. Fin dove dobbiamo subire i tagli alla spesa pubblica e l'aumento delle tasse? La risposta �� semplice: fino a quando il bilancio di ci�� che si deve �� pari a quello che si ha. Il debito pubblico attuale �� pari a poco pi�� del 120% del Pil, mentre un valore del 100% (o 1 a 1) col Pil �� il livello ���sano��� che permette ad un governo di incrementare la spesa (aumentando il debito) senza problemi durante i periodi di crisi, sapendo che poi ridurr�� il debito nella fase di espansione. Fin qui la logica ci permette di capire il problema e la soluzione ���tecnica���. Ma a livello politico La sede della Banca d���Italia pi�� cresce il debito, pi�� il denaro viene prestato a tassi incrementalmente pi�� alti, visto che chi offre credito si fida incrementalmente di meno. Si rischia che i tassi d'interesse elevati, come quelli che spesso l'Italia subisce, crescano pi�� velocemente del questa soluzione ���all'olio di ricino��� non piace; non si riesce ad ingerirla anche se si sa che fa bene. Dopotutto sono i politici che devono essere eletti o rieletti e, di solito, lo si fa promettendo mari e monti, e non annunciando licenziamenti e tagli. Mario Monti Ed �� per poter attuare la soluzione tecnica che ci si �� affidati al governo di Mario Monti. Il fatto rimane che (a prescindere dai tentativi dei politici di usare il governo tecnico come capro espiatorio) i cittadini in gran parte addossano la colpa per l'attuale crisi alla classe politica che l'ha creata e non pu�� risolverla. Per questo motivo i politici hanno cominciato a parlare di un ���Monti Bis���, non solo perch�� sanno di non poter riuscire a creare un'alleanza di maggioranza stabile, ma anche perch�� non esiste una forza politica che potr�� continuare a diminuire la spesa pubblica. Non che sia un���operazione semplice, anche perch�� la spesa pubblica italiana viene illustrata in una maniera quasi incomprensibile. Si sfida a spiegare, ad esempio, cosa siano esattamente gli ���Oneri Non Ripartibili��� per cui il governo ha speso 39 miliardi nel 2011. Capire dove sono le spese ���inutili��� e quelle ���utili��� non �� facile, soprattutto se la spiegazione fosse in mano ad un politico che per definizione vuole far contenti tutti. * Studente di Economia alla Bocconi di Milano

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