L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-16-2015

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GIOVEDÌ 16 APRILE 2015 www.italoamericano.org 14 Intervista leonardiana a Massimiliano Finazzer Flory L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Per la prima volta, il mio spettacolo adopera due lingue: io recito in italiano rinascimen- tale e l'intervistatrice/intervista- tore recita in inglese. Per il testo inglese è stata compiuta un'at- tenta opera "filologica", prima trasponendo il linguaggio rina- scimentale in italiano contempo- raneo e, infine, in inglese. In questo modo, lo spettacolo è altamente fruibile ed efficace. Come avrebbe voluto lo stesso Leonardo, la cultura dev'essere sempre produttiva e mai steril- mente teorica. Attraverso questo mix linguistico, vengono preser- v a t i i l s u o n o , i l s e g n o e d i l sogno di Leonardo. Impiegherà qualche sup- porto audiovisivo nel suo spet- tacolo? Sì, lo spettacolo si aprirà con un filmato di quattro minuti, una s o r t a d i c a r r e l l a t a p o e t i c a e documentaria sulle invenzioni e le opere figurative di Leonardo. Ciò aiuterà il pubblico a familia- rizzare con il terreno di confron- to su cui si dipanerà l'intervista. È stato influenzato nel suo lavoro da qualche precedente teatrale/filmico/televisivo? Il mio spettacolo è assoluta- mente originale. Certo, alcuni p o s s o n o a v e r e i n m e n t e i l L e o n a r d o i n t e r p r e t a t o d a Philippe Leroy nel 1971. Io, però, non ho guardato alla fic- t i o n , m a a l l a r e a l t à s t o r i c a . Leonardo, come tutti i geni, è un "contemporaneo", ovvero, opera insieme al nostro tempo ma, s i m u l t a n e a m e n t e , c o n t r o i l nostro tempo. Anticipo, inoltre, che dalla rappresentazione sce- nica verrà tratto un libro. Mi sto Uno dei maestri teatrali con- t e m p o r a n e i , M a s s i m i l i a n o Finazzer Flory, in questi giorni a Los Angeles, ci ha parlato del s u o n u o v o l a v o r o : E s s e r e L e o n a r d o d a V i n c i . Un'intervista impossibile, sul maestro del Rinascimento italia- no, nonché sinonimo di genio universale. In occasione dell'Expo di Milano, lo spettacolo multime- diale sarà in scena ogni sabato dal 9 maggio a ottobre presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, location d'eccezione inti- tolata allo stesso Leonardo. A seguire, in autunno, andrà i n t r a s f e r t a o l t r e o c e a n o , n e l West degli Stati Uniti e in parti- c o l a r e a L o s A n g e l e s , c i t t à molto amata dal nostro stimato attore, drammaturgo e regista teatrale. Quali opere del genio leo- nardiano l'hanno affascinata maggiormente? Credo sia indispensabile par- tire dai disegni del genio rina- scimentale. Leonardo da Vinci ha la mano del pittore ma, al tempo stesso, possiede il cervel- l o d e l l o s c i e n z i a t o , s e m p r e avido di espandere le proprie conoscenze. Il mio spettacolo vuole restituire questa verità: senza lo scienziato Leonardo n o n a v r e m m o i l p i t t o r e Leonardo. Ci parli più in dettaglio del suo nuovo spettacolo. Lo spettacolo si apre con una performance di danza rinasci- mentale, per non perdere di vista il fatto che Leonardo sia stato anche un grande maestro di tea- tro. Io recito in lingua rinasci- mentale, riprendendo il contenu- to dai testi originali del maestro, VALERIO VIALE affinché si possa offrire un qua- dro a trecentosessanta gradi del genio, come inventore, scienzia- to, pittore. In una sorta di "impossible interview", vengono poste ses- santasette domande al genio: una per ogni anno della sua vita. A t t r a v e r s i a m o l a v i t a d i d a Vinci, arrivando a scoprire il s e g r e t o d e l l a c o n o s c e n z a d i Leonardo. Impiegando le sue stesse parole: "Nessuna cosa si può amare, se non si ha una grande cognizione di quella." accordando con un editore statu- nitense per la pubblicazione in inglese verso la fine dell'anno. Che cosa l'ha spinta alla realizzazione di un nuovo spet- tacolo su Leonardo? Noi tutti abbiamo bisogno di L e o n a r d o . E g l i c i o f f r e u n a visione unitaria del mondo. Per il genio toscano, l'arte è una b u o n a p r a t i c a e l a s c i e n z a è c o n o s c e n z a : e n t r a m b e s o n o quanto mai indispensabili all'u- manità di oggi. Leonardo, nello spettacolo, si offre come inedito "eco-desi- gner", perché egli scopre che la Natura ci guida, sia quella inter- na sia quella esterna a noi. Egli sostiene la pace, ma non è un pacifista, egli è ecologico, ma non ecologista, fautore del pro- gresso, ma non progressista. Leonardo è un potente antidoto contro le ideologie dei nostri tempi. La sua cultura deriva dall'e- sperienza. La