L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-4-2013

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L'Italo-Americano PAGINA  8 GIOVEDÌ  4  LUGLIO  2013 Da tutto il mondo per ammirare il tappeto floreale che dipinge le strade di Genzano di Roma con il profumo dei petali EMANuELE pONZO Anche quest'anno si è svolta, la meravigliosa infiorata di Genzano di Roma, unica nel suo genere e famosa in tutto il mondo, caratterizzata dalla messa in scena di un incantevole tappeto floreale combinato dai migliori maestri infioratori. Questa celebrazione, seppur con qualche interruzione, prosegue da ben 235 anni e, grazie al colore sgargiante dei fiori, riesce sempre ad impreziosire ogni angolo della cittadina dei Colli Albani. La nascita di questo evento risale al XVIII secolo, età in cui nella Città Eterna venivano predisposti tappeti floreali per celebrare le festività religiose. In particolare, a Genzano e negli altri paesi dei Castelli Romani, dimorava l'usanza di predisporre ornamenti floreali per commemorare il Corpus Domini, una delle principali festività dell'anno liturgico della Chiesa Cattolica, giacché nell'antica Roma, i fiori simboleggiavano cordialità e rappresentavano un modo per dimostrare devozione nei confronti di porre un incantevole quadro floreale per omaggiare i due santi Pietro e Paolo, patroni della Capitale d'Italia. In seguito, a sviluppare questa consuetudine nei quartieri romani e in tutti i centri abitati attigui a Roma, ci pensò il principale interprete dell'arte barocca: Gian Lorenzo Bernini. Malgrado le sue origini capitoline, l'abitudine delle infiorate a Roma scomparve alla fine del Seicento, perlomeno nelle commemorazioni delle ricorrenze religiose. A Genzano, al contrario, continuò grazie alla volontà degli abitanti che amavano decorare, con petali di fiori, le strade del centro storico in occasione della festa del Corpus Domini. Nel corso degli anni, grazie all'impegno dei genzanesi, la manifestazione progredì gradualmente, fino a diventare una componente essenziale delle tradizioni della città castellana. Ad avvalorare questo straordinario festeggiamento floreale, sono proprio gli splendidi quadri di fiori disegnati sul selciato, predisposti nella seicentesca via Omaggio dell'Infiorata a Giuseppe Verdi nel 200° anniversario della nascita del più grande musicista e compositore italiano tutte le divinità. Secondo gli storici, l'usanza di realizzare quadri con fiori nacque nella Basilica di San Pietro in Vaticano per via della creatività di Benedetto Drei, addetto ai decori floreali della Santa Sede. Esattamente, il 29 giugno del 1625, il coordinatore della floreria vaticana, ebbe l'idea di com- Primo Belardi. Grazie al loro effetto luminescente riescono a donare profondità alle immagini tracciate, creando un ambiente davvero suggestivo e rasserenante. I fiori, d'altronde, con l'incanto dei loro armonici colori e con la seduzione del loro gradevole profumo, riescono a valorizzare ogni L'abbraccio tra Papa Francesco e Benedetto XVI: l'evento dell'anno celebrato nei Castelli Romani, a poca distanza da Genzano cosa. La prima fase dell'infiorata, curata nei minimi dettagli dai residenti del posto, consiste nella progettazione e presentazione delle immagini da raffigurare nel lastricato ad una commissione di esperti, responsabile della preparazione dell'evento. Subito dopo, avviene la raccolta dei fiori, almeno 350mila, per la maggior parte provenienti dalle serre delle campagne dei paesi limitrofi. L'ultima fase dei preparativi prevede la posa in opera dei petali sulle sagome dei disegni che, per mantenere una buona conservazione dei fiori, solitamente avviene la domenica stessa della festa. Ultimati i preparativi, la strada dove si tiene la celebrazione, che impegna una superficie di quasi 2000 metri quadrati, viene ricoperta da 13 quadri floreali, circoscritti da colonnine di mortella, creati con più di 500 quintali di petali di fiori. I ritratti, compiuti