sua metodologia d'indagine si basa sul continuo processo di "trial and error". Tutto ciò ne fa un empirico di scuola anglosassone ante-litte- ram. D u e a f f e r m a z i o n i d i Leonardo ci aiutano a compren- derlo: "Triste quel discepolo che non supera il suo maestro" e "Chi poco pensa, molto erra." Ci parli della sua scelta sti- listica di un dialogo piuttosto che un monologo. In questo dialogo, avrò un make-up e dei costumi che mi t r a s f o r m a n o f i s i c a m e n t e i n Leonardo, perfino nelle posture. L'ambientazione è contempora- nea, quasi a ricreare uno studio televisivo con due sedie, una dinanzi all'altra. Leonardo, però, s i d i s t a c c a d a l l a d i m e n s i o n e della finzione televisiva, ponen- do la questione della verità. Ci dice che in un mondo circondato dall'audience, dobbiamo impa- rare a districare la bugia dalla v e r i t à . U n m e s s a g g i o m o l t o attuale nella comunicazione di o g g i . O g n i g i o r n o , i m e d i a mescolano verità e bugie, affi- dando la responsabilità ai fruito- ri di separare le due. Questo compito si rivela proibitivo se non si posseggono i giusti stru- menti conoscitivi. Per due anni vivrò unicamen- te le sembianze del genio tosca- no. Sarò in tour in Europa e negli Stati Uniti. Il prossimo anno, girerò nei più importanti musei che custodiscono i vari tesori leonardiani: in particolare, a San Pietroburgo, Washington, Londra, Parigi, Cracovia, oltre- ché in diverse località italiane. I n q u a l i t à d i a t t o r e , s i a c c o r g e m a i c h e o g n i s u a p e r f o r m a n c e c a m b i a d a l l a precedente? Io ritengo che l'attore faccia c o n t i n u a m e n t e l ' e s p e r i e n z a dell'altro, di diventare diverso d a s é . Q u e s t a e s p e r i e n z a m i arricchisce ogni volta. L'attore diventa artista perché assume le sembianze, sia fisiche sia psico- logiche, del testo e del personag- gio che interpreta. Trasformarsi, in fondo, è l'unico modo per rimanere se stessi. L'attore che c a m b i a è l ' u n i c o v e r a m e n t e fedele al teatro. Al contrario, ogni volta che si rimane uguali a se stessi subentra la noia e si finisce col diventare retorici, autoreferenziali e narcisisti. Ci può parlare della sua agenda immediata qui a Los Angeles? L a m i a a g e n d a u n i s c e l a dimensione del sociale a quella dell'arte. Innanzitutto, partecipo a una serata di "charity" a soste- gno dei senzatetto, in cui il cam- pione di basket dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant, viene pre- miato per le sue attività benefi- che. Sigleremo una collabora- zione "umanitaria" internaziona- le tra Milano e Los Angeles, che vedrà coinvolti artisti e giocatori di basket di entrambe le città. Svolgerò, inoltre, un sopral- luogo al Getty Center, per valu- tarne l'adeguatezza come loca- tion per il mio spettacolo. Ho fissato degli incontri con dei talent manager, per passare in rassegna i profili di attrici americane coerenti con la mia visione artistica e scritturare la più adatta a interpretare l'inter- vistatrice in un mio spettacolo, che vi anticipo, si terrà al Teatro La Fenice a Venezia. Con ciò, desidero fortemente rafforzare un dialogo d'amicizia tra l'Italia e gli States. A m o i n p a r t i c o l a r e l a California e, di conseguenza, dopo una partenza il 13 ottobre prossimo a Houston, in Texas, rappresenterò il mio spettacolo a Los Angeles in più date. In que- sti giorni m'incontrerò con dei professori della UCLA, per con- cordare una "lectio magistralis" su Leonardo in autunno. In conclusione, m'incontrerò con un agente americano per la trasposizione del mio spettacolo teatrale in un cortometraggio di c i r c a v e n t i c i n q u e m i n u t i . I n esso, una giornalista del New York Times o della CNN intervi- sta Leonardo in uno studio tele- visivo. Partendo dall'intenzione di uno scoop, l'intervista verterà inaspettatamente sulla natura stessa dei media. Con un ribalta- mento di prospettiva, Leonardo diverrà l'interrogatore e non più l'interrogato. L e o n a r d o , l ' u n i c a v e r a icona italiana capace di racco- gliere un ingente numero di appassionati anche qui negli States. Non crede? Assolutamente sì. Egli è l'i- cona del Rinascimento. Più che mai oggi abbiamo bisogno di un "rinascimento", di una seconda nascita. La prima nascita è rap- presentata dal fluire della vita, la seconda consiste nell'esperienza d e l l a v i t a p r o p r i a . N o i t u t t i viviamo, ma esistiamo soltanto nel momento in cui abbiamo coscienza della vita. Massimiliano Finazzer Flory nei panni di Leonardo da Vinci. Photo Courtesy of Massimiliano Finazzer Flory

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