da maestri con esperienza botanica e un distinto gusto estetico, il più delle volte effigiano simboli religiosi e celebri opere d'arte. In questa edizione, il quadro che ha ricevuto più apprezzamen- ti dai veterani del luogo è stato quello che ha raffigurato un avvenimento molto importante per i credenti: l'abbraccio fra Papa Francesco e Papa Benedetto XVI. Avvenuto, per di più, proprio nella zona dei Castelli Romani. Una circostanza così importante, non poteva non essere ricordata dalla cittadina laziale. Ma anche le altre immagini, non sono passate inosservate. Su tutte, il quadro che ha richiamato la memoria del celebre scrittore tedesco, Michael Ende, ha suscitato molto interesse. Il letterato teutonico proprio a Genzano, paese che amava profondamente, scrisse "Momo", uno dei romanzi più apprezzati nel mondo della letteratura. Inoltre, per quanto riguarda le personalità che sono passate alla storia per la loro genialità, di certo non poteva mancare il quadro omaggio alla grande mente della scienza italiana: Rita Levi Montalcini. Gli organizzatori di questa edizione, ancora una volta, dopo mesi di lavoro, sono riusciti ad espletare la loro funzione principale: promuovere e diffondere l'amore per la natura. Ed il risultato, che ogni anno affiora da questa celebrazione, è una straordinaria alchimia di forme, colori e profumi, capaci di descrivere un'atmosfera speciale che fa di Genzano la città dell'infiorata per eccellenza in tutto il mondo. E l'adesione di migliaia di visitatori, provenienti da ogni parte del mondo, anche quest'anno ha comprovato l'ottima riuscita dell'evento. A Genzano di Roma si realizzano 13 quadri floreali usando più di 500 quintali di petali da 350mila fiori recisi Capolavoro del barocco italiano ritorna a Fano (dove Reni lo dipinse) Inaugurata alla Pinacoteca San Domenico di Fano, la mostra "Guido Reni, La Consegna delle Chiavi. Un capolavoro ritorna". Fino al 29 settembre la Pinacoteca ospiterà la tela dipinta da Guido Reni per l'altare maggiore della chiesa fanese di San Pietro in Valle, tela "estratta" in epoca napoleonica (1797) ed oggi esposta presso il Musée du Louvre di Parigi. Saranno inoltre mostrati altri due prestigiosi capolavori del pittore bolognese, due Annunciazione, una realizzata per la chiesa di San Pietro in Valle, oggi nella Pinacoteca Civica del Palazzo Malatestiano, e l'altra proveniente dai Musei Civici di Ascoli Piceno. Guido Reni (1575-1642) rappresenta uno degli esponenti di spicco del barocco italiano e la mostra, oltre a costituire un'occasione imperdibile per ammirare uno dei suoi maggiori capolavori, rientrato, seppur temporaneamente, dopo oltre due secoli di assenza dal territorio italiano, costituisce altresì una testimo- nianza del mecenatismo culturale del patriziato marchigiano nel corso del diciassettesimo secolo, nel momento in cui diversi aristocratici iniziarono a mostrare interesse nei confronti della produzione artistica dei maggiori esponenti della scuola emilianobolognese. L'esposizione, ideata, voluta e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, organizzata insieme alla Soprintendenza per i Beni Artistici Storici ed Etnoantropologici delle Marche ed al Comune di Fano, è stata resa possibile grazie alla collaborazione del Musée du Louvre di Parigi, dei Musei Civici di Ascoli Piceno, della Pinacoteca Civica di Fano, della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola. Dopo la mostra su Guercino del 2011 e l'esposizione relativa a Simone Cantarini del 2012, la Fondazione Cassa di Risparmio di Fano prosegue la sua linea di recupero della storia e del vissuto culturale che hanno caratteriz- zato la città di Fano lungo tutto il suo percorso storico, con picchi di assoluto rilievo. Ad arricchire la mostra concorre la redazione di un catalogo, nel quale sono raccolti saggi e approfondimenti dei massimi esperti del settore. La consegna delle chiavi, G.Reni